Mamma influencer sul reclutamento docenti: stima degli insegnanti, ma dobbiamo rimettere al centro lo studente

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In una diretta Instagram, Francesca Fiore co ideatrice della community Mammadim***a insieme a Sarah Malnerich ha dialogato sulla questione del reclutamento degli insegnanti.

Le due autrici erano già state nella bufera social per aver lanciato una petizione online, denominata così: “RISTUDIAMO IL CALENDARIO! Un nuovo tempo scuola NON è più RIMANDABILE”.

La mamma influencer ha voluto chiarire la sua posizione riguardo al ruolo degli insegnanti: “A me offende quando l’insegnante ci accusa di considerare la scuola come un parcheggio, perché così non capiscono che sviliscono il loro lavoro, se il lavoro viene nobilitato e lo si rende importante, è quello che ti apre la porta per chiedere un aumento di stipendio. Io non sto parcheggiando mio figlio a scuola, gli do l’opportunità di evolvere a scuola. È un obiettivo che deve essere comune a scuola e famiglie. Io non sono una di quelle madri che pensa che il lavoro degli insegnanti sia una vacanza, che abbiano tre mesi di vacanza o che lavorino poco per quello che guadagnano, io non lo penso, ho grandissima stima del mestiere dell’insegnante, che non sarei in grado di fare. Penso però che sia necessario cambiare e se non lo facciamo insieme, non si potrà fare. Rimettendo al centro il ragazzo, paradossalmente tu (docente) rimetti al centro l’importanza del tuo mestiere”.

Il problema della summer learning loss

“Il calendario scolastico era stato studiato per consentire ai bambini di aiutare i genitori nei campi, va rimodulato. Siamo ancora fermi all’Ottocento e alla riforma agricola. Siamo il paese europeo con più giorni di frequenza scolastica ma siamo il Paese che chiude per più settimane consecutive la scuola“.

“Questo comporta una perdita di competenze enorme per i bambini, si parla di summer learning loss. A settembre assistiamo ad una ripresa lenta e a singhiozzo, si riprende a pieno ritmo circa due settimane dopo la riapertura. Chiediamo che le scuole restino aperte a giugno, a luglio con un’offerta formativa del terzo settore. Questo si porta dietro un ripensamento della didattica, che non può essere più statica, e dei luoghi dove fare scuola, una revisione dell’edilizia scolastica”.

“Questa chiusura prolungata accentua le differenze sociali: i figli delle classi agiate fanno viaggi di formazione, gli altri saranno parcheggiati a casa davanti la televisione o in strada. Il nostro è uno dei sistemi più stressanti del mondo, gli eccessivi carichi di lavoro concentrati nello stesso periodo di tempo, infatti, comportano effetti negativi non solo sul rendimento scolastico, ma anche sul benessere psicofisico”, così scrive il duo sulla pagina della petizione.

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