Il Movimento 5 Stelle non ha votato il nuovo decreto, perché contrario all’inceneritore di Roma

di Emanuele Buzzi e Maria Teresa MeliIl premier Mario Draghi: «Siamo un po’ dispiaciuti, ma speriamo non si arrivi a fibrillazioni» Nessun compromesso: i Cinque Stelle temono che la norma sui termovalorizzatori metta in ginocchio definitivamente la loro battaglia ambientalista, quella transizione ecologica per cui si sono spesi entrando a far parte del governo Draghi. Non ci stanno a un «prendere a scatola chiusa» il pacchetto proposto dal governo. La decisione è nell’aria da giorni ed è maturata nel corso di continui confronti tra i vertici e la delegazione dei ministri. Riunioni che hanno visto anche l’appoggio di chi segue da vicino le questioni legate all’ambiente a Roma. Il Movimento in consiglio dei ministri prova tre strade: modifiche al testo, lo stralcio della norma e lo scorporo con un decreto legge a parte. Ma — stando a quanto raccontano gli stellati — trovano la strada sbarrata. In particolare la modifica al testo prevede che la costruzione di nuovi impianti sia eco-compatibile, in linea con la normativa dell’Unione europea. C’è muro contro muro, anche se i toni non sono burrascosi. «Non hanno accettato nulla di nulla, ma non c’è stato nessuno scontro», spiegano fonti di alto livello del Movimento. «Non abbiamo votato il decreto aiuti, il M5S non può accettare che la transizione ecologica sia solo declamata sulla carta e poi nei fatti stravolta e annacquata. Tornare indietro di 10 anni e supportare politiche da Medioevo, tornare nuovamente all’età della pietra autorizzando gli inceneritori, addirittura nella Capitale, per noi è totalmente irricevibile», spiega in serata il vice di Conte, Michele Gubitosa. La mossa degli stellati scatena comunque la bagarre politica. «Il Movimento 5 Stelle si conferma fuori dal mondo. Il no al termovalorizzatore di Roma è una posizione contro l’ambiente, contro il progresso, contro le città pulite e contro i cittadini», commenta il leader della Lega Matteo Salvini. Anche Forza Italia esprime forti perplessità. La versione dei dem presenta invece qualche sostanziale differenza. Patuanelli chiede a Draghi di stralciare la norma controversa che consente la costruzione del termovalorizzatore di Roma. Draghi gli risponde: «Questo non è possibile». Poi al momento di votare Patuanelli riprende la parola e annuncia: «Noi non possiamo votare questo provvedimento perché siamo contrari al termovalorizzatore a Roma». Draghi allora gli fa una controproposta: «Questo provvedimento è importante , è fondamentale dare un segnale al Paese in questa fase. Perché non lo votate e mettete agli atti la vostra contrarietà su questo punto specifico?». A quel punto intervengono sia Franceschini che Orlando per caldeggiare la proposta di Draghi. Franceschini: «La politica deve dare un segnale di unità. È in gioco l’interesse del Paese, non ci si può impuntare su un unico passaggio. Dovreste votare». Orlando: «Stiamo parlando di un provvedimento che va incontro alle esigenze delle famiglie e dei lavoratori…». Patuanelli resta fermo sul no. Intervengono anche Forza Italia e la Lega. Ma i Cinque Stelle non si smuovono. Draghi ne prende atto ma non alza mai la voce durante il confronto. 2 maggio 2022 (modifica il 2 maggio 2022 | 22:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-02 20:47:00, Il premier Mario Draghi: «Siamo un po’ dispiaciuti, ma speriamo non si arrivi a fibrillazioni», Emanuele Buzzi e Maria Teresa Meli

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