Intesa su Malagrotta: parte la bonifica, ad Albano nuove proteste anti-discarica

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di Luisa Monforte

Stanziati 250 milioni per il recupero dei 250 ettari di terreno della zona a ridosso della Pisana. A breve saranno indette le gare per gli impianti e per le opere necessarie. Completamento previsto per il 2025

Parte ufficialmente l’iter per la bonifica dell’ex discarica di Malagrotta . Il 15 luglio scorso il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, il commissario unico di governo, il generale Giuseppe Vadalà, e la società «E. Giovi» (rappresentata dall’amministratore giudiziario Luigi Palumbo) hanno firmato il protocollo che permette di coordinare, velocizzare e semplificare i rapporti operativi per la messa in sicurezza ambientale dell’ex sito per rifiuti urbani più grande d’Europa. A breve saranno indette le gare per gli impianti e per le opere necessarie.

Il percorso di bonifica prevede: progettazione definitiva ed esecutiva degli interventi di messa in sicurezza ambientale; affidamento dei lavori; esecuzione delle opere di adeguamento alla normativa fino alla fase di collaudo finale. Già nel corso dei primi step di bonifica, il cui completamento è previsto entro il 2025, sarà programmato anche un graduale un miglioramento delle condizioni dei 250 ettari di terreno oggi occupati dalla massa di rifiuti scaricati in 40 anni di attività della discarica. Costo dell’operazione, quasi 250 milioni di euro che sono stati riconosciuti a febbraio scorso, con fondi a valere sulle risorse europee, dal Consiglio dei ministri alla Regione, la quale aveva presentato una richiesta di finanziamento in tal senso. Il via libera di Palazzo Chigi nei mesi scorsi è arrivato con l’obiettivo di scongiurare una sanzione per infrazione: la bonifica del sito avrebbe dovuto essere svolta con un fondo accantonato dalla «E. Giovi» ma la società è finita poi in regime di amministrazione giudiziaria.

«Si è sviluppata in questi mesi una fattiva e continua sinergia fra tutti gli organi istituzionali interessati, statali e territoriali, al fine di realizzare presto e bene questa opera indispensabile a dare sicurezza e benessere ai cittadini di Roma Capitale ed evitare possibili ulteriori esborsi dell’erario statale in sanzioni da riconoscere all’Ue», spiega Vadalà. «Gli indirizzi e le sollecitazioni degli organi europei sono utili e essenziali, anche in questo caso, a contribuire alla messa a norma dell’enorme discarica e quindi a provvedere al disinquinamento di porzioni del prezioso territorio del nostro Paese», aggiunge. Verifiche, intanto, saranno svolte sui rifiuti che da Roma vanno nella discarica di Albano . La conferma è arrivata sempre da Piantedosi nel corso di un incontro di mercoledì sera con i cittadini. «Il prefetto ci ha assicurato che incaricherà qualcuno con compiti ispettivi di verificare che sia eseguito correttamente il trattamento dei rifiuti negli impianti Tmb ma anche il buon funzionamento dei rilevatori della discarica di Albano Laziale. In cinque casi sono scattati segnalando la presenza di sostanze radioattive», sostiene Aldo Garofoli, del Comitato No Inc.

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22 luglio 2022 (modifica il 22 luglio 2022 | 07:28)

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