«L’eredità», una formula che funziona anche dopo 20 anni

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di Aldo Grasso

In onda per la prima volta nell’estate del 2002, il programma continua a funzionare più che egregiamente. Segno che la televisione è fatta di continuità e ritualità

Vent’anni di «Eredità», e il programma continua a funzionare più che egregiamente, segno che la televisione — specie quella del daytime — è fatta di continuità e ritualità. La prima edizione del gioco a premi di Rai1 andava in onda in fascia preserale (che ha conservato) nell’estate del 2002. Quest’anno si è consumata, quindi, la ventesima stagione in onda, col programma condotto ora da Flavio Insinna (dopo Amadeus, Carlo Conti e Fabrizio Frizzi, cui oggi sono dedicati gli studi nei quali si produce) che si concluderà questa sera per tornare, come di consueto, a settembre, e dare un po’ di riposo alla formula. Con 4.400.000 spettatori medi nel corso della settimana (per la parte centrale del programma che comincia alle 19.12), e quasi il 26% di share, il game show è il programma più visto per share nel daytime di Rai1.

Ma la forza dell’«Eredità» sta da sempre nella ragione per cui il programma è stato creato: la curva del preserale trascina la platea televisiva che si amplia verso la prima serata, e il gioco a premi lo fa con la formidabile formula della «ghigliottina», che resta il picco dell’emissione, la sua ragione d’essere. Un programma in onda da vent’anni deve lottare normalmente contro l’usura, ma questa ventesima edizione ha sorpreso, con un risultato persino lievemente superiore a quello dello scorso anno. I più assidui spettatori dello show sono le donne (la share sul target si alza, in questo caso, oltre il 29%), soprattutto d’età adulta e avanzata (miglior share su target fra gli ultra65enni, oltre il 30%). La composizione del pubblico è piuttosto equilibrata per livelli di istruzione, col 27,4% di share fra i laureati. L’Italia che ama i ritmi e la ritualità del game prima del tg è soprattutto quella delle Centro e del Sud, con un picco in Umbria (33% di share), ma anche in Puglia, in Basilicata e nelle Marche.

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel

4 giugno 2022 (modifica il 4 giugno 2022 | 22:00)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-06-04 20:16:00,

di Aldo Grasso

In onda per la prima volta nell’estate del 2002, il programma continua a funzionare più che egregiamente. Segno che la televisione è fatta di continuità e ritualità

Vent’anni di «Eredità», e il programma continua a funzionare più che egregiamente, segno che la televisione — specie quella del daytime — è fatta di continuità e ritualità. La prima edizione del gioco a premi di Rai1 andava in onda in fascia preserale (che ha conservato) nell’estate del 2002. Quest’anno si è consumata, quindi, la ventesima stagione in onda, col programma condotto ora da Flavio Insinna (dopo Amadeus, Carlo Conti e Fabrizio Frizzi, cui oggi sono dedicati gli studi nei quali si produce) che si concluderà questa sera per tornare, come di consueto, a settembre, e dare un po’ di riposo alla formula. Con 4.400.000 spettatori medi nel corso della settimana (per la parte centrale del programma che comincia alle 19.12), e quasi il 26% di share, il game show è il programma più visto per share nel daytime di Rai1.

Ma la forza dell’«Eredità» sta da sempre nella ragione per cui il programma è stato creato: la curva del preserale trascina la platea televisiva che si amplia verso la prima serata, e il gioco a premi lo fa con la formidabile formula della «ghigliottina», che resta il picco dell’emissione, la sua ragione d’essere. Un programma in onda da vent’anni deve lottare normalmente contro l’usura, ma questa ventesima edizione ha sorpreso, con un risultato persino lievemente superiore a quello dello scorso anno. I più assidui spettatori dello show sono le donne (la share sul target si alza, in questo caso, oltre il 29%), soprattutto d’età adulta e avanzata (miglior share su target fra gli ultra65enni, oltre il 30%). La composizione del pubblico è piuttosto equilibrata per livelli di istruzione, col 27,4% di share fra i laureati. L’Italia che ama i ritmi e la ritualità del game prima del tg è soprattutto quella delle Centro e del Sud, con un picco in Umbria (33% di share), ma anche in Puglia, in Basilicata e nelle Marche.

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel

4 giugno 2022 (modifica il 4 giugno 2022 | 22:00)

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