Manovra 2023, il testo arriva in Parlamento: dai soldi per rinnovare il contratto al taglio del cuneo fiscale. Meloni: Approvarla in tempi rapidi

“Lunedì invieremo la manovra al Parlamento”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un punto stampa ad Acqualagna.

Il lavoro sostanzialmente è chiuso, i saldi di bilancio sono invariati rispetto a quanto approvato in Consiglio dei ministri“, ha spiegato la presidente del Consiglio che aggiunge: “Siamo pronti a procedere e confido che faremo anche del nostro meglio per poterla approvare in tempi rapidi anche per dare un segnale di serietà e di idee chiare da parte dell’Italia“.

Dunque arriverà la prossima settimana il disegno di legge con la manovra di bilancio, che porta con sé varie modifiche in diversi settori, tra cui previdenza sociale, sanità, e finanze pubbliche.

Rinnovo contratti pubblici

La bozza, di cui abbiamo parlato in precedenza, prevede un incremento del fondo per il rinnovo dei contratti pubblici con un’aggiunta di 8 miliardi nel prossimo biennio. 

Per il 2024, la cifra destinata è di 3 miliardi di euro, una somma destinata agli anticipi, determinati in misura fissa dalla legge. L’indennità annuale di vacanza contrattuale del 2023 verrà moltiplicata per 6,7, dando una chiara indicazione sulle prospettive di incremento. A questo fondo, vanno aggiunti ulteriori 3 miliardi di euro destinati al personale della sanità, suddivisi in 2,3 miliardi per i rinnovi contrattuali e 700 milioni per la defiscalizzazione degli straordinari.

Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, aveva precedentemente menzionato un fondo di 8 miliardi di euro per i rinnovi nel 2024. Tuttavia, la manovra prevede ulteriori 5 miliardi, ma destinati al 2025. Il posticipo nell’erogazione degli aumenti, previsti dalla bozza, mostra una programmazione dilazionata nel tempo, anche se il ministro si è prontamente impegnato ad avviare le trattative per i rinnovi a partire da gennaio del prossimo anno.

Ovviamente, anche la scuola è coinvolta da tale operazione che potrebbe portare senza dubbio un po’ di buone notizie per il personale scolastico.

Come spiegato in precedenza, fra gli aumenti derivanti dal contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) 2019-2021, l’attuazione del taglio al cuneo fiscale, le modifiche alle aliquote Irpef e l’anticipo sul prossimo Ccnl 2022/24, ogni docente potrebbe beneficiare di un incremento approssimativo di 200 euro sulla propria busta paga, soprattutto per coloro la cui retribuzione annua non eccede i 35.000 euro. 

Il primo tassello si avrebbe con l’arrivo della seconda tranche di aumenti del CCNL 2019/21. Questo incremento, presente nell’Ipotesi di Contratto sottoscritta il 14 luglio 2023,  si aggiunge ai 101 euro (medi lordi) ottenuti l’anno scorso, portando l’aumento totale a 124 euro lordi medi. Questo traguardo, raggiunto grazie all’opera del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, rappresenta un impegno finanziario complessivo di circa tre miliardi di euro.

N.B. Ad oggi l’ipotesi di Contratto sottoscritta lo scorso 14 luglio non è stata ancora firmata in via definitiva, pertanto non c’è ancora una data per la somma residua del CCNL 2019/21.

L’altro importante “rubinetto” proviene dall’anticipo del nuovo Ccnl, con un finanziamento di due miliardi di euro stanziati dalla manovra 2024. Di questi, il 40% verrà destinato al settore scolastico, traducendosi in un aumento medio di 70 euro al mese per i docenti, un cifra che può raggiungere fino a 100 euro al mese per i docenti con una maggiore anzianità.

Ma, come spiegheremo più avanti, la Legge di Bilancio 2024 introduce anche un taglio al cuneo fiscale-contributivo, che continuerà a beneficiare i lavoratori con redditi medio-bassi. Questa misura, insieme alla riforma delle aliquote Irpef, porterà a un incremento annuo di 1.298 euro, circa 110 euro al mese, per i lavoratori con un reddito di 27.500 euro lordi annui.

