Ma gli obiettivi di Putin  sono chiari a tutti?

Caro direttore,
sin dal primo momento dell’intervento russo in Ucraina, Putin non ha mai dichiarato si trattasse di una guerra, bensì di «un’operazione speciale» senza peraltro definirne i contorni e gli obiettivi. Ritenere che l’intenzione fosse limitata al Donbass è ovviamente fuorviante, proprio per com’è iniziato il conflitto. Attacchi concentrici a 360 gradi con obiettivo Kiev. Sappiamo come questo progetto sia stato ridimensionato grazie alla tenacia di un presidente, Zelensky, e del suo popolo. Ma penso anche che l’operazione speciale fosse rivolta all’Occidente, in particolare all’Europa, per testare i risvolti economici che possono maturare senza le risorse energetiche e alimentari russe. Tra l’altro in un momento di grandi cambiamenti nel campo ambientale che necessitano di grandi quantità di minerali rari per lo sviluppo di nuove tecnologie. Ecco, tutto questo non può essere sfuggito a un ex agente segreto del Kgb, quale è Putin che, ricordando Robert Redford nel film «I tre giorni del Condor», ha senz’altro dimestichezza con questo tipo di scenari. I risultati sono sul tappeto sotto gli occhi di tutti e gli esiti totalmente imprevedibili.
Luciano Giuliani

Caro signor Giuliani,
La finzione linguistica di chiamare l’invasione dell’Ucraina «operazione speciale» fa parte degli strumenti della propaganda che mirano a non allarmare troppo la popolazione russa. In realtà Putin sta combattendo almeno due guerre: una di conquista di un Paese confinante (all’inizio l’obiettivo era tutto il Paese ora vuole il Donbass e forse qualcosa di più per controllare tutti gli sbocchi al mare), l’altra globale diretta contro l’Unione europea, la Nato e in generale il cosiddetto fronte occidentale. Il primo conflitto è tremendo in termini di morti e distruzioni, con intere città bombardate e rase al suolo: elemento che spesso sembra essere completamente rimosso dal dibattito italiano. Ma la seconda guerra non è meno grave perché vuole fare razzia di produzioni strategiche che si trovano nel Donbass, ricattare economicamente il mondo utilizzando l’energia come arma per piegare la resistenza alla volontà di potenza russa. È evidente che più i problemi economici in Italia e in Europa cresceranno più il rischio di diventare accondiscendenti verso Putin crescerà. E avremo un mondo in cui le regole potranno essere dettate dalla Russia e dalla Cina. Questa è la posta in gioco. Un mondo in cui sovranità, indipendenza, libertà, diritti e pace saranno messi in un angolo. Spero che tutti ne siano consapevoli.

, 2022-06-12 23:06:00,

Caro direttore,
sin dal primo momento dell’intervento russo in Ucraina, Putin non ha mai dichiarato si trattasse di una guerra, bensì di «un’operazione speciale» senza peraltro definirne i contorni e gli obiettivi. Ritenere che l’intenzione fosse limitata al Donbass è ovviamente fuorviante, proprio per com’è iniziato il conflitto. Attacchi concentrici a 360 gradi con obiettivo Kiev. Sappiamo come questo progetto sia stato ridimensionato grazie alla tenacia di un presidente, Zelensky, e del suo popolo. Ma penso anche che l’operazione speciale fosse rivolta all’Occidente, in particolare all’Europa, per testare i risvolti economici che possono maturare senza le risorse energetiche e alimentari russe. Tra l’altro in un momento di grandi cambiamenti nel campo ambientale che necessitano di grandi quantità di minerali rari per lo sviluppo di nuove tecnologie. Ecco, tutto questo non può essere sfuggito a un ex agente segreto del Kgb, quale è Putin che, ricordando Robert Redford nel film «I tre giorni del Condor», ha senz’altro dimestichezza con questo tipo di scenari. I risultati sono sul tappeto sotto gli occhi di tutti e gli esiti totalmente imprevedibili.
Luciano Giuliani

Caro signor Giuliani,
La finzione linguistica di chiamare l’invasione dell’Ucraina «operazione speciale» fa parte degli strumenti della propaganda che mirano a non allarmare troppo la popolazione russa. In realtà Putin sta combattendo almeno due guerre: una di conquista di un Paese confinante (all’inizio l’obiettivo era tutto il Paese ora vuole il Donbass e forse qualcosa di più per controllare tutti gli sbocchi al mare), l’altra globale diretta contro l’Unione europea, la Nato e in generale il cosiddetto fronte occidentale. Il primo conflitto è tremendo in termini di morti e distruzioni, con intere città bombardate e rase al suolo: elemento che spesso sembra essere completamente rimosso dal dibattito italiano. Ma la seconda guerra non è meno grave perché vuole fare razzia di produzioni strategiche che si trovano nel Donbass, ricattare economicamente il mondo utilizzando l’energia come arma per piegare la resistenza alla volontà di potenza russa. È evidente che più i problemi economici in Italia e in Europa cresceranno più il rischio di diventare accondiscendenti verso Putin crescerà. E avremo un mondo in cui le regole potranno essere dettate dalla Russia e dalla Cina. Questa è la posta in gioco. Un mondo in cui sovranità, indipendenza, libertà, diritti e pace saranno messi in un angolo. Spero che tutti ne siano consapevoli.

, Luciano Fontana

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version