Da Orizzontescuola.it: I voti stressano i tuoi studenti? Come superare la valutazione classica, alcuni consigli utili

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Non è passato molto da quando il mondo, la nostra Italia, il nostro sistema scolastico sono stati colpiti da una poliedricità di instabilità: quella finanziaria, la solitudine e lo stress derivanti dal distanziamento fisico, la tristezza e il dolore per la malattia o la morte di una persona cara e la paura del contagio. Nessuno di noi è stato risparmiato da queste esperienze (talvolta, nefastre), e gli studenti più vulnerabili delle nostre scuole sono quelli che hanno sperimentato le maggiori probabilità di fattori di stress e di traumi a lungo termine.

I servizi di consulenza e le modalità proattive per connettere e supportare gli studenti

Abbiamo, in questi ultimi anni, mobilitato servizi di consulenza e abbiamo costruito modalità proattive per connettere e supportare gli studenti. Però, a buona ragione possiamo dire che la nostra preoccupazione per il benessere psicologico dei nostri studenti suonerà vana se la nostra istruzione, la scuola nella quale operiamo, fosse causa ulteriore di stress.  È venuto il momento di affrontare il tema inevitabile della valutazione. Io ne ho parlato, in maniera diffusa e dettagliata, in due diversi convegni organizzati da UNIPED Sicilia, presieduto dal prof. Vincenzo Bussa, al Liceo Scientifico Galilei di Palermo (presieduto da Chiara Di Prima) e all’ISS P. Mattarella di Castellammare del Golfo (Tp) (presieduto da Giuseppe Lo Porto).

La pressione a scuola e a casa per avere successo

La pressione incessante per avere successo, spesso misurata dai voti, può contribuire e di fatto lo fa a far sì che gli studenti siano privati ​​del sonno, diventino ansiosi e persino coinvolti in atti di autolesionismo. Soprattutto ora, in questo momento storico, nel quali gli studenti hanno una riserva di resilienza meno profonda.

Le domande da cui partire per combattere lo stress dei nostri alunni

Le domande, dunque, che ci poniamo sono consequenziali:

  • “Come possiamo allora garantire che le nostre pratiche di valutazione non aumentino la loro ansia e il loro stress?”
  • Come possiamo rimanere empatici e reattivi nei confronti dei nostri alunni?
  • Come rafforzare il nostro impegno per l’equità?

Le pratiche obsolete

Alcune pratiche di valutazione risultano, oggi, assolutamente obsolete. La premessa è evidente: i voti causano ansia e stress agli studenti. Le statiche forniscono dati preoccupanti sia in Italia che negli altri Paesi del mondo:

  • Il 70% degli studenti ha riferito di preoccuparsi sempre o spesso della possibilità di non andare bene a scuola.
  • Il 69% degli studenti ha riferito di sentirsi sempre o spesso stressati dai compiti scolastici.
  • L’84%degli studenti ha riferito di preoccuparsi sempre o spesso delle valutazioni.

“Andare bene a scuola”, “compiti scolastici” e “valutazioni” segnalano tutti che i voti sono una fonte di stress per gli studenti. Per tutti gli studenti.

Lo stupore che non stupisce

Ma forse non dovremmo stupirci. Dopotutto, le decisioni più importanti sugli studenti si basano sui loro voti:

  • idoneità;
  • adesione alle attività extracurriculare,
  • ammissione all’università,
  • borse di studio,
  • agevolazioni varie.

Lo stress è antitetico all’apprendimento vero

Allo stesso tempo, sappiamo che lo stress è antitetico all’apprendimento vero, ovvero al rapporto sinergico che esiste tra apprendimento e insegnamento e interferisce con la capacità del nostro cervello:

  • di elaborare nuove informazioni;
  • di ricordare conoscenze precedenti;
  • di eseguire compiti cognitivi più elevati.

