Meloni-Salvini, l’abbraccio di Verona:«Non finirà come Giulietta e Romeo»

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di Marco Cremonesi, inviato a VeronaInsieme per il sindaco uscente Sboarina: nel 2023 coalizione al governo. Ma in città Berlusconi sta con l’ex primo cittadino leghista Tosi urioso che il tributo di Matteo Salvini alle donne che «si conquistano il loro ruolo» arrivi proprio mentre, a Verona, è sul palco con Giorgia Meloni: «Ormai ormai siamo noi il sesso debole — constata il segretario leghista — si vede da chi gestisce il quattrino e da chi gestisce il telecomando». Lei sta al gioco. Anzi rilancia e il siparietto prosegue: «Ma non preoccupatevi, non finiremo come Romeo e Giulietta». E il leader leghista, ancora: «Anche perché tutti e due a casa abbiamo qualcuno che ci aspetta». Il comizio comune dei due leader non è mai comune, non è roba di tutti i giorni, il gioco delle leadership resta delicato e lo psicodramma è sempre un po’ in agguato. Il riconoscimento del segretario leghista a Meloni è un gioco, ma la stessa presidente dei Fratelli d’Italia dimostra di non mancare di auto ironia. E se dal pubblico qualcuno le grida «bella», lei ribatte subito: «Bravo, grazie! Mi dicono sempre brava, bella mi capita più di rado». Ma l’umore è eccellente, all’applauso che la accoglie risponde persino con qualche passo di danza. L’uscita comune veronese, chiesta da Salvini, è stata annunciata soltanto un paio di giorni fa. I maliziosi sostengono che la possibilità di un palco con Meloni e Luca Zaia senza la presenza del leader leghista avrebbe infastidito gli uomini del segretario. Zaia, peraltro, è dogale. E invita la piazza ad applaudire «i nostri ospiti». Una partita cruciale, quella di Verona. Complicata, per il centrodestra, non soltanto dal fatto che il candidato (di «campo largo») del centrosinistra Damiano Tommasi, ex campione di calcio che sa parlare, e bene, ai cattolici. C’è anche il fatto che qui il centrodestra è diviso. Non sarebbe una gran notizia, non fosse che a Verona, città che si vuole tradizionalmente di destra, il competitor dell’uscente Federico Sboarina è Flavio Tosi, già sindaco leghista oggi candidato civico sostenuto anche da Forza Italia. I leghisti prima han fatto resistenza, poi si sono arresi. Per amor di coalizione, come Salvini spesso ripete, nonostante il passaggio del sindaco con Fratelli d’Italia in corso di mandato. Insomma, il centrodestra — dal palco su questo tasto battono tutti — è quello a sostegno di Sboarina. Meloni lo dice così: «Un solo voto sconfigge la sinistra, quello per Sboarina». E non ha paura a guardare indietro alla sua sfida persa per Roma: «Mi sono candidata a sindaco di Roma, ma c’era un candidato di centrodestra che non era di centrodestra». Parla di Alfio Marchini: «Lo davano al 20%, ha preso solo il 10. Non fatevi dire bugie dai sondaggi». Dettaglio importante, l’uscente è sostenuto anche dai centristi. Sul palco ci sono Maurizio Lupi, leader di Noi con l’Italia, e Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e fondatore di Coraggio Italia. Licia Ronzulli, plenipotenziaria di Silvio Berlusconi, spiega la scelta azzurra così: «Abbiamo ascoltato il territorio, per il bene della città». Beninteso: «Non c’è alcun dubbio che il centrodestra, qualora Flavio Tosi non riuscisse a vincere al primo turno, si ricompatterà al ballottaggio». Insomma, l’unità non sempre raggiunta oggi arriverà. Lo dice Salvini («Nel 2023 governeremo insieme il Paese»), lo dice Meloni, che non rinuncia a pungere: «Perché una coalizione sia competitiva ha bisogno di regole. È quello che ho chiesto, ma sono certa che dopo le esperienze passate in alleanze variabili con altri partiti, anche gli altri non abbiano più dubbi». Ma per parte leghista, l’offensiva del giorno è stata quella sui referendum poco pubblicizzati da media e servizio pubblico. Inizia Matteo Salvini, con uno strattone doppio e deciso a Sergio Mattarella e a Mario Draghi: «Quirinale e Chigi, niente da dire sui referendum sulla giustizia?». Il grilletto fa partire la raffica: ogni leghista segue il leader con propria nota, a partire dai vicesegretari Lorenzo Fontana e Andrea Crippa: tutti chiamando in causa c 9 giugno 2022 (modifica il 9 giugno 2022 | 22:51) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-09 20:51:00, Insieme per il sindaco uscente Sboarina: nel 2023 coalizione al governo. Ma in città Berlusconi sta con l’ex primo cittadino leghista Tosi, Marco Cremonesi, inviato a Verona

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