Il giudice «salva» il M5S: Conte resta leader ma è bufera sul suo vice

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di Emanuele BuzziTurco: senza Giuseppe i 5 Stelle non esistono. E spacca il Movimento Giuseppe Conte può tirare un sospiro di sollievo: la decisione del tribunale di Napoli che rigetta il ricorso degli attivisti contro la seconda votazione sul «suo» statuto M5S e sulla sua elezione a presidente è una buona notizia. Dopo la sconfitta alle Comunali, si tratta di un tassello fondamentale per poter avviare la fase due della rifondazione senza inciampi e sospensioni. La scelta del tribunale viene vista giustamente dai vertici come una vittoria.«L’ordinanza chiarisce intanto la legittimità dell’intero percorso seguito», commenta l’avvocato Francesco Astone. Potrebbe trattarsi solo del primo round. «Valuteremo l’opportunità di proporre reclamo», annuncia il legale dei ricorrenti, Lorenzo Borrè. La causa giudiziaria sulla votazione era la prima di una serie di battaglie che attendono Conte. «Avanti, con forza e determinazione», ha scritto sui social il leader. E proprio la determinazione sarà necessaria nelle prossime settimane. Intorno al 28-29 giugno si dovrebbe tenere la votazione sulla deroga al tetto dei due mandati. Le date sono già state decise martedì in sede di consiglio nazionale stellato, una riunione che si è protratta a lungo per sciogliere alcuni nodi relativi ai segretari locali di tre regioni (Toscana, Lombardia ed Emilia-Romagna). Sulla partita del secondo mandato si giocano sia i rapporti interni al gruppo parlamentare sia i propositi di «rifondazione». Conte ha detto che non ha intenzione di esprimersi, ma poco dopo ha fatto presente che a suo avviso «la politica non può diventare un mestiere». Parole pesantissime che hanno fatto sobbalzare i parlamentari che stanno terminando la loro seconda legislatura. Il clima è «incandescente», come ammettono sia contiani sia i parlamentari che temono di essere accantonati dal leader. Non a caso l’ex ideologo M5S Paolo Becchi ha twittato: «Ma ha chiesto a Di Maio, Fico, Crimi, Taverna cosa ne pensano?». A gettare altra benzina sul fuoco è un’intervista del vicepresidente Mario Turco, al primo mandato, che alla Gazzetta del Mezzogiorno dice: «Sia chiaro, senza il presidente Conte i Cinque Stelle, di fatto, non esistono». «Caro Mario Turco, ricorda: tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile», replica il deputato Filippo Gallinella. Sulla stessa linea Sergio Battelli, che commenta: «Parole vergognose dai vertici M5S. Ma stiamo scherzando? Siamo passati dal Movimento 5 Stelle al Movimento 1 Conte. Io non ho più parole». «Intendevo dire che sarebbe difficile immaginare realisticamente un rilancio del M5S, prescindendo dalla leadership di Conte, leadership confermata da due votazioni dei nostri iscritti», precisa poi Turco. Conte preferisce concentrarsi sulla vittoria di Napoli: i nodi sul tetto dei due mandati verranno affrontati in seguito, compresa la lista dei nomi che potranno accedere a una deroga per «meriti». «Mi ritengo soddisfatto di questo contributo alla chiarezza, che vale a superare le incertezze che il ricorso aveva provocato e a spazzare via tutti gli auspici, spesso rappresentati come argomentazioni giuridiche, che miravano a indebolire e rallentare il nostro percorso politico», spiega il leader ai suoi. E afferma: «Il giudice ha respinto questo tentativo affermando un principio sacrosanto, che se un singolo associato non condivide le norme associative non può pretendere di bloccare la vita dell’associazione». Ma il clima nel M5S rimane da guerra fredda. E c’è chi per rendere l’immagine cita La nostra relazione di Vasco Rossi: «Ci limitiamo a vivere dentro nello stesso letto, un po’ per abitudine o forse un po’ anche per dispetto. Non è un segreto, dai, lo sanno tutti». 16 giugno 2022 (modifica il 16 giugno 2022 | 11:00) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-16 09:31:00, Turco: senza Giuseppe i 5 Stelle non esistono. E spacca il Movimento, Emanuele Buzzi

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