Dobbiamo ridurre al minimo lo stress degli studenti

Se vogliamo massimizzare l’apprendimento degli studenti, dobbiamo ridurre al minimo il loro stress. Si riscontra che, in quasi tutte le situazioni, la valutazione non è solo stressante per gli studenti, ma anche per gli insegnanti. Anche se i voti appaiono essere (per moltissimi docenti) l’espressione più formale del giudizio professionale e delle competenze di un insegnante, gli insegnanti sono poco formati. Hanno dedicato, nel tempo, davvero poco tempo a queste pratiche metodologiche, pedagogiche, docimologiche. Di conseguenza, gli insegnanti spesso replicano il modo in cui sono stati valutati, imitano le pratiche di valutazione dei loro colleghi o, peggio ancora, si improvvisano e lo inventano man mano che procedono. Non c’è da stupirsi, dunque, che la valutazione sia considerata “uno degli aspetti più frustranti dell’insegnamento”. Questo articolo ci fornisce tutte le ragioni:

  • per esaminare criticamente come alcune delle nostre pratiche di valutazione tradizionali amplificano lo stress;
  • per identificare alternative che non solo riducono lo stress ma migliorano anche l’insegnamento e l’apprendimento.

Le pratiche obsolete, il VOTO e lo stress

Sulla base di quanto fa parte della pratica didattica di moltissimi insegnanti e delle interviste di numerosissimi studenti, ecco quattro pratiche obsolete, insieme ad alternative costruttive.

Utilizzando una scala da 0 a 10 cosa implica?

La maggior parte di noi, come studenti e ora come docenti, ha profonda familiarità con la scala decimale 0-10 utilizzata per assegnare i voti (stesso ragionamento, naturalmente, va fatto per la scala da 1 a 100, o da 1 a 5). Questa scala sembra così onnipresente, e congiuntamente così innocua, da essere stata nel tempo parzialmente immune da acerrime critiche (non in questo momento storico, per fortuna). Ma rappresentiamo la scala 0–10. Oltre la metà della nostra scala di valutazione è sotto il 6. Ciò significa che il 59,99% della nostra scala di valutazione descrive prestazioni insufficienti e che solo il 40,00% della scala descrive il successo scolastico. Al livello più elementare, stiamo inviando agli studenti un messaggio che produce ansia: le probabilità di fallire sono maggiori rispetto a quelle relative all’avere successo. Inoltre, la scala percentuale da 0 a 10 rende il successo meno probabile, se non impossibile, per gli studenti che hanno difficoltà.

Scala ponderata in base al fallimento

Quando utilizziamo una scala ponderata in base al fallimento, si esercita un’enorme pressione sugli studenti. Uno zero, o anche un punteggio inferiore al 3 o al 4, fa sì che lo studente precipiti in una buca che richiede un enorme successo e un enorme impegno per essere tirarsi fuori. Una trappola, talvolta, senza fine.

Marcella: Come ha spiegato una studentessa delle superiori: “Non ho ottenuto un buon risultato in un test, quindi il mio voto è peggiorato molto. Mi stressava. Era esasperante. Non sapevo cosa fare. Ho lottato in queste ultime settimane per cercare di risalire il mio voto, ma sfortunatamente se scende diventa davvero difficile risalire”.

Federica: Un’altra studentessa ha descritto l’impatto della scala 0-10 in modo più succinto: “È così difficile aumentare il tuo voto, ma così facile abbassarlo”.

