Marmolada, trovati altri due corpi. Il procuratore: crollo imprevedibile

di Gianni Santucci, Alfio Sciacca

Le vittime salgono a 9, i Ris al lavoro per identificare i resti con l’esame del Dna. Oggi i soccorritori tornano sul terreno per cercare i tre dispersi: il piano di fuga con l’elicottero in caso di nuovi cedimenti

dai nostri inviati
CANAZEI (TRENTO)
— Martedì, all’ora del tramonto, i genitori di Emanuela Piran, dispersa sotto la Marmolada, sono risaliti in auto per tornare a casa, a Bassano del Grappa, e salutando chi li ospitava hanno detto: «Andiamo via… forse non c’è più speranza che la trovino». Ieri però, cielo sereno fin dal mattino, il sole continua a battere contro la valanga indurita come il cemento: lo stesso caldo anomalo che è stato la causa del distacco, ora aiuta le ricerche e inizia a sciogliere il ghiaccio in superficie liberandolo dallo strato di terra che lo aveva trasformato in una massa impenetrabile all’occhio dei droni. E così negli stessi punti dove fino al giorno prima non si vedeva nulla, ora affiorano i corpi di altri due dei cinque dispersi. «Lassù lo scenario cambia di continuo — spiega Maurizio Dellantonio, capo del Soccorso Alpino —, oggi i droni hanno individuato ciò che per giorni non era visibile».

Il bilancio

Le telecamere localizzano i corpi sotto i 3.000 metri, quasi a metà della valanga di ghiaccio. In tarda mattinata i soccorritori si calano coi verricelli dagli elicotteri e recuperano le salme. Dovrebbero essere di due uomini. Viene recuperata anche un’altra traccia umana, che non viene inserita nella triste contabilità di questa tragedia: potrebbe appartenere ad uno degli altri dispersi o anche ai cadaveri già recuperati e ricomposti nel Palazzo del Ghiaccio. Le conseguenze del crollo sulla Marmolada devono dunque essere aggiornate. Le vittime accertate non sono più sette, ma nove: quattro già identificate e cinque ancora senza un nome. Il numero dei dispersi dovrebbe invece scendere da cinque a tre.

L’arrivo dei Ris

Ma non è tutto così semplice in questa tragedia. C’è infatti la possibilità, fa notare un investigatore, «che i due corpi appena trovati non siano delle persone ad oggi “disperse”, ma di due uomini dei quali non è stata mai denunciata la scomparsa». Inoltre proprio ieri sono stati trovati i documenti di identità dei due ragazzi della Repubblica Ceca rimasti intrappolati sotto il ghiaccio della Marmolada. Si attendono ora i familiari per il riconoscimento definitivo dei loro cari, i cui corpi erano già stati recuperati e portati a Canazei. Per riuscire a dare risposte certe alle famiglie che, oltre allo strazio, debbono affrontare anche questa complicatissima catena di possibilità, sarà decisivo il lavoro del Ris di Parma, da ieri nel Palazzo del Ghiaccio trasformato in camera ardente. Dovranno avviare le comparazioni del Dna, unico riscontro certo per dare un’identità a quei cadaveri straziati e senza nome. «Abbiamo il dovere di andare avanti in modo spedito per dare risposte ai familiari che con tanta angoscia aspettano da giorni», riflette Dellantonio.

«I piedi sul ghiacciaio»

Per questo oggi, per la prima volta, i soccorritori metteranno piede sulla valanga di ghiaccio alla ricerca dei dispersi che mancano all’appello. Un’operazione pericolosissima. All’alba, quando il rischio di nuovi distacchi è minore, 14 operatori interforze, comprese due unità cinofile, faranno quello che il drone non può fare, perlustrando ogni singola porzione della valanga. Sarà un intervento complesso: il piano operativo divide il percorso della cascata di ghiaccio e roccia, lungo circa 2,5-3 chilometri, con oltre 600 metri di dislivello, in tre parti. In caso di un nuovo distacco, per gli uomini sul terreno, l’intervallo di tempo per salvarsi sarebbe rispettivamente di 20, 40 o 60 secondi. Gli specialisti lavoreranno all’inizio nella parte più bassa, quella meno pericolosa e col maggior accumulo: un elicottero accompagnerà in quota più operatori che verranno calati e si muoveranno restando imbragati col verricello al velivolo in aria.

Controllo radar

In caso di allerta, il pilota dovrà riprendere immediatamente quota e sollevare gli operatori per metterli in salvo. Il contorno sarà decisivo: «uomini sentinella» piazzati in zone sicure della montagna faranno un controllo a vista del ghiacciaio, che sarà tenuto in costante osservazione anche dai tre radar installati due giorni fa, in grado di registrare immediatamente spostamenti infinitesimali della massa ghiacciata. Tutte le persone di guardia saranno collegate via radio con i piloti. Il ghiacciaio, fino a ieri mattina, era immobile. Nella parte più alta della valanga è anche stata intercettata la presenza di uno smartphone. Ma andarlo a cercare in quel punto, per il momento, è troppo rischioso.

Il procuratore

Uno sforzo enorme per dare risposte alle famiglie. Ma senza caccia alle streghe, avverte il procuratore di Trento Sandro Raimondi: «Non vogliamo alcun agnello sacrificale da dare in pasto alla pubblica opinione». Ieri in Procura ha presieduto un vertice operativo e disposto nuovi accertamenti. «Coinvolgeremo degli esperti per fornire prove di natura idraulica sulla stagnazione di acqua sotto il ghiacciaio». «Il grosso nodo di questa indagine — spiega — è la prevedibilità dell’evento: se cioè questa sciagura era prevedibile oppure no. E nel caso se è collegabile a ipotesi di imprudenza. Al momento la prevedibilità è esclusa. Siamo come in una stanza con tante porte. Le apriremo tutte e vedremo cosa c’è dietro in modo da ricostruire bene i fatti».

6 luglio 2022 (modifica il 6 luglio 2022 | 23:52)

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, 2022-07-06 22:17:00, Le vittime salgono a 9, i Ris al lavoro per identificare i resti con l’esame del Dna. Oggi i soccorritori tornano sul terreno per cercare i tre dispersi: il piano di fuga con l’elicottero in caso di nuovi cedimenti, Gianni Santucci, Alfio Sciacca

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