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Le opinioni di mister Joe

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Joe Biden non ritratta e non chiede scusa. Continua a pensare che Putin sia un «macellaio» (e chi non lo pensa? Probabilmente anche Putin, che lo prenderà per un complimento). Ribadisce che lo ritiene «moralmente indegno» di guidare una nazione civile, ma si premura di aggiungere che il suo disprezzo per Putin non influirà sulle relazioni diplomatiche perché «la mia è solo una opinione personale». Cioè, il presidente in carica degli Stati Uniti rivendica il diritto di dire la sua come un pensionato di Miami davanti alla tv. All’improvviso l’abito non fa più il monaco, ma è il monaco che fa a pezzi l’abito e si consegna in pigiama allo sguardo stupefatto del mondo. Come in una rissa tra scolaretti, il piccolo Joe disprezza il piccolo Vladimir e non intende fare finta di volergli bene mai più.

Sarebbe forse un po’ troppo arzigogolato considerare la sortita di Biden una lucida provocazione per allungare il conflitto ucraino che sta logorando il suo avversario. Ma sarebbe anche troppo semplice ridurla a una gaffe o attribuirla a un allentamento dei freni inibitori. L’ipotesi più plausibile è che, proprio mentre il politicamente corretto pervade ogni aspetto della comunicazione, il linguaggio della politica si sia messo ad esaltare la schiettezza brutale in quanto testimonianza di sincerità. Ormai è tale il bisogno dei presidenti di essere anzitutto «sé stessi» che per trovarne uno che si comporti da Presidente bisogna rivolgersi agli attori. E non alludo a Will Smith.

Il Caffè di Gramellini vi aspetta qui, da martedì a sabato. Chi è abbonato al Corriere ha a disposizione anche «PrimaOra», la newsletter che permette di iniziare al meglio la giornata. La si può leggere qui.

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30 marzo 2022, 06:41 – modifica il 30 marzo 2022 | 06:41

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-03-30 04:42:00,

Joe Biden non ritratta e non chiede scusa. Continua a pensare che Putin sia un «macellaio» (e chi non lo pensa? Probabilmente anche Putin, che lo prenderà per un complimento). Ribadisce che lo ritiene «moralmente indegno» di guidare una nazione civile, ma si premura di aggiungere che il suo disprezzo per Putin non influirà sulle relazioni diplomatiche perché «la mia è solo una opinione personale». Cioè, il presidente in carica degli Stati Uniti rivendica il diritto di dire la sua come un pensionato di Miami davanti alla tv. All’improvviso l’abito non fa più il monaco, ma è il monaco che fa a pezzi l’abito e si consegna in pigiama allo sguardo stupefatto del mondo. Come in una rissa tra scolaretti, il piccolo Joe disprezza il piccolo Vladimir e non intende fare finta di volergli bene mai più.

Sarebbe forse un po’ troppo arzigogolato considerare la sortita di Biden una lucida provocazione per allungare il conflitto ucraino che sta logorando il suo avversario. Ma sarebbe anche troppo semplice ridurla a una gaffe o attribuirla a un allentamento dei freni inibitori. L’ipotesi più plausibile è che, proprio mentre il politicamente corretto pervade ogni aspetto della comunicazione, il linguaggio della politica si sia messo ad esaltare la schiettezza brutale in quanto testimonianza di sincerità. Ormai è tale il bisogno dei presidenti di essere anzitutto «sé stessi» che per trovarne uno che si comporti da Presidente bisogna rivolgersi agli attori. E non alludo a Will Smith.

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30 marzo 2022, 06:41 – modifica il 30 marzo 2022 | 06:41

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, Massimo Gramellini

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