La cura è diventata  una forma di potere

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Caro Aldo,

lei ha concluso un articolo scrivendo che «tanti sono convinti che una persona non possa fare qualcosa nell’interesse di qualcuno che non sia se stesso, o un proprio familiare». Personalmente, e credo insieme a molti altri, sono dell’opinione opposta. I maggiorenti che noi eleggiamo debbono occuparsi del Paese e delle persone che ci vivono. Credo che il nostro esimio dott. Draghi ci abbia fatto intravedere delle bozze di quello che potrebbe diventare il Paese se fosse possibile operare per il suo bene. Certo la sua corte è ben poca cosa; i suoi assenzienti ancora peggio. Ma un prodromo di quello che potrebbe essere e non è mai stato mi sembra di averlo notato. Allora perché vuole intonare inni al pessimismo più deteriore? La saluto con simpatia augurandole sempre di aver qualcuno/a da curare e che qualcuno/a si prenda cura di lei.

Serafino Costantini Ascoli Piceno

Caro Serafino,

Anch’io come lei credo che la politica dovrebbe rappresentare interessi generali, o almeno locali, e non soltanto personale e familiari. Purtroppo non mi pare questa l’attitudine media della vita pubblica italiana. A volte si ha l’impressione che i leader si muovano pensando non dico al Paese, ma neppure al partito, o alla propria corrente; no, pensano davvero a se stessi, alla propria persona. Poi certo ci sono le eccezioni che confermano la regola. È presto per fare un bilancio del governo Draghi. Se vuole la mia impressione, non credo che un esecutivo con una maggioranza più ristretta sarebbe riuscito a fare il green pass, con una Lega a gridare all’opposizione. Anche sul Pnrr mi pare che il governo si sia mosso bene. Su altre materie, ad esempio il fisco, la mentalità e gli interessi dei partiti della maggioranza sono troppo diversi per trovare una sintesi. (Se volessimo trovarla noi, potremmo dire che da sempre il centrodestra protegge gli evasori, e il centrosinistra punisce i suoi stessi elettori, trattando da «ricchi» il ceto medio dipendente). Il tema dei prossimi mesi saranno i prezzi; e qui il governo deve fare di più, ad esempio defiscalizzare gli aumenti di stipendio, per i datori di lavoro che possono concederli e per i dipendenti che hanno lavorato molto e bene. Ma lei, gentile signor Costantini, conclude con un gentile augurio in cui viene evocata la parola «cura». In effetti prendersi cura è il vero compito della politica. Prendersi cura della comunità, dei fragili, del pianeta. Per questo sono da sempre convinto che saranno le donne a prendere il potere; perché da sempre le donne si prendono cura; e oggi più che mai la cura è una forma di potere, da cui nell’era nucleare e del riscaldamento globale dipendono la sopravvivenza della specie umana e della Terra.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Io, ostaggio a Djibouti da tre anni e mezzo»

Da tre anni e mezzo sono letteralmente ostaggio nella Repubblica di Djibouti, Corno d’Africa. Dopo aver passato tre settimane in una prigione locale sono, dal 3 marzo 2019, in «libertà provvisoria», una situazione di carcere a cielo aperto, privato di passaporto (italiano), carta di soggiorno per provare a svolgere una vita regolare e, cosa più importante, dignità. Non trovo un impiego, sopravvivo a stento. Chi dovrebbe tutelarmi è il consolato onorario italiano che però vede come rappresentante la persona con la quale ho avuto il contenzioso che ha portato a tutto questo. L’evidente conflitto di interessi porta ogni tentativo di richiesta di intervento verso l’Ambasciata italiana e il Consolato italiano da cui dipendiamo (Addis Abeba in Etiopia) a un nulla di fatto. Negli anni passati sono stato vittima di pressioni per trovare accordi vantaggiosi alla controparte ovvero corrispondergli una somma di denaro per far sì che lo stesso ritirasse la denuncia. Non mi sono mai piegato nonostante le pressioni venissero dal Consolato stesso. A giugno 2021 il Tribunale si è pronunciato in mio favore emettendo un’ordinanza di non luogo a procedere descrivendo il denunciante come una figura che ha mostrato mancanza di volontà e trasparenza durante le indagini, sottraendosi a più riprese alle richieste del giudice di fornire le eventuali prove a supporto della denuncia. C’è stato un appello accettato dal Tribunale che ha chiesto di proseguire le indagini. A oggi, dopo nove mesi da questa richiesta, nulla si è mosso. Dalle istituzioni italiane tre visite in 3 anni e mezzo. Ho l’unica triste convinzione di essere un problema da contrastare piuttosto che un italiano da tutelare.

Vincenzo Iannucci

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-07-05 22:35:00,

Caro Aldo,

lei ha concluso un articolo scrivendo che «tanti sono convinti che una persona non possa fare qualcosa nell’interesse di qualcuno che non sia se stesso, o un proprio familiare». Personalmente, e credo insieme a molti altri, sono dell’opinione opposta. I maggiorenti che noi eleggiamo debbono occuparsi del Paese e delle persone che ci vivono. Credo che il nostro esimio dott. Draghi ci abbia fatto intravedere delle bozze di quello che potrebbe diventare il Paese se fosse possibile operare per il suo bene. Certo la sua corte è ben poca cosa; i suoi assenzienti ancora peggio. Ma un prodromo di quello che potrebbe essere e non è mai stato mi sembra di averlo notato. Allora perché vuole intonare inni al pessimismo più deteriore? La saluto con simpatia augurandole sempre di aver qualcuno/a da curare e che qualcuno/a si prenda cura di lei.

Serafino Costantini Ascoli Piceno

Caro Serafino,

Anch’io come lei credo che la politica dovrebbe rappresentare interessi generali, o almeno locali, e non soltanto personale e familiari. Purtroppo non mi pare questa l’attitudine media della vita pubblica italiana. A volte si ha l’impressione che i leader si muovano pensando non dico al Paese, ma neppure al partito, o alla propria corrente; no, pensano davvero a se stessi, alla propria persona. Poi certo ci sono le eccezioni che confermano la regola. È presto per fare un bilancio del governo Draghi. Se vuole la mia impressione, non credo che un esecutivo con una maggioranza più ristretta sarebbe riuscito a fare il green pass, con una Lega a gridare all’opposizione. Anche sul Pnrr mi pare che il governo si sia mosso bene. Su altre materie, ad esempio il fisco, la mentalità e gli interessi dei partiti della maggioranza sono troppo diversi per trovare una sintesi. (Se volessimo trovarla noi, potremmo dire che da sempre il centrodestra protegge gli evasori, e il centrosinistra punisce i suoi stessi elettori, trattando da «ricchi» il ceto medio dipendente). Il tema dei prossimi mesi saranno i prezzi; e qui il governo deve fare di più, ad esempio defiscalizzare gli aumenti di stipendio, per i datori di lavoro che possono concederli e per i dipendenti che hanno lavorato molto e bene. Ma lei, gentile signor Costantini, conclude con un gentile augurio in cui viene evocata la parola «cura». In effetti prendersi cura è il vero compito della politica. Prendersi cura della comunità, dei fragili, del pianeta. Per questo sono da sempre convinto che saranno le donne a prendere il potere; perché da sempre le donne si prendono cura; e oggi più che mai la cura è una forma di potere, da cui nell’era nucleare e del riscaldamento globale dipendono la sopravvivenza della specie umana e della Terra.

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Storia

«Io, ostaggio a Djibouti da tre anni e mezzo»

Da tre anni e mezzo sono letteralmente ostaggio nella Repubblica di Djibouti, Corno d’Africa. Dopo aver passato tre settimane in una prigione locale sono, dal 3 marzo 2019, in «libertà provvisoria», una situazione di carcere a cielo aperto, privato di passaporto (italiano), carta di soggiorno per provare a svolgere una vita regolare e, cosa più importante, dignità. Non trovo un impiego, sopravvivo a stento. Chi dovrebbe tutelarmi è il consolato onorario italiano che però vede come rappresentante la persona con la quale ho avuto il contenzioso che ha portato a tutto questo. L’evidente conflitto di interessi porta ogni tentativo di richiesta di intervento verso l’Ambasciata italiana e il Consolato italiano da cui dipendiamo (Addis Abeba in Etiopia) a un nulla di fatto. Negli anni passati sono stato vittima di pressioni per trovare accordi vantaggiosi alla controparte ovvero corrispondergli una somma di denaro per far sì che lo stesso ritirasse la denuncia. Non mi sono mai piegato nonostante le pressioni venissero dal Consolato stesso. A giugno 2021 il Tribunale si è pronunciato in mio favore emettendo un’ordinanza di non luogo a procedere descrivendo il denunciante come una figura che ha mostrato mancanza di volontà e trasparenza durante le indagini, sottraendosi a più riprese alle richieste del giudice di fornire le eventuali prove a supporto della denuncia. C’è stato un appello accettato dal Tribunale che ha chiesto di proseguire le indagini. A oggi, dopo nove mesi da questa richiesta, nulla si è mosso. Dalle istituzioni italiane tre visite in 3 anni e mezzo. Ho l’unica triste convinzione di essere un problema da contrastare piuttosto che un italiano da tutelare.

Vincenzo Iannucci

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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VENERDI -L’AMORE

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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, Aldo Cazzullo

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