La proposta di legge sullo «Ius scholae» spacca la maggioranza

Governo e Parlamento

Il tema, affidato al dibattito parlamentare, fa esplodere le contrapposizioni sulla riforma che punta a garantire la cittadinanza dopo un ciclo scolastico di cinque anni

di Redazione Scuola

4′ di lettura

La legge sulla cittadinanza (ius scholae), tra i temi affidati al dibattito parlamentare, diventa occasione per un nuovo scontro nella maggioranza, A salire sulle barricate è la Lega. Salvini riunisce i deputati e consegna al capogruppo Riccardo Molinari un messaggio di avviso al premier Draghi: «Il governo si occupi del rincaro del gasolio o è difficile restare». A Montecitorio la battaglia si preannuncia molto dura e dall’esito incerto. L’occasione è l’approdo nell’Aula della Camera della riforma che garantisce la cittadinanza dopo un ciclo scolastico di cinque anni.

Contrapposizione nella maggioranza

Il segretario della Lega non ci sta. Accusa Pd e Cinquestelle di non rispettare i delicati equilibri che reggono l’esecutivo di unità nazionale. E attacca: «Incredibile, vergognoso e irrispettoso per gli italiani. In un momento di crisi drammatica come questo, la sinistra mette in difficoltà maggioranza e governo insistendo su cittadinanza agli immigrati e cannabis anziché occuparsi di lavoro, tasse e stipendi». Una sfida soprattutto ai Dem, che premono per fare in fretta e provare a portare a casa una legge prima della scadenza della legislatura. Ad alzare la voce però non è solo la Lega. Il disegno di legge sulla cittadinanza e quello sulla cannabis hanno l’effetto di ricompattare il centrodestra. A fare eco a Salvini è infatti Giorgia Meloni che annuncia la richiesta del suo partito a stralciare dall’esame di Montecitorio provvedimenti «ideologici e fuori dal mondo, portati avanti da una sinistra Pd-Cinquestelle ormai lontana anni luce dal mondo reale e dai problemi concreti dei cittadini. La volontà della maggioranza Draghi di impegnare il Parlamento su questi temi – attacca la leader Fdi – è un’offesa agli italiani alle prese con una crisi economica senza precedenti». Dai toni meno barricaderi Forza Italia. Anche il partito di Silvio Berlusconi è contrario ai due disegni di legge e chiede con il capogruppo alla Camera Paolo Barelli che «non ci siano forzature d’Aula». Ma il fronte azzurro non sarebbe totalmente compatto, anzi, nel corso di una riunione del gruppo sarebbero emersi diversi distinguo. La battaglia sarà ora in Aula dove dalla prossima settimana si inizieranno a votare i testi. Difficile che si arrivi ad una mediazione vista la distanza tra i partiti e le barricate alzate dalla Lega. Su posizioni diametralmente opposte il centrosinistra ed il Movimento Cinque Stelle. I Dem puntano al via libera della legge sulla cittadinanza: «E’ una legge attesa da trent’anni – ricorda la capogruppo del Pd Debora Serracchiani che poi rivolge un appello a tutti i parlamentari affinchè – ascoltino l’opinione della maggioranza degli italiani e mettano da parte calcoli di propaganda e bandierine» per approvare la legge. Dello stesso avviso il Movimento Cinque Stelle che con l’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ricorda come «tutta la comunità scolastica, non solo studenti e studentesse, e’ in prima fila per chiederne l’approvazione. A quanti, in mancanza di argomentazioni politiche, obiettano che la proposta sullo Ius Scholae non sia una priorità, rispondo che quando una legge è giusta, è sempre un buon momento per approvarla». Favorevoli Leu e Iv. Pronta a discutere del tema Italia al Centro, il partito di Giovanni Toti: «Sul fatto che il Parlamento debba rivedere il sistema della cittadinanza le barricate non le farò mai», mette in chiaro il presidente della Liguria.

I contenuti del testo in esame

Vediamo, in concreto, i contenuti della proposta di legge sullo ius scholae. Il testo consente l’acquisto della cittadinanza italiana al minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età e che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese, qualora abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Lo ius scholae è, dunque differente dallo Ius Sanguinis e dallo ius soli. Il primo è il principio attualmente in vigore in Italia per l’acquisizione della cittadinanza: è italiano chi nasce da almeno un genitore in possesso della cittadinanza e ne “eredita il sangue”. Gli stranieri, che arrivano nel Paese, possono chiedere la cittadinanza per naturalizzazione solo dopo 10 anni di permanenza continuativa sul suolo italiano. I loro figli, invece, devono aspettare il compimento della maggiore età, dimostrando di aver vissuto ininterrottamente qui dalla nascita. In base al principio dello Ius Soli, il diritto di cittadinanza si sostanzia con la nascita sul territorio di uno Stato indipendentemente dalla nazionalità di appartenenza dei genitori.

In Europa

I principali paesi europei (Regno Unito, Germania e Francia) applicano forme modificate di ius soli (oltre alla nascita sul territorio dello stato sono richieste diverse condizioni variabili da Stato a Stato). Ad applicare lo ius soli sono il Brasile, il Canada, gli Usa, e in genere quasi tutti i paesi del continente americano. In base al testo all’esame dell’Aula di Montecitorio, perchè acquisisca la cittadinanza italiana, i genitori dell’interessato in possesso dei requisiti, purchè siano entrambi residenti in Italia, dovranno rendere una “dichiarazione di volontà” entro il compimento della maggiore età del ragazzo. L’interessato può rinunciare alla cittadinanza acquisita entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, purché in possesso di altra cittadinanza, e, viceversa, fare richiesta di acquisto della cittadinanza all’ufficiale di stato civile entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, ove i genitori non abbiano reso la dichiarazione di volontà. Una norma del testo specifica che il requisito della minore età si considera riferito al momento della presentazione dell’istanza o della richiesta da parte dei genitori .

, 2022-06-29 18:43:00, Il tema, affidato dibattito parlamentare, fa esplodere le contrapposizioni sulla riforma che punta a garantire la cittadinanza dopo un ciclo scolastico di cinque anni, di Redazione Scuola

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