Intelligenza artificiale come valido alleato contro la violenza in classe? La risposta dagli USA

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Gli episodi di aggressività contro il personale docente, scolastico e contro gli studenti intrapresi da altri membri della comunità scolastica costituiscono una problematica globale che spesso sfugge al controllo delle autorità e delle famiglie degli interessati.

La matrice di tali eventi, spesso assai violenti, è da imputare allo status socio-economico dei gruppi familiari, agli ambienti in cui questi vivono ed alle attività che intraprendono; il rendimento dello studente interessato costituisce ulteriore elemento per farsi vendetta contro un sistema che, a suo avviso, rema contro di lui anziché promuoverne lo sviluppo.

La situazione è ulteriormente peggiorata successivamente alle chiusure per l’emergenza sanitaria da COVID-19 che si sono svolte in tutto il globo: studenti sempre più isolati ed in sofferenza, affetti da una svariata moltitudine di disturbi attinenti ad ansia e depressione.

Numerosi anche i suicidi. La violenza spesso vede come precursore, predisposizione, la sofferenza dell’agente il quale utilizza la stessa come canale di affermazione sociale e comunicazione allo stesso tempo. Quali i sistemi di deterrenza da adottare? Oltre ad agire sul substrato economico-sociale, di certo ad impatto e spettro rispettivamente più lento e ampio, occorre trovare delle strategie dirette. Negli USA, data la moltiplicazione di tali episodi, si utilizza l’intelligenza artificiale per far fonte anche alle sempre più consuete stragi e sparatorie. È un alleato sicuro?

Buffalo City: soluzioni alla violenza in classe e gli alleati tecnologici

La città di Buffalo e le scuole pubbliche hanno collaborato con “Bus Patrol America” per ritenere responsabili gli studenti quando commettono reati contro la pubblica sicurezza e i docenti. Centinaia di scuole della regione sono attentamente monitorate anche con l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale.

Il giornalista di 7 News Yoselin Person ha parlato con Bus Patrol America, che ha collaborato con molte città come Buffalo in tutto il paese per rendere la tecnologia disponibile per gli edifici scolastici. “Installa le nostre telecamere e sistemi nei luoghi critici scolastici“, afferma in uno spot pubblicitario Steve Randazzo, Chief Growth Officer di Bus Patrol America. “E poi lavoreremo con la città per poterli addestrare su come utilizzare il software.” 

Programmi come l’intelligenza artificiale denominata “Ava” saranno installati su più di 600 istituti e luoghi critici frequentati da giovani finanziati dai singoli municipi cittadini. “Ava è in grado di scansionare in modo intelligente fino a ottanta metri quadrati per essere in grado di rilevare se una persona si è mossa con oggetti contundenti o espressioni aggressive”, afferma Randazzo.

I docenti sono entusiasti: “E questo è uno dei nostri problemi di sicurezza. Ad ogni modo, dovremmo guardare quello che chiamiamo cinque secondi avanti a noi e questo ci darà il miglior conto della situazione dell’intelligenza artificiale per poter essere migliori anche nel nostro lavoro”, dice. Bus Patrol America afferma che le telecamere saranno operative tra pochi mesi.

E in Italia?

In Europa si moltiplicano gli episodi di violenza a danno di docenti e personale scolastico, dettati da status sociale degradato e vari elementi di crisi educativa e psicologica associabili agli studenti.

In Francia, nell’ultimo biennio, sono stati assassinati due docenti per mano di un paio di studenti. L’episodio è stato riportato con assoluta gravità da parte delle testate nazionali ed internazionali, e l’Eliseo lo ha inoltre definito come un vero attacco all’educazione proprio di una barbarie. In Italia numerosi docenti sono finiti in ospedale per vere e proprie aggressioni fisiche.

Quali gli strumenti da adottare, oltre alla condanna canonica delle violenze in classe da parte delle Istituzioni? I docenti chiedono più sicurezza e presenza di forze dell’ordine sul territorio se necessario. L’utilizzo di strumenti come l’Intelligenza Artificiale per il riconoscimento di situazioni di pericolo è compromesso dalla complessa normativa sulla privacy adottata anche a livello comunitario.

Le cose si fanno ancora più complesse per persone sotto i 13 anni, i quali non possono essere oggetto di riprese e riconoscimenti elettronici. Tutto è inserito nella normativa UE sulla Privacy approvata dal Garante già nel 2003, per la quale si ricercano delle strategie da adottare per utilizzare gli strumenti di avanzata tecnologia per motivi di sicurezza pubblica senza ledere la riservatezza del singolo e la relativa diffusione dei dati a terzi….

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