Le parti del PEI più determinanti e quelle più funzionali all’operatività nelle classi: in allegato Tabella di corrispondenza che esplicita le relazioni e le confluenze tra “parametri/assi” e “dimensioni”

Quali parti del PEI risultano più determinanti e quali più funzionali all’operatività nelle nostre classi? Il Piano Educativo Individualizzato dovrebbe essere un documento che mette in campo azioni integrate tra loro e che richiama la responsabilità di tutti: famiglia, scuola, sanità, extrascuola. Considerazione per la quale, dunque, è necessario puntellare la maggior parte degli elementi caratterizzanti il PEI. Le partii più determinanti e funzionali ma anche quelle che lo sono di meno ma che concorrono al successo del Piano. Ci siamo confrontati con una delle più autorevoli dimensioni professionali internazionali, il prof. Piero Crispiani (Professore Onorario Università di Macerata e Professore Straordinario Link Campus University di Roma) e la dott.ssa Raffaela Maggi (Docente, Pedagogista e Presidente del Centro Studi Itard)

Quali parti del PEI risultano più determinanti e quali più funzionali all’operatività nelle nostre classi?

«In primis la parte relativa l’osservazione sistematica che deve essere un modus operandi di chi si occupa di educazione e formazione. Il quadro informativo iniziale, poi, che va compilato dalla famiglia o da chi ha la responsabilità genitoriale che fornisce informazioni importanti e imprescindibili relativamente lo studente: le sue attitudini, ciò che gradisce fare, i suoi punti di forza anche in ambienti diversi da quello scolastico. Una novità è anche il raccordo con il progetto individuale (ai sensi dell’art. 14 della Legge 328 del 2000) che garantisce una sinergia tra le diverse parti nel rispetto dei reciproci ruoli; purtroppo, spesso l’educatore a scuola ha un incarico poco chiaro e spesso parallelo a quello che si concorda nel Gruppo di Lavoro. Questa è un’opportunità da cogliere favorevolmente. Anche l’introduzione delle quattro dimensioni (socializzazione e interazione, comunicazione e linguaggio, autonomia e orientamento, cognitiva, neuropsicologica e dell’apprendimento) quali elementi fondanti nella costruzione di una progettazione educativa e formativa inclusiva tenendo conto di ciò che è “funzionale” permette agli insegnanti ma anche all’intera comunità scolastica di orientare il loro operato verso una vera presa in carico che tiene conto dell’aspetto ecologico dello studente. Interessante è, relativamente , il documento della Scuola Secondaria di II grado, la partecipazione dello studente nell’ottica del principio dell’autodeterminazione alla stesura, definizione e approvazione».

Su cosa dovrebbe puntare il consiglio di classe?

« A. Sulla conoscenza funzionale dello studente (capacità, soglie, risorse, disponibilità).
B. Sull’autentica progettualità… e sulla condivisione della progettualità. Troppo spesso, nel corso degli anni, si è delegato il docente di sostegno a ruoli che sono di pertinenza di tutti i docenti».

Il PEI è un documento condiviso nella sua stesura? Con chi?

«Il Piano Educativo Individualizzato dovrebbe essere un documento che mette in campo azioni integrate tra loro e che richiama la responsabilità di tutti: famiglia, scuola, sanità, extrascuola. Purtroppo, spesso, la rete risulta “disfunzionale” per tutta una serie di motivazioni che vanno dalla mancanza di specialisti nella Sanità, alla nomina tardiva di docenti di sostegno e tanto altro. Il PEI , secondo l’art. 15 della L. 104/92, modificato dal Decreto Legislativo 66/2017, è discusso, approvato e verificato dal gruppo di lavoro operativo (GLO) , costituito per ciascun alunno e ciascuna alunna con disabilità e valido per un anno scolastico. Il gruppo di lavoro è composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe e presieduto dal dirigente scolastico o da un suo delegato. I docenti di sostegno, in quanto contitolari, fanno parte del Consiglio di classe o del team dei docenti. Inoltre, i genitori dell’alunno con disabilità o chi ne esercita la responsabilità̀ genitoriale, le figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica, che interagiscono con la classe e con l’alunno nonché́, ai fini del necessario supporto, l’unità di valutazione multidisciplinare.».

