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Il calcio femminile diventa professionistico: svolta storica in Figc

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di Maria Strada

Lo sancisce il Consiglio federale: via libera alla Serie A dalla prossima stagione. Gli uomini di A prima votano contro, poi correggono. Lotito: «Solo un malinteso»

Il Consiglio Federale della Figc ha completato martedì (26 aprile) le modifiche normative con riferimento al passaggio al professionismo per la Serie A femminile a partire dalla prossima stagione. «Dal primo luglio inizia il percorso del professionismo del calcio femminile, siamo la prima federazione in Italia ad avviare e ad attuare questo percorso» ha detto il presidente Gabriele Gravina. Quindi, le calciatrici saranno equiparate contrattualmente ai calciatori a partire dal 2022/23.

Gravina aveva già annunciato che il professionismo era stato deliberato e doveva solo essere ratificato. Al Corriere della Sera aveva spiegato in febbraio: «È un movimento in espansione e per noi è centrale. Purtroppo la pandemia ha complicato il percorso e bloccato la corsa al tesseramento».

Piccolo giallo durante la votazione pomeridiana: la Lega serie A ha improvvisamente votato contro — era rappresentata dal presidente Lorenzo Casini e dai dirigenti di Lazio e Inter Claudio Lotito e Beppe Marotta, che sono consiglieri federali — nonostante avessero annunciato l’unanimità. Casini poi, si è reso conto dell’accaduto e ha chiesto al presidente Gravina di rivotare. Lotito ha poi chiarito: «È stato solo un malinteso».

Gravina ha invece ribadito: «C’è stata qualche piccola resistenza della Lega di A che riteneva di proporre un eventuale rinvio ma poi abbiamo raggiunto un accordo perché non si poteva tornare indietro. Quando si delibera qualcosa bisogna essere coerenti».

Se in Italia, finora, non è stato riconosciuto il professionismo sportivo femminile, alle calciatrici di altri paesi inizia ad andare meglio. Alcune Nazionali, come ad esempio quella brasiliana e quella statunitense, riconoscono la parità di prestazione tra uomini e donne; in Olanda lo fa anche l’Ajax, e non solo la Nazionale Orange. In Italia il tema è diventato particolarmente rilevante nell’estate 2019, dopo la ottima prestazione delle Azzurre ai Mondiali in Francia (quarti di finale raggiunti, sconfitta contro l’Olanda che poi ha ceduto in finale agli straordinari Stati Uniti).

All’epoca il presidente del Coni Gianni Malagò aveva auspicato che il discorso venisse allargato a tutte le atlete: «È indispensabile che venga riconosciuto, ma non deve riguardare solo le ragazze del calcio. Sono un portabandiera di questo riconoscimento». Il professionismo, in paesi come il Regno Unito, o nella penisola scandinava, è invece la norma.

Diverse società, le più organizzate, hanno comunque sempre trattato le atlete come tali. Rimaneva diverso l’inquadramento contrattuale. Un anno fa il bomber del Milan Valentina Giacinti spiegava: «Io vivo già da professionista in un club che mi tratta come tale. Spero che cambierà la realtà delle piccole squadre: per crescere come campionato e attirare in Italia i migliori talenti stranieri bisogna alzare il livello, tutte insieme. La svolta sarà mentale: ci sentiremo più valorizzate, più in parità con i maschi».

26 aprile 2022 (modifica il 26 aprile 2022 | 16:25)

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, 2022-04-26 14:28:00, Lo sancisce il Consiglio federale: via libera alla Serie A dalla prossima stagione. Gli uomini di A prima votano contro, poi correggono. Lotito: «Solo un malinteso», Maria Strada

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