Pensioni

La Legge di Bilancio propone un’indicizzazione all’inflazione modificata. Le sei fasce di rivalutazione, precedentemente stabilite al 100, 85, 53, 47, 37 e 32 percento, vedono ora un cambiamento con percentuali rinnovate: 100, 90, 53, 47, 37, 22. Soprattutto, la seconda fascia vede un miglioramento, anche se minimo, del 5%. Al contrario, l’ultima fascia vede una diminuzione del 10% nella rivalutazione.

Inoltre, si introduce la Quota 104 per l’anno 2024, permettendo una maggiore flessibilità nell’uscita dal mercato del lavoro a 63 anni con 41 anni di contributi, sebbene con una decurtazione per gli anni di versamento contributivo precedenti al 1996. Cambiano anche i multipli applicati a chi è nel sistema contributivo, con un inasprimento delle condizioni per l’accesso alla pensione anticipata.

Taglio del cuneo fiscale e altri stanziamenti

Ed eccoci al taglio del cuneo fiscale, già accennato a proposito degli aumenti di stipendi per il personale scolastico. Gli stanziamenti per il 2024 includono anche 615 milioni di euro destinati alla carta ‘Dedicata a te’ e al Fondo indigenti. Inoltre, si assegnano ulteriori 282 milioni di euro al Fondo di garanzia per la prima casa.

Per l’anno 2024, è stata anche approvata una spesa massima di 400 milioni di euro per il contributo straordinario al bonus elettrico, esteso anche per il trimestre gennaio-marzo del prossimo anno.

Il taglio del cuneo fiscale viene rifinanziato solo per il 2024, con un’esenzione sui contributi previdenziali per i lavoratori dipendenti, escludendo quelli domestici, di 6 punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile non ecceda un determinato importo mensile.

Inoltre, il canone Rai è ridotto a 70 euro per il 2024, con un contributo di 430 milioni di euro riconosciuto alla società per il miglioramento e l’ammodernamento del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale.

Bonus asilo nido

Per i nati dal 2024 in famiglie con un ISEE fino a 40.000 euro, nei casi in cui sia già presente un figlio di età inferiore ai dieci anni, è previsto un incremento del buono per asili nido, portandolo a 2.100 euro. Questo rappresenta un aumento significativo rispetto all’importo base di 1.500 euro stabilito nel 2019. Dalla Manovra emerge che, con l’aggiunta di 1.500 euro per chi ha un ISEE fino a 25.000 euro e di 1.000 euro per chi rientra nella fascia tra 25 e 40mila euro, il bonus totale raggiungerebbe ora 3.600 euro. Il costo previsto per queste modifiche si aggira intorno ai 240 milioni per il 2024, con un’escalation fino a 306 milioni all’anno dal 2029.

Congedo parentale

Un altro punto focale è la rivalutazione del congedo parentale. La nuova bozza propone due mesi complessivi di congedo (fino al sesto anno di vita del figlio) con una retribuzione dell’80% per il primo mese e del 60% per il secondo, che tornerà all’80% solo per il 2024. Questa è una modifica sostanziale rispetto alla precedente regolamentazione che prevedeva un mese di congedo retribuito all’80%.

Esonero dei contributi per le madri lavoratrici

Inoltre, dal 2024 al 2026, è previsto un esonero totale della quota dei contributi previdenziali per lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, escludendo i rapporti di lavoro domestico, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, con un limite massimo annuo di 3.000 euro. Una misura simile è prevista, in via sperimentale, anche per le lavoratrici madri di due figli.

Titoli di Stato fuori dal calcolo dell’ISEE

Proposta l’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE, insieme all’istituzione di un Fondo Nazionale per la lotta alla droga dotato di 5 milioni di euro all’anno. È previsto anche un aumento di 6 milioni nella dotazione del Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza, mentre il trasferimento di risorse all’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (ASP) – Istituto degli Innocenti di Firenze è diminuito da 5 a 3 milioni.

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