In termine di privacy quanto è delicata la tenuta del PEI? Quanto è consigliabile condividerlo con le strumentalità informatiche?

«L’art. 4 – Funzionamento del Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione- del Decreto Interministeriale n. 182 evidenzia che i membri del Gruppo di lavoro nominati con Decreto del Dirigente Scolastico, “hanno accesso al P.E.I. discusso e approvato”. Abbiamo a che fare con dati sensibili normati nel rigoroso rispetto del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (RGPD, Regolamento UE n. 2016/679). Lo stesso Decreto rappresenta che, sempre gli stessi componenti del GLO, “nell’ambito delle procedure finalizzate all’individuazione del fabbisogno di risorse professionali per il sostegno didattico e l’assistenza, possono accedere alla partizione del sistema SIDI – Anagrafe degli alunni con disabilità, per consultare la documentazione necessaria.” Su questo punto così delicato sarebbero necessarie specificazioni da parte del M.I.U.R.».

Cosa consiglia ai docenti di sostegno per costruire con i colleghi di classe un PEI all’altezza delle sfide educative, didattiche e formative?

«Consiglio di dedicare la massima e costante attenzione a capire il quadro dei sintomi nel singolo caso e di percepire/apprezzare i livelli delle competenze presenti, ciò che mi piace definire “strategia di soglia”, e da qui muovere il percorso educativo e didattico». Essere autentici gestori, project work del proprio operato.

Un consiglio ai docenti di classe?

«Ragionare, assistere i docenti di sostegno spesso pressati su pratiche didattiche insignificanti rispetto ai tipi di disabilità (lentezza esecutiva, iperstimolazione, lavori cooperativi, schemi lessicali gabbati per “mappe concettuali). Ritengo utile che i docenti di classe garantiscano ai sostegni l’apporto esperienziale e l’autenticità del “fare scuola”, quindi la giusta autonomia».

Un consiglio ai genitori dell’alunno con disabilità?

«Richiedere alla scuola un servizio didattico comune e di sostegno adeguato ai reali bisogni del caso, quinid “clinico”, non centrato sulla classificazione nosografica (diagnosi) ma sulla “valutazione funzionale” e “rilevazione delle reali soglie di competenze”.».

Tabella di corrispondenza che esplicita le relazioni e le confluenze tra “parametri/assi” e “dimensioni”

Allegato all’articolo la “Tabella di corrispondenza che esplicita le relazioni e le confluenze tra “parametri/assi” e “dimensioni”” adottata dall’Istituto di Istruzione superiore “Crocetti-Cerulli” di Giulianova diretto dal dirigente scolastico Prof. Ing. Luigi Valentini, una vera icona della managerialità dello Stato.

TABELLA DI CORRISPONDENZA ASSI -DIMENSIONI

, 2022-11-30 06:47:00, Quali parti del PEI risultano più determinanti e quali più funzionali all’operatività nelle nostre classi? Il Piano Educativo Individualizzato dovrebbe essere un documento che mette in campo azioni integrate tra loro e che richiama la responsabilità di tutti: famiglia, scuola, sanità, extrascuola. Considerazione per la quale, dunque, è necessario puntellare la maggior parte degli elementi caratterizzanti il PEI. Le partii più determinanti e funzionali ma anche quelle che lo sono di meno ma che concorrono al successo del Piano. Ci siamo confrontati con una delle più autorevoli dimensioni professionali internazionali, il prof. Piero Crispiani (Professore Onorario Università di Macerata e Professore Straordinario Link Campus University di Roma) e la dott.ssa Raffaela Maggi (Docente, Pedagogista e Presidente del Centro Studi Itard)
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