Meloni a Orbán: giusto stare con l’Occidente

di C. De L. La presidente di FdI interviene con un video alla conferenza dei conservatori a Budapest e invita il leader di Fidesz a condividere le posizioni delle democrazie Un invito a fare una convinta una scelta di campo, evitando ogni possibile prossimità con le autocrazie. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, lancia un messaggio chiaro al premier ungherese Viktor Orbán appena rieletto: i valori conservatori vanno difesi all’interno delle democrazie occidentali. È questo il fulcro del videomessaggio – il cui contenuto è stato anticipato dal quotidiano Libero – che Meloni invierà al Cpac (Conservative political action conference), la conferenza di due giorni che inizierà domani a Budapest. Orbán è il padrone di casa di questo evento annuale che per la prima volta si svolge in Europa: prevista la partecipazione di numerosi partiti ed esponenti conservatori, americani e non solo. Il videomessaggioLa leader di Fratelli d’Italia, si è già esposta a favore di Kiev senza tentennamenti: una scelta di campo atlantica senza sfumature, a favore della Nato e dell’Ue e a fianco della resistenza ucraina. Nel suo messaggio al Cpac, Meloni ribadirà questa linea e chiederà di prendere una netta posizione sulla guerra in Ucraina, distinguendo tra aggressore e aggredito. Strizzare l’occhio alle autocrazie non è la scelta migliore, soprattutto perché i valori dei conservatori vanno difesi all’interno delle democrazie occidentali. Meloni insomma chiederà a Orbán di stare con l’Occidente in maniera convinta. Il no di Orban alle sanzioni alla RussiaIl leader di Fidesz, però, proprio due giorni fa ha apertamente accusato l’Occidente di «follia suicida». Nel suo discorso di reinsediamento davanti al Parlamento di Budapest, Orbán si è opposto con forza alle nuove sanzioni Ue alla Russia, annunciando il veto ungherese per non mettere pericolo la sicurezza energetica nazionale. Proprio su questo tema, Meloni nel messaggio al Cpac si schiererà a favore della battaglia del premier ungherese per chiedere compensazioni agli stati colpiti dalle sanzioni alla Russia. E – tendendo una mano al leader di Fidesz – bacchetterà i vertici Ue che, subito dopo la sua rielezione, hanno attaccato Budapest sul rispetto dei diritti umani. Il CpacLa decisione di ospitare in Ungheria il Cpac, comunque, rassicura sull’intenzione di Orbán di non tradire il pposizionamento geopolitico dell’Ucraina nello schieramento occidentale. La conferenza organizzata dall’American Conservative Union e dal Centro per i diritti fondamentali di Ungheria, infatti, raccoglie partiti ed esponenti conservatori americani (e non solo). L’obiettivo dichiarato è «difendere le radici cristiane dell’Occidente» e affrontare le «minacce del gender»; quest’ultima è una delle battaglie più accese in Ungheria che con legge sui minori e contenuti gay, proprio voluta dal premier, ha infiammato l’Europa . A Budapest parleranno Santiago Abascal, presidente del partito spagnolo Vox, il britannico Nigel Farage , leader dell’Ukip, e il conservatore Usa, Tucker Carlson. La soluzione di compromessoMeloni non potrà prenderà parte di persona all’evento a Budapest per impegni elettorali. La scelta del videomessaggio è un riuscito compromesso che accontenta Orbán, con il quale c’erano stati segnali di «freddezza» quando lo scorso aprile, in visita a Roma, aveva incontrato solo Salvini. Soddisfatti anche i premier ceco (Petr Fiala) e polacco (Mateusz Morawiecki) – ospiti alla Conferenza programmatica di FdI di inizio maggio ed esponenti del Partito conservatore europeo di cui Meloni è presidente – che sono su posizioni ben più intransigenti verso la Russia rispetto al Orbán. Non a caso, Fiala e Morawiecki sono stati tra i primi a recarsi a Kiev dopo lo scoppio della guerra per incontrare il presidente ucraino Zelensky. 18 maggio 2022 (modifica il 18 maggio 2022 | 12:57) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-18 10:57:00, La presidente di FdI interviene con un video alla conferenza dei conservatori a Budapest e invita il leader di Fidesz a condividere le posizioni delle democrazie, C. De L.

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