La continuità didattica per gli alunni con disabilità resta ferma agli annunci – Tuttoscuola,

Si parla tanto di continuità didattica e di centralità della scuola, refrain sempre ripetuti da esponenti politici e sindacali. Ma passando dagli slogan alla concretezza delle azioni, la centralità dovrebbe porre sempre al primo posto gli alunni (senza i quali la stessa scuola non esisterebbe, così come non esisterebbero gli ospedali se non ci fossero i malati). 

Prima di tutto, dunque, vengono i diritti degli alunni, così come negli ospedali vengono prima di tutto i diritti dei malati. O no?

Domanda un po’ impertinente: ma tra i diritti degli studenti c’è anche la continuità didattica per gli alunni con disabilità oppure questa è soltanto una augurabile eventualità, un valore aggiunto che completa il diritto allo studio?

Se non è un diritto, si mettano il cuore in pace le famiglie degli alunni con disabilità e sperino solamente che la roulette delle nomine faccia cadere ancora una volta la pallina sullo stesso nome del docente dell’anno precedente (specie se è bravo e si è creata una buona relazione educativa con il proprio figlio).

Se invece per gli alunni con disabilità la continuità didattica è un diritto e, come tale, viene prima degli interessi dei docenti, allora chi ha il potere di farlo cerchi di modificare le attuali regole, come quella che consente al docente di sostegno di ruolo di cambiare sede durante il vincolo quinquennale di permanenza nel settore del sostegno oppure quella che non consente la conferma sulla stessa sede per il supplente con contratto a tempo determinato.

Per la conferma in sede del docente di ruolo soltanto la Buona Scuola (legge 107/2015) aveva previsto una norma di delega apposita, ma, nell’attuazione di tale delega, quella norma di principio era stata tradita e svuotata, mandandola in archivio.

Per la conferma in sede del personale supplente, con l’allora ministro Berlinguer era stata prevista la conferma d’ufficio del docente sulla sede ricoperta l’anno precedente nel caso si fosse trovato in posizione utile per il conferimento di supplenza. La norma ebbe vita breve, perché, dopo la protesta sindacale, venne mandata in archivio.

Nel dicembre 2021 la Fish (Federazione italiana per il superamento dell’Handicap) aveva presentato all’allora sottosegretario Rossano Sasso una proposta di legge per la continuità didattica a favore degli alunni con disabilità e questi si era impegnato a farla propria. Un altro annuncio che non ha avuto seguito.  

Siamo ora nuovamente all’anno zero. Se davvero si vuole cambiare, non ci si limiti soltanto agli annunci, altrimenti è meglio tacere.

Il ministro Valditara ha davanti a sé cinque anni di tempo per tradurre in atti il suo annuncio di azzeramento o riduzione di quel 59% di alunni con disabilità che ogni anno cambiano docente di sostegno. Alla prima occasione – la mobilità dei docenti – non lo ha fatto, ma ha tempo per farlo, se davvero, come crediamo, intende dimostrare di essere coerente con il suo annuncio.  

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