In treno con Portillo, ritratto del viaggiatore colto dell’Ottocento

Spread the love

di Aldo Grasso

L’ex politico conservatore (sottosegretario nei governi di Margaret Thatcher e di John Major) è alla guida del programma «Great British Railway Journey», della BBC

Una giacca sgargiante, i treni, una vecchia guida per raccontare i paesi che visita. Quando mi avanza un po’ di tempo da certi programmi che sono costretto a seguire, mi abbandono ai viaggi di Michael Portillo su Rai5 e Rai Play. Portillo è un ex politico conservatore (sottosegretario nei governi di Margaret Thatcher e di John Major) che un bel giorno ha deciso di dedicarsi alla tv proponendo il programma «Great British Railway Journey», della BBC: un lungo viaggio in treno attraverso l’Inghilterra seguendo le indicazioni di una guida del 1840, la Guida Bradshaw. L’idea ha avuto successo perché ha collezionato ben sette sequel: «Trans Europe Express», «Prossima fermata Oriente», «Prossima fermata Australia» e «Great Asian Railway Journeys» in cui Portillo viaggia rispettivamente attraverso l’Europa, l’India, l’Australia e l’Asia seguendo sempre le indicazioni della Guida Bradshaw del 1913.

Negli Stati Uniti utilizza invece la Guida Appleton’s del 1879. La lettura della vecchia guida serve a dare un’immagine immediata dei cambiamenti avvenuti nel corso degli anni ma ci restituisce anche il fascino dei primi viaggi in treno. Portillo infatti ricerca ciò che resta dell’entusiasmo, della bizzarria, dello spirito di avventura dei padri fondatori e lo ricerca nell’architettura, nell’arte e nella cultura di ogni paese, spostandosi in treno di città in città, anche lungo linee ferroviarie secondarie. In treno si può leggere, mangiare, bere (i suoi pranzi lungo interminabili viaggi nelle lande più sconfinate sono un momento fondamentale del racconto) si può scendere a una stazione, visitare quel paese, incontrare persone e risalire su un prossimo convoglio. Portillo rappresenta il ritratto del viaggiatore colto di fine Ottocento: curioso, affabile, mai invadente, bon vivant e un po’ solitario. A me ricorda molto Mario Soldati.

10 maggio 2022 (modifica il 10 maggio 2022 | 22:02)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-05-10 20:04:00,

di Aldo Grasso

L’ex politico conservatore (sottosegretario nei governi di Margaret Thatcher e di John Major) è alla guida del programma «Great British Railway Journey», della BBC

Una giacca sgargiante, i treni, una vecchia guida per raccontare i paesi che visita. Quando mi avanza un po’ di tempo da certi programmi che sono costretto a seguire, mi abbandono ai viaggi di Michael Portillo su Rai5 e Rai Play. Portillo è un ex politico conservatore (sottosegretario nei governi di Margaret Thatcher e di John Major) che un bel giorno ha deciso di dedicarsi alla tv proponendo il programma «Great British Railway Journey», della BBC: un lungo viaggio in treno attraverso l’Inghilterra seguendo le indicazioni di una guida del 1840, la Guida Bradshaw. L’idea ha avuto successo perché ha collezionato ben sette sequel: «Trans Europe Express», «Prossima fermata Oriente», «Prossima fermata Australia» e «Great Asian Railway Journeys» in cui Portillo viaggia rispettivamente attraverso l’Europa, l’India, l’Australia e l’Asia seguendo sempre le indicazioni della Guida Bradshaw del 1913.

Negli Stati Uniti utilizza invece la Guida Appleton’s del 1879. La lettura della vecchia guida serve a dare un’immagine immediata dei cambiamenti avvenuti nel corso degli anni ma ci restituisce anche il fascino dei primi viaggi in treno. Portillo infatti ricerca ciò che resta dell’entusiasmo, della bizzarria, dello spirito di avventura dei padri fondatori e lo ricerca nell’architettura, nell’arte e nella cultura di ogni paese, spostandosi in treno di città in città, anche lungo linee ferroviarie secondarie. In treno si può leggere, mangiare, bere (i suoi pranzi lungo interminabili viaggi nelle lande più sconfinate sono un momento fondamentale del racconto) si può scendere a una stazione, visitare quel paese, incontrare persone e risalire su un prossimo convoglio. Portillo rappresenta il ritratto del viaggiatore colto di fine Ottocento: curioso, affabile, mai invadente, bon vivant e un po’ solitario. A me ricorda molto Mario Soldati.

10 maggio 2022 (modifica il 10 maggio 2022 | 22:02)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.