Il «putinologo» William Burns: perché il capo della Cia conosce Putin così bene 

di Giuseppe Sarcina

Tutte le mosse sulla guerra in Ucraina: dai rapporti con Blinken alla strategia comunicativa. L’ex ambasciatore a Mosca, ora a capo dell’agenzia di intelligence, è uno degli uomini più ascoltati a Washington

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON — Lunedì 30 maggio, Joe Biden ha escluso la consegna all’Ucraina di missili «in grado di colpire il territorio russo». A quanto risulta, questa decisione avrebbe spiazzato i generali del Pentagono, oltre a deludere Volodymyr Zelensky. Perché, allora, lo ha fatto? Il presidente americano avrebbe fatto affidamento sui report dei servizi segreti, in particolare su quelli firmati da William Burns, il capo della Cia dal marzo del 2021. In sintesi: presidente sia cauto, la reazione di Vladimir Putin sarebbe imprevedibile.

Burns è considerato il più autorevole dei «putinologi» in servizio nell’Amministrazione. Naturalmente le analisi che l’intelligence consegna al presidente degli Stati Uniti sono super segrete. Ma nelle ultime settimane qualche traccia è emersa in superficie. Burns, 66 anni, si è presentato diverse volte al Congresso, anche per audizioni pubbliche. Già il 10 marzo scorso, per esempio, aveva avvertito i senatori della Commissione Intelligence: «Putin non ha una via d’uscita in questa guerra. Ma non accetterà una sconfitta sul campo». Il rischio, ancora vivo, aveva sottolineato, è che il leader russo possa usare le armi chimiche: «Questa eventualità fa parte del modo di agire dei russi. Hanno già usato armi chimiche contro i loro stessi cittadini. E ne hanno incoraggiato l’uso in Siria e altrove. Stiamo prendendo molto sul serio questo rischio»; aggiungendo, però: «al momento non ci sono indizi concreti sul campo di battaglia».

Il direttore della Cia avrebbe ripetuto più o meno questi concetti in un’audizione recente, questa volta a porte chiuse, il 19 maggio scorso. Non c’è dubbio, quindi, che in questo momento Burns sia uno dei consiglieri più ascoltati dalla Casa Bianca, insieme con Avril Haines, Direttrice della National Intelligence, l’agenzia ombrello cui fanno capo le 17 organizzazioni dei servizi segreti americani. Burns viene da una lunga carriera diplomatica. Figlio di un generale è nato a Fort Bragg, in North Carolina, dove si trova una delle più importanti basi militari del Paese. Dopo la laurea in Storia conseguita alla La Salle University, ateneo cattolico di Philadelphia, ha ottenuto un master in relazioni internazionali al St John’s College di Oxford, in Gran Bretagna. Entra nel corpo diplomatico nel 1982 e inizia un percorso brillante, senza particolari sbalzi tra amministrazioni repubblicane o democratiche. Nel 1995 è a Mosca come consigliere diplomatico e avverte il Dipartimento di Stato: «Qui ogni discorso sull’espansione della Nato è vissuto come un atto di ostilità».

Torna nella capitale russa come ambasciatore e ci rimane dal 2005 al 2008. Dopodiché arrivano gli incarichi a Washington. Prima come sottosegretario di Stato (2008-2011) e poi come vice ministro (2011-2014), passando da George W.Bush a Barack Obama. Ha consigliato figure come Warren Christopher e Madeleine Albright. Ha conosciuto e consolidato un rapporto di amicizia con Jake Sullivan (ai tempi del negoziato con l’Iran sul nucleare) e con Antony Blinken. Vale a dire con il Consigliere per la Sicurezza nazionale e con il Segretario di Stato in carica. In tutti questi anni ha sempre studiato, analizzato nei dettagli le politiche e i comportamenti di Vladimir Putin. Il sito Politico gli ha dedicato un ritratto, con questa motivazione: «Metà Washington si rivolge a Burns per decifrare le scelte del presidente russo». In effetti la Cia ha svolto un ruolo chiave fin dall’inizio del conflitto. Sarebbero stati gli agenti di Burns a intercettare i piani di Putin, in particolare l’idea di un blitz all’aeroporto di Gostomel, vicino a Kiev, per catturare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Sullivan, Blinken e Burns avrebbero messo a punto la strategia di comunicazione americana. Un inedito sorprendente: rivelare al pubblico i rapporti dell’intelligence in modo da anticipare e contrastare con i fatti la propaganda putiniana. Biden consulta Burns praticamente ogni mattina. E come si è visto anche per le armi e l’artiglieria pesante, tiene in gran conto il suo parere.

31 maggio 2022 (modifica il 31 maggio 2022 | 20:33)

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, 2022-06-01 04:40:00, Tutte le mosse sulla guerra in Ucraina: dai rapporti con Blinken alla strategia comunicativa. L’ex ambasciatore a Mosca, ora a capo dell’agenzia di intelligence, è uno degli uomini più ascoltati a Washington, Giuseppe Sarcina

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