I gradi curvi

Un’altra pratica comune di valutazione è quella di curvare i voti degli studenti, cioè, adattare il punteggio di ciascuno studente per ottenere la distribuzione desiderata dei punteggi nell’intero gruppo. Ad esempio, se un insegnante desidera che una certa percentuale di studenti riceva un 8 e il voto più alto ottenuto in un esame è una 7, l’applicazione della curva sposterà tutti i voti verso l’alto. Al contrario, se più studenti ottengono voti 8 rispetto a quelli desiderati, l’applicazione della curva sposterà i voti verso il basso in modo che venga assegnata la stessa percentuale di voti 8. Gli insegnanti possono utilizzare la curva per adattare o correggere esami particolarmente difficili o troppo facili. Si tratta del cosiddetto “non potere” del voto che mortifica, infatti. Tuttavia, la valutazione su una curva, per sua stessa progettazione, trasforma l’apprendimento in una competizione, minando le classi collaborative. Poiché la curva limita il numero di 8, il successo scolastico di ogni studente diventa dipendente dal rendimento degli altri studenti. Cioè: “Faccio meglio quando faccio peggio”. Inoltre, la scala dei voti cambia significato in ogni classe, a seconda della composizione della classe e a seconda del docente che la definisce e determina. La curva aggiunge ulteriore stress senza offrire alcun vantaggio pedagogico.

I voti alti come risorsa limitata?

I docenti considerano i voti alti come una risorsa limitata. La valutazione, invece, dovrebbe indicare un livello di prestazione rispetto a uno standard esterno fisso. Gli studenti sperimentano meno stress quando sanno che la loro valutazione non dipende o non è paragonabile alle prestazioni degli altri e, ancor più, quando non è descritta da un voto. In altre parole, il bersaglio non cambia dimensione a seconda di quanti studenti lo colpiscono.

Includere l’esecuzione dei compiti nel voto

Gli insegnanti assegnano i compiti per dare agli studenti l’opportunità di esercitarsi, di commettere errori e di mostrarci le loro lacune di apprendimento in modo che possiamo aiutarli ad avere successo nelle valutazioni sommative, tutti scopi a bassa posta in gioco. Nella valutazione tradizionale, gli studenti sono incentivati ​​a svolgere i compiti guadagnando punti per il voto finale; se non fanno i compiti, il loro voto sarà più basso: conseguenze ad alto rischio.

La pressione per guadagnare (ed evitare di perdere) punti per i compiti eclissa e mina lo scopo previsto per i compiti

Pertanto, la pressione per guadagnare (ed evitare di perdere) punti per i compiti eclissa e mina lo scopo previsto per i compiti. Creiamo una pressione costante per il rendimento, dove ogni errore o risposta incompleta sui compiti abbassa il voto di uno studente. Se gli studenti non hanno abbastanza tempo per fare i compiti, non li capiscono, se ne sono dimenticati o non vogliono farli, non sorprende che molti studenti copino i compiti dei loro compagni. I nostri incentivi sbagliati portano a comportamenti sbagliati da parte degli studenti. Come ha spiegato Filippo, uno studente delle superiori: “Se non faccio il lavoro, la cosa mi danneggia molto. Ecco perché alcuni di noi copiano, non perché vogliamo essere pigri, ma perché il nostro voto dipende anche da questo”.

Compiti come opportunità per esercitarsi e il messaggio inequivocabile

Se vogliamo sinceramente che i compiti siano un’opportunità per esercitarsi, il messaggio dovrebbe essere inequivocabile: “Il tuo rendimento nei compiti non sarà incluso nel tuo voto, quindi mi aspetto che tu corra dei rischi e commetta errori, che condivida con me la tua confusione scolastica e i punti deboli senza temere che il tuo voto venga abbassato a causa di quegli errori”. Naturalmente, molti insegnanti temono che senza i punti “bastone e carota”, gli studenti non faranno i compiti. Tuttavia, quando i compiti a casa non sono inclusi nel voto e gli studenti ne comprendono la connessione con la capacità di commettere errori, l’apprendimento e la prestazione di valutazione sommativa, gli studenti fanno altrettanto compiti, a volte anche di più. “Gli studenti fanno i compiti ma non sentono la pressione”.

Partecipazione alla valutazione

In molti registri e in molte fattispecie di valutazioni, gli insegnanti creano una categoria per così dire di “partecipazione”; ovvero una categoria per catalogare i punti che gli studenti “guadagnano” presentando determinati comportamenti. Tra questi, ma non solo, naturalmente, indichiamo:

  • come contribuire alla discussione
  • prendere appunti
  • completare i compiti prima della fine del periodo
  • collaborare in una condivisione di coppia.

