«Incido le Suite di Britten, avvolgenti e introspettive»

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di Valerio Cappelli

Il violista ha registrato in prima mondiale la trascrizione per viola di un celebre pezzo che il compositore britannico compose per violoncello: Un musicista sofisticato lontano dal mainstream e dagli sperimentalismi del ‘900

Simone Libralon: Incido le Suite di Britten, avvolgenti e introspettive

Simone Libralon era a Londra, alcuni anni fa, in un negozio di spartiti musicali. Guardai cosa c’era nel cassetto dedicato al mio strumento, ed ebbi una forte attrazione per le tre Suite di Benjamin Britten. Ora, in prima mondiale, le ha incise e il 22 e 28 gennaio le proporr in due concerti, a Ferrara e a Milano.

Si tratta della trascrizione per viola di una composizione che Britten nella sua forma originale per violoncello volle dedicare al grande Rostropovich. Britten fa caso a s nella storia della musica. Lontano dal mainstream del ‘900, dalle avanguardie e dagli sperimentalismi, ha percorso la sua strada solitaria, senza per essere ostracizzato, scrivendo una musica sofisticata che Simone definisce avvolgente. In un’epoca meno libera di oggi nel parlare di orientamento sessuale, fu uno dei pochi che riusc a permettersi di dichiarare la sua omosessualit senza perdere il rispetto, conquistando anzi il suo posto nella societ.

Il violista di Varese, 37 anni, milita nell’Orchestra Sinfonica di Milano con cui oggi suoner il secondo atto del Parsifal. Ma si contraddistingue per la sua attivit di recital per viola sola, mettendo al centro le peculiarit di uno strumento che se nel pensiero comune vive all’ombra della gloria del violino, dall’altra parte il suo timbro caldo, velato, pi introspettivo quello pi vicino all’animo umano, o meglio alla gamma vocale umana, essendo il violino troppo acuto e il suono del violoncello molto grave. La viola rispecchia la mia personalit.

La viola era lo strumento di Britten, fin da quando aveva 9 anni, un legame che dur per tutta la sua vita, aveva studiato con Frank Bridge, violista e compositore come lui. Poi si avvicin al canto, perch il suo compagno Peter Pears era tenore.

Composte tra il 1964 e il ’71, le tre Suite, trascritte dalla giapponese Nobuko Imai, hanno un andamento lento e misterioso che rispecchia la parte centrale dell’ispirazione di Britten. Ci sono rimandi alle Suite per violoncello di Bach (a cui Rostropovich fu profondamente legato) per la polifonia implicita, e per la spiritualit.

Il cd si apre con Elegia, pezzo che Britten scrisse giovanissimo, a 16 anni, per se stesso, il giorno dopo che lasci la Gresham’s School, bullizzato dai compagni, non integrato. Annot su un foglietto i sentimenti pi intimi, il disagio. Da quelle note traspare un dolore per la decisione presa. Ma sempre con quell’atmosfera meditativa, mai gridata, che permea la sua musica cos unica, cos sua.

15 dicembre 2022 (modifica il 15 dicembre 2022 | 20:52)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-12-15 20:38:00,

di Valerio Cappelli

Il violista ha registrato in prima mondiale la trascrizione per viola di un celebre pezzo che il compositore britannico compose per violoncello: Un musicista sofisticato lontano dal mainstream e dagli sperimentalismi del ‘900

Simone Libralon: Incido le Suite di Britten, avvolgenti e introspettive

Simone Libralon era a Londra, alcuni anni fa, in un negozio di spartiti musicali. Guardai cosa c’era nel cassetto dedicato al mio strumento, ed ebbi una forte attrazione per le tre Suite di Benjamin Britten. Ora, in prima mondiale, le ha incise e il 22 e 28 gennaio le proporr in due concerti, a Ferrara e a Milano.

Si tratta della trascrizione per viola di una composizione che Britten nella sua forma originale per violoncello volle dedicare al grande Rostropovich. Britten fa caso a s nella storia della musica. Lontano dal mainstream del ‘900, dalle avanguardie e dagli sperimentalismi, ha percorso la sua strada solitaria, senza per essere ostracizzato, scrivendo una musica sofisticata che Simone definisce avvolgente. In un’epoca meno libera di oggi nel parlare di orientamento sessuale, fu uno dei pochi che riusc a permettersi di dichiarare la sua omosessualit senza perdere il rispetto, conquistando anzi il suo posto nella societ.

Il violista di Varese, 37 anni, milita nell’Orchestra Sinfonica di Milano con cui oggi suoner il secondo atto del Parsifal. Ma si contraddistingue per la sua attivit di recital per viola sola, mettendo al centro le peculiarit di uno strumento che se nel pensiero comune vive all’ombra della gloria del violino, dall’altra parte il suo timbro caldo, velato, pi introspettivo quello pi vicino all’animo umano, o meglio alla gamma vocale umana, essendo il violino troppo acuto e il suono del violoncello molto grave. La viola rispecchia la mia personalit.

La viola era lo strumento di Britten, fin da quando aveva 9 anni, un legame che dur per tutta la sua vita, aveva studiato con Frank Bridge, violista e compositore come lui. Poi si avvicin al canto, perch il suo compagno Peter Pears era tenore.

Composte tra il 1964 e il ’71, le tre Suite, trascritte dalla giapponese Nobuko Imai, hanno un andamento lento e misterioso che rispecchia la parte centrale dell’ispirazione di Britten. Ci sono rimandi alle Suite per violoncello di Bach (a cui Rostropovich fu profondamente legato) per la polifonia implicita, e per la spiritualit.

Il cd si apre con Elegia, pezzo che Britten scrisse giovanissimo, a 16 anni, per se stesso, il giorno dopo che lasci la Gresham’s School, bullizzato dai compagni, non integrato. Annot su un foglietto i sentimenti pi intimi, il disagio. Da quelle note traspare un dolore per la decisione presa. Ma sempre con quell’atmosfera meditativa, mai gridata, che permea la sua musica cos unica, cos sua.

15 dicembre 2022 (modifica il 15 dicembre 2022 | 20:52)

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, Valerio Cappelli

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