Le eccellenze dei docenti italiani. Lettera

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Inviato da Fernando Mazzeo – L’assegnazione del prestigioso premio internazionale, “Il GESS Award”, assegnato al prof. Daniele Manni (unico italiano) dell’Istituto “Costa-Galilei-Scarambone” di Lecce, Dirigente Prof.ssa Gabriella Margiotta, è il risultato di una didattica innovativa e di una educazione all’imprenditorialità che dà impulso ad una prassi educativa che si affaccia fiduciosa verso il futuro.

Sicuramente, lo sforzo e l’impegno più grande si traduce in un’ azione dell’agire insieme, docente-alunni, dove questo insieme è tenuto stretto dall’efficienza e dalla forza del gruppo.

Determinati risultati si raggiungono soltanto con la passione, con uno stile educativo che dà tutto e non conserva niente e che è punto di riferimento per l’intera comunità scolastica.
I ragazzi, oggi, hanno bisogno di raccogliere stimoli e incoraggiamenti e, soprattutto, di incamminarsi lungo sentieri fervorosi e dinamici, che aiutino ad assumersi dirette e precise responsabilità e ad affrontare con semplicità e sicurezza ogni ambienti di vita.

Si tratta di far nascere il desiderio di leggere dentro risposte a domande che, da tempo, abbiamo smesso di farci, di cercare e accettare il confronto con una nuova e inusitata complessità educativa, familiare, economica e sociale, anzi, di sfidarla.

Il piccolo segreto del prof. Manni è racchiuso in una parola semplice che dà il senso di un cammino comune: accompagnare. Una sfida, un orgoglio, una preoccupazione, un timore, una gioia, che costituiscono l’essenza di non essere soli nel compiere scelte educative impegnative e coraggiose.
Educare è libertà e necessita coraggio e determinazione per affrontare il nostro comune futuro, ovvero, l’educazione e la crescita dei nostri figli e delle future generazioni.

Accompagnare è, dunque, un verbo che non dovrebbe indurre spavento, ma attenzione, voglia di capire cosa sta accadendo o potrà accadere in un mondo caratterizzato da una straordinaria mutazione antropologica che coinvolge la scuola, la famiglia, i giovani e i loro valori.

Accompagnare è lasciare gli alunni davanti alla responsabilità dei propri errori, senza mai perderli di vista in quell’ avventura che è il vivere; è contribuire a riparare il diabolico cortocircuito di un’emergenza educativa che, spesso, si trasforma in vuoto educativo e genera apatia, disincanto, resa, impotenza.

L’obiettivo è quello di strappare le vele dell’indifferenza e della rassegnazione, di spezzare le catene della mediocrità, per non derubare i giovani dei loro sogni e delle loro ambizioni, per aiutarli ad aprire le ali, a prendere il vento e crescere con tanta voglia di fare, di agire, di pensare, di progettare, di osare, di rovesciare i luoghi comuni.

Come nella pratica educativa di don Lorenzo Milani, è importante ripetere e ribadire, a livello scolastico, il nostro I care, me ne importa, cioè, non sono indifferente.
Occorre provocare, sfidare, guardare oltre la rassegnata quiete di una società incapace di pensare che la responsabilità di un progetto di vita non è una sorta di anatema biblico, ma legittimazione delle libertà.
La scuola rischia, spesso, di seguire alcune mode, che rendono faticoso l’impegno di chi vuole costruire un quadro più completo ed efficace contro l’allarmante emergenza sociale.

Tra le grida più recenti c’è il bullismo nelle sue variabili tecnologiche come il cyber-bullismo, e il prof. Manni, con il progetto “MaBasta”, ha acceso un faro nel deserto emotivo di molteplici ed ostili sussulti relazionali, che contribuiscono ad alimentare inquietudini e insicurezze.

Esplicitare e valorizzare un precipuo e innovativo stile educativo e didattico, non è solo mera autoreferenzialità, ma assunzione di responsabilità per dare risposte esaustive alle pressanti richieste di ragazzi smarriti e insicuri nel grande e magico gioco dell’esistenza.

Tutta l’educazione non può non tener conto di un principio fondamentale della crescita: la gioia di farcela da solo, la felicità di rialzarsi senza l’aiuto di nessuno, la soddisfazione di portare a termine un
compito, un’ esperienza, scoprendo di sé limiti e forza finora sconosciuti.

Per ottenere il massimo, la scuola deve cercare una via fra Scilla del lasciar fare e Cariddi del divieto frustrante.

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