Migranti, in arrivo due navi con 326 persone. La direttiva di Piantedosi: «Non entrino in acque italiane»

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di Fabrizio Caccia

Ocean Viking e Humanity One nel canale di Sicilia La direttiva del neo ministro dell’Interno Piantedosi alle forze di polizia e alla Capitaneria di porto per fermarle

ROMA – La prima mossa del governo Meloni sul fronte migranti è un altolà posto ieri a due navi Ong impegnate nel Mediterraneo — la Ocean Viking e l’Humanity One — e porta la firma del neoministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, d’intesa con la Farnesina, guidata ora dal ministro Antonio Tajani. Piantedosi, in qualità di Autorità nazionale di pubblica sicurezza, ha inviato una direttiva ai vertici delle Forze di polizia e della Capitaneria di porto , per informarli delle note verbali già trasmesse dal nostro ministero degli Esteri alle due ambasciate degli Stati di bandiera di Ocean Viking (Norvegia) e Humanity One (Germania), secondo cui le condotte delle due navi in navigazione nel Mediterraneo, con un totale di 326 migranti a bordo già soccorsi, non sono «in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale». Pertanto, sulla base dell’articolo 19 della Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sul diritto del mare, si sta valutando ora di imporre loro il divieto d’ingresso nelle acque territoriali.

«Le operazioni di soccorso — fanno sapere dal Viminale — sono state svolte in piena autonomia e in modo sistematico in area Sar senza ricevere indicazioni dalle Autorità statali responsabili, ovvero Libia e Malta, che sono state informate solo a operazioni avvenute. Così come l’Italia». La Convenzione dell’Onu, a cui fa riferimento la direttiva, afferma che «le navi di tutti gli Stati godono del diritto di passaggio inoffensivo attraverso il mare territoriale». Ed il passaggio è inoffensivo «fintanto che non arreca pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero». Queste ultime condizioni si verificano se la nave è impegnata in alcune attività, tra cui «il carico o lo scarico di persone, in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero».

La nuova direttiva rispecchia quella emanata nel marzo 2019 dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, quando Piantedosi era capo di gabinetto. Lunedì scorso, lo stesso Salvini, neo ministro delle Infrastrutture, aveva convocato il comandante della Guardia costiera, l’ammiraglio Nicola Carlone, per farsi illustrare la situazione nel Canale di Sicilia, dove si trovano ora Ocean Viking e Humanity One. E ieri Salvini ha plaudito all’iniziativa di Piantedosi: «Come promesso, questo governo intende far rispettare regole e confini».

Torneranno i «porti chiusi»? «Vedremo», ha tagliato corto ieri Piantedosi, che al Giornale Radio Rai ha però aggiunto: «La salvezza delle persone e l’approccio umanitario vengono prima di tutto». Le due navi Ong non hanno ancora ricevuto comunicazioni dirette dalle autorità italiane: «Noi osserviamo la legge internazionale del mare, salvando persone in difficoltà», si difende Sos Humanity, la ong tedesca che gestisce Humanity One. E così pure la ong Sos Méditerranée, responsabile di Ocean Viking, assicura di «aver sempre operato nel rispetto della legge».

Intanto, però, l’emergenza sbarchi non si ferma. I cadaveri di due gemellini di un mese sono stati trovati ieri su un barcone soccorso dalla Guardia costiera al largo di Lampedusa. Mentre due scafi con circa 1.300 persone a bordo sono stati segnalati da Alarm Phone in forte difficoltà a est di Sicilia e Malta.

26 ottobre 2022 (modifica il 26 ottobre 2022 | 08:21)

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, 2022-10-26 06:23:00, Ocean Viking e Humanity One nel canale di Sicilia La direttiva del neo ministro dell’Interno Piantedosi alle forze di polizia e alla Capitaneria di porto per fermarle, Fabrizio Caccia

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