Il caos in casa di Gianluca Vacchi e la saga delle colf (che tra loro usano i walkie talkie)

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di Candida Morvillo

Un’ex collaboratrice accusa l’imprenditore («Urla e bottigliate se sbagliavamo i balletti, mai sentito nessuno bestemmiare così»), il resto del personale lo difende, a partire da Laura Siazzu («Ho 40 anni e mai nessuno prima mi aveva assunto a tempo indeterminato») . Nella villa di Bologna sono in 22, tra loro usano i walkie talkie

C’è la colf filippina che accusa Gianluca Vacchi di tirare bottiglie se è arrabbiato e ci sono i suoi ex colleghi che se la prendono con lei perché non ci stanno a passare per dipendenti che accettano soprusi pur di lavorare. La saga di Vacchi e dei suoi dipendenti è come un Downtown Abbey in salsa Billionaire. Lì, la serie tv raccontava destini e miserie degli aristocratici Crowley e del loro stuolo di servitori nei primi del ‘900. Qui, siamo in diretta social mondiale, l’influencer da 50 milioni di followers su Instagram e TikTok va in onda su Prime Video in 240 Paesi e territori in un docufilm sulla sua vita e, intanto, un’ex collaboratrice domestica gli fa causa beneficiando di riflesso di un’eco globale.

La denuncia

I fatti risalgono al 2017-2020 e della denuncia si sa a scoppio ritardato, ma al momento giusto per scatenare il massimo del clamore. È il fascino immutato di ciò che succede nelle stanze di servizio. Ieri, una cameriera poteva ribellarsi se le negavano il giorno libero, oggi, una colf può ribellarsi perché detesta essere reclutata dal padrone di casa per un balletto di Tik Tok. In realtà, Laluna Maricris Bantugon, 44 anni, ha fatto una vertenza a Vacchi chiedendo 70 mila euro per Tfr e straordinari non pagati, però, al momento, non risultano denunce per i presunti maltrattamenti raccontati in un’intervista in cui parla di balletti forzati, lanci di oggetti contro il personale, bestemmie, multe da cento euro se uno metteva gli occhiali nel posto sbagliato. Intanto, otto suoi ex colleghi, indignati, postano sui loro social un video in cui dicono: «Il dottore ci chiede per favore, dice: scusate, mi portate l’asciugamano?». Oppure: «Il dottore ha anche umiltà. Dice: scusate ragazzi se ho alzato la voce».

La vertenza

L’imprenditore si rifiuta di commentare perché c’è una vertenza in corso. Ci tiene a parlare invece, Laura Siazzu, 40 anni, addetta alla lavanderia di Casa Vacchi a Bologna, 2.200 metri quadrati, campo di padel, discoteca, tende safari per gli ospiti con la sabbia vera del deserto. Nel video, Siazzu è la prima a sinistra, la portavoce, la più agguerrita: «Ci abbiamo messo la faccia all’insaputa del dottore, perché c’è chi ha scritto che abbiamo la sindrome di Stoccolma, non è vero. Io ho 40 anni e questo è il primo posto dove mi assumono a tempo indeterminato. Non ho mai visto volare bottiglie, oggetti, mai ricevuto una multa per aver bucato i calzini».

Il famoso audio che titoli sbrigativi liquidano come «di minacce alla filippina», all’ascolto, è un audio in cui Vacchi si sfoga col responsabile del personale: «Gli diceva che ci avrebbe multati, ma non è una minaccia che ha mai rivolto a noi», assicura Laura. Migliaia i commenti disgustati sui social, ma sono tante anche le persone che diffidano della ex colf, del suo tempismo, o che si chiedono perché sia rimasta a servizio quasi quattro anni se era un tale inferno. Bantugon accusa l’ex datore di averla fatta lavorare 20 ore al giorno. Siazzu replica: «Facciamo turni normali: mattina o sera, otto ore in tutto, con un’ora di pausa pranzo. Sì, il dottore ci fa anche mangiare. Siamo pagati bene, abbiamo vitto e alloggio, le ferie». Poi, senza scendere nei dettagli, togliendo il nome incriminato: «Se c’era una persona violenta, non era il dottore. Qualcuno è stato licenziato per aver alzato le mani su tre colleghi».

L’azienda «casa»

Nell’intervista al Corriere, alla domanda su quanti collaboratori domestici avesse, Vacchi rispondeva: «Ho le persone che bastano ad assicurare un’accoglienza alberghiera e affettuosa ai miei ospiti». A Bologna, ci sono otto persone in casa, più sette addetti alla sicurezza, quattro giardinieri. Poi, c’è l’autista-guardia del corpo. Gli home manager, quelli che un tempo si chiamavano governante e maggiordomo, sono due. Fanno 22 persone: più che una casa, è un’azienda. E sei mesi all’anno, Vacchi non c’è. Sta a Miami: «Ma non ci licenzia né ci mette in cassa integrazione», chiarisce Laura. Chi arriva in una delle case di Vacchi, sa che la vastità è tale che il personale si parla col walkie talkie. Nel favoloso mondo Mister Enjoy è tutto un affaccendarsi di cuochi, giardinieri, camerieri. Che a volte, partecipano con lui ai video dei suoi balletti. Quelli odiati da Bantugon. Laura compare solo in uno: «Ho chiesto io di partecipare, per divertirmi». Per la cronaca, i vestiti neri col grembiule bianco e la crestina da cameriera sono costumi di scena: servono solo per i video. I dipendenti di casa Vacchi vestono pantaloni e maglietta. Laura: «La crestina e la gonna sono scomode, il dottore non ci chiederebbe mai di indossarle per lavare i pavimenti». Ultima domanda: la clausola di riservatezza da 50mila euro di cui parla la sua ex collega lei l’ha firmata? «Io ho firmato solo il contratto di lavoro».

29 maggio 2022 (modifica il 29 maggio 2022 | 09:53)

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, 2022-05-29 12:27:00, Un’ex collaboratrice accusa l’imprenditore («Urla e bottigliate se sbagliavamo i balletti, mai sentito nessuno bestemmiare così»), il resto del personale lo difende, a partire da Laura Siazzu («Ho 40 anni e mai nessuno prima mi aveva assunto a tempo indeterminato») . Nella villa di Bologna sono in 22, tra loro usano i walkie talkie, Candida Morvillo

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