Punti e sempre punti… che si possono perdere. Come?

Gli studenti possono anche perdere punti per una serie di passi falsi, come:

  • arrivare tardi a lezione
  • consegnare i compiti oltre la scadenza
  • parlare a sproposito.

Concentriamo gli studenti sulla “performance”

Potremmo credere che questa pratica di valutazione tradizionale rafforzi abitudini di apprendimento efficaci e classi fluide, ma in modo simile al nostro utilizzo dei compiti a casa durante la valutazione, con i punti di “partecipazione” concentriamo gli studenti non sull’apprendimento, ma sulla “performance”. Stiamo creando aule a pressione dove gli studenti vengono costantemente giudicati; dove ogni comportamento viene registrato e nessun errore rimane impunito.

Rendiamo l’apprendimento meno stressante

Rendiamo l’apprendimento meno stressante quando creiamo uno spazio in cui gli studenti possono:

  • correre rischi senza penalità
  • non sentirsi costantemente esaminati
  • non avere la pressione di svolgere perfettamente ogni lezione ogni giorno.

Incoraggiare determinati comportamenti e scoraggiarne altri

Naturalmente, vogliamo imporre e incoraggiare chiaramente determinati comportamenti e scoraggiarne altri, ma per farlo abbiamo un universo quasi infinito di conversazioni e conseguenze all’interno della nostra classe e scuola. La nostra pratica tradizionale di valutare tutto ciò che gli studenti fanno come “partecipazione” favorisce inavvertitamente la sfiducia. È un inganno. Inoltre, valutare costantemente i comportamenti richiede molto tempo da parte degli insegnanti sia durante la lezione che dopo la lezione per l’inserimento dei dati nel registro dei voti, creando anche più stress per loro.

Ripetizioni: più di una seconda possibilità

Ciò che tutte queste stressanti pratiche di valutazione hanno in comune è che non consentono errori.

Le nostre pratiche di valutazione appendono una spada sopra la testa di ogni studente

Anche se crediamo nella teoria della mentalità della crescita della psicologa Stanford Carol Dweck e ripetiamo che “Amiamo gli errori perché ne hai bisogno per imparare!”, le nostre pratiche di valutazione appendono una spada sopra la testa di ogni studente. Ogni errore costa punti che allontanano ulteriormente il successo, e ogni successo è tenue e può svanire in un passo falso. In altre parole, queste pratiche di valutazione privano le nostre aule di due ingredienti necessari per un apprendimento efficace:

  • la motivazione che deriva dalla possibilità di riscatto

e

  • la sicurezza che non tutto “conta”.

Migliorare l’apprendimento è consentire la ripetizione

Oltre a porre fine alle quattro pratiche sopra menzionate, un modo proattivo per ridurre lo stress e migliorare l’apprendimento è consentire la ripetizione . Le ripetizioni sono al centro del nesso tra il miglioramento dei nostri calcoli e la riduzione della pressione sugli studenti affinché siano costantemente al meglio.

Tradizionalmente, la relazione tra valutazioni e voti ha due caratteristiche chiave:

  • uno studente ha un’unica opportunità di dimostrare il proprio apprendimento in una valutazione
  • ogni prestazione di valutazione è inclusa nel calcolo di un voto.

Il voto è inevitabilmente una pressione

Se uno studente ha difficoltà e ottiene un punteggio basso nelle valutazioni iniziali, il suo voto finale verrà abbassato da quei punteggi anche se dimostra di aver appreso con successo nelle valutazioni cumulative successive. C’è pressione, quindi, per avere successo in ogni valutazione. Al contrario, le ripetizioni e la possibilità di sostituire un punteggio precedente con il punteggio ripetuto consentono agli studenti di imparare dagli errori e di fare in modo che la valutazione rifletta la descrizione più aggiornata e accurata della loro comprensione, non ostacolata dal punteggio. Gli studenti riconoscono in modo schiacciante che le ripetizioni non danno loro solo una seconda possibilità di successo; migliorano il modo in cui ci si sente in classe.

Alcune dichiarazioni degli studenti

Ecco alcune dichiarazioni degli studenti delle scuole in cui ho lavorato:

Marzia: Il nostro insegnante ha detto che avremmo ripetuto tutte le prove necessarie per ottenere una buona valutazione. Questo mi ha fatto sentire davvero bene perché è come se le importasse e volesse davvero che avessimo successo.

Alessio: Penso che sia davvero, davvero bello avere delle ripetizioni perché, se non sei andato bene al primo tentativo, ti incoraggia comunque a imparare il materiale piuttosto che limitarti a prendere un voto che ti risucchia in basso. Puoi migliorare e imparare.

Francesca: La matematica può essere dura e stimolante per molte persone, soprattutto per me. Sapere che mi aspetta questa ripetizione che può potenzialmente sostituire un voto basso ci dà davvero conforto. E la nostra insegnante di matematica la adoriamo. Vuole che tutti noi impariamo. Non vuole che ci sentiamo come se fossimo in un ambiente pericoloso in cui i voti sono l’unica cosa che conta.

Bilanciare i limiti pratici con la fiducia nel successo di ogni studente

Gli insegnanti utilizzano molti progetti e procedure diverse per le ripetizioni, ma gli insegnanti di maggior successo bilanciano i limiti pratici con la fiducia nel successo di ogni studente. Ad esempio, molti insegnanti forniscono supporto prima che gli studenti ripetano una valutazione, consentono la ripetizione di qualsiasi studente che desideri continuare ad apprendere (o occasionalmente impongono la ripetizione per gli studenti che necessitano di una spinta di fiducia) e creano una spirale di contenuti, di abilità, di approccio innovativi alle competenze in modo che ogni valutazione diventi una “ripetizione” di precedenti valutazioni. Ogni approccio da ripetere ha le sue sfide, ma quasi ogni iterazione riduce lo stress e rende le valutazioni più attuali e accurati. Infatti, gli insegnanti riferiscono che per gli studenti con ansia da esame (o da verifica partecipata, concordata), sapere che sarà disponibile una ripetizione riduce lo stress, consentendo loro di ottenere risultati migliori nell’esame iniziale, eliminando così la necessità di ripeterlo.

Ridurre lo stress, aumentare l’equità

Possiamo vedere come l’abbandono di queste pratiche di valutazione tradizionali e stressanti possa rafforzare l’equità. Valutare il comportamento con punti di “partecipazione” rende i nostri voti (non le valutazioni) più suscettibili ai nostri pregiudizi impliciti. Gli studenti che hanno meno supporti a casa potrebbero essere meno capaci di completare i compiti; quindi, escludere il rendimento dei compiti garantisce che i nostri voti riflettano solo l’apprendimento degli studenti, non i loro supporti esterni. Quando smettiamo di curvare i voti, di usare la scala percentuale da 0 a 10 e, generalmente, di usare i voti agli studenti che commettono errori precoci non viene matematicamente precluso il successo.

Le molteplici possibilità di successo

Le ripetizioni offrono agli studenti molteplici possibilità di successo, indipendentemente dal tempo impiegato. Questi esempi di approcci di valutazione alternativi aiutano tutti gli studenti, in particolare quelli storicamente svantaggiati – la cui vulnerabilità potrebbe essere amplificata a causa proprio di questo uso spregiudicato del voto – ad avere piene opportunità di successo scolastico.

Dobbiamo utilizzare pratiche di valutazione meno stressanti e sostituirle con pratiche più accurate ed eque

Forse più che mai, poiché lo stress e la fatica accompagneranno sempre i nostri alunni in questo percorso, dobbiamo utilizzare pratiche di valutazione meno stressanti e sostituirle con pratiche che non solo siano più accurate ed eque, ma che infondano anche nelle nostre classi più cura, perdono e speranza. Forse potremmo anche