La Russa: «Salvini? Giorgia Meloni non si imbucherebbe a Pontida»

Spread the love

di Paola Di CaroL’esponente di FdI: «Se Matteo Salvini vuole venire a trovarci lo riceviamo. Il saluto romano? È un clamoroso errore» Due anni fa apparve sul suo profilo Twitter il messaggio che per evitare il contagio da Covid era meglio «un saluto romano antivirus e antimicrobi» che una stretta di mano. Pochi minuti dopo cancellò il tweet e si scusò per la «battuta» opera di un collaboratore, tale Alfonso: «Era uno scherzo — disse — se l’avessi scritto io non lo avrei cancellato». Ma per Ignazio La Russa, esponente storico della destra italiana e di FdI, davvero parlare ancora di questo tema è fuori dalla storia, dal fulcro degli eventi che si stanno svolgendo alla convention milanese. La Meloni ha definito il saluto romano «antistorico». «Ma certo, è una cosa fuori dal tempo. Di più: è un clamoroso errore. Perché quello era un segno di riconoscimento o di nostalgia per un mondo che non c’è più e che nessuno pensa di restaurare. E soprattutto ci danneggia, visto che permette ai nostri avversari di attaccarci su cose che non esistono, dato che sulla sostanza non hanno argomenti». Non può negare che ancora oggi a destra il saluto romano è usato e non di rado. «Ma da chi? Qui ci sono 5.000 delegati di FdI, ha visto qualcuno fare il saluto?». Beh, fuori da qui… «Fuori vedo ragazzetti che ogni tanto e soprattutto per ricordare persone scomparse si esibiscono, e mi sono dato una spiegazione: lo fanno soprattutto perché è vietato. Per sfida. Per provocazione. Per sentirsi diversi, per ribellione… Spesso non sanno nemmeno cosa rappresentava quel saluto, nessuno vorrebbe tornare a un regime, alla privazione della libertà». Quindi sbagliato vietarli? «Se li si vuole vietare li si vieti. Non è un tema per noi». Al funerale di Assunta Almirante si sono visti però… «A lei non sarebbe piaciuto e credo che non abbia mai fatto il saluto romano in vita sua. E fu proprio Giorgio Almirante, nel lontano 1969, in visita alla nostra sede milanese a corso Monforte, a dire che non voleva più vedere “orpelli”. “Giù le mani!”, intimò. Il saluto era un modo per sentirsi parte di una comunità, ma Almirante chiuse quell’epoca aprendo il partito a liberali, partigiani bianchi, monarchici, cattolici. E noi ne stiamo ancora a parlare?». Parliamo allora di oggi, del «caso Salvini»… «Ancora? Lo ripeto, se vuole venire a salutarci ovvio che non lo mettiamo alla porta, lo riceviamo con tutti gli onori. Ma nessuno ha mai chiesto a Salvini e Berlusconi, quando organizzavano cose loro, perché non c’era la Meloni. E mai a lei verrebbe in mente, che so, di imbucarsi a Pontida. Sono eventi di partito che riguardano un partito». Un partito pronto anche a correre da solo? «Non lo auspichiamo affatto, anzi, chiediamo agli altri di tenere al centrodestra come ci teniamo noi. Chiediamo che si impegnino, come facciamo noi, a non partecipare più in futuro ad alcun governo che non sia di centrodestra. E visto che stavolta i numeri per governare potrebbero esserci, crediamo che la nostra richiesta di coerenza possa e debba da loro essere accolta. Ci contiamo». 1 maggio 2022 (modifica il 1 maggio 2022 | 07:40) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-01 07:05:00, L’esponente di FdI: «Se Matteo Salvini vuole venire a trovarci lo riceviamo. Il saluto romano? È un clamoroso errore», Paola Di Caro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.