«La corsa al voto», lo speciale di Tg La7 dove non ci sono risse

Spread the love

di Aldo Grasso

Se non c’è la rissa, la tv regala dettagli non verbali molto interessanti. Al di là degli slogan e delle opinioni

«La corsa al voto», lo speciale del Tg La7, mi ricorda molto «Tribuna Elettorale», per questo lo seguo con piacere: Paolo Celata dà spazio a tutti i partiti, ma uno per volta (al massimo due). Al suo fianco Alessandro De Angelis (lunedì era assente Silvia Sciorilli Borelli e De Angelis un po’ si è allargato). Dalle vacanze in montagna, ha fatto anche la sua apparizione Enrico Mentana per commentare i sondaggi , in attesa di tornare al comando sulla tolda. Se non c’è la rissa si capiscono tante cose: di Carlo Calenda si dice che è egocentrico, spavaldo, fumantino, superbo, e forse è vero, ma seguendo gli altri leader si capisce che per fare politica devi possedere tutte queste «non doti» (perché Emma Bonino non è egocentrica? Perché il «gigante buono» di Cuneo, Guido Crosetto non è narcisista? Perché Gianluigi Paragone non è fumantino?). Piuttosto la tv regala altri dettagli non verbali molto interessanti, al di là degli slogan e delle opinioni.

La postura del corpo di Calenda, i capelli sudaticci, la gestualità tradivano incertezza e frustrazione. Altro esempio: si dice che Crosetto è sempre in tv perché, fra gli esponenti di spicco di FdI, è considerato uno dei pochi presentabili. Dunque Giorgia Meloni ha bisogno di un tutore? Clemente Mastella non dovrebbe esagerare con il trucco, per non creare l’«effetto Berlusconi». Insomma, se non scoppia la rissa c’è modo di «leggere» molti segni. In contemporanea a «La corsa al voto», Rai Movie trasmetteva il capolavoro di Howard Hawks «Il fiume rosso» (1948), che si può anche interpretare come una grande (e)lezione sulla leadership, sul patto di fiducia, sul governo (della mandria) di unità nazionale e sulla gestione delle masse. A volte, per raggiungere certi obiettivi bisogna essere spietati e i Fratoianni e i Bonelli prima si cacciano e poi si dice loro una preghiera. Ah, se Enrico Letta lo avesse visto e studiato!

9 agosto 2022 (modifica il 9 agosto 2022 | 20:43)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-08-10 05:05:00,

di Aldo Grasso

Se non c’è la rissa, la tv regala dettagli non verbali molto interessanti. Al di là degli slogan e delle opinioni

«La corsa al voto», lo speciale del Tg La7, mi ricorda molto «Tribuna Elettorale», per questo lo seguo con piacere: Paolo Celata dà spazio a tutti i partiti, ma uno per volta (al massimo due). Al suo fianco Alessandro De Angelis (lunedì era assente Silvia Sciorilli Borelli e De Angelis un po’ si è allargato). Dalle vacanze in montagna, ha fatto anche la sua apparizione Enrico Mentana per commentare i sondaggi , in attesa di tornare al comando sulla tolda. Se non c’è la rissa si capiscono tante cose: di Carlo Calenda si dice che è egocentrico, spavaldo, fumantino, superbo, e forse è vero, ma seguendo gli altri leader si capisce che per fare politica devi possedere tutte queste «non doti» (perché Emma Bonino non è egocentrica? Perché il «gigante buono» di Cuneo, Guido Crosetto non è narcisista? Perché Gianluigi Paragone non è fumantino?). Piuttosto la tv regala altri dettagli non verbali molto interessanti, al di là degli slogan e delle opinioni.

La postura del corpo di Calenda, i capelli sudaticci, la gestualità tradivano incertezza e frustrazione. Altro esempio: si dice che Crosetto è sempre in tv perché, fra gli esponenti di spicco di FdI, è considerato uno dei pochi presentabili. Dunque Giorgia Meloni ha bisogno di un tutore? Clemente Mastella non dovrebbe esagerare con il trucco, per non creare l’«effetto Berlusconi». Insomma, se non scoppia la rissa c’è modo di «leggere» molti segni. In contemporanea a «La corsa al voto», Rai Movie trasmetteva il capolavoro di Howard Hawks «Il fiume rosso» (1948), che si può anche interpretare come una grande (e)lezione sulla leadership, sul patto di fiducia, sul governo (della mandria) di unità nazionale e sulla gestione delle masse. A volte, per raggiungere certi obiettivi bisogna essere spietati e i Fratoianni e i Bonelli prima si cacciano e poi si dice loro una preghiera. Ah, se Enrico Letta lo avesse visto e studiato!

9 agosto 2022 (modifica il 9 agosto 2022 | 20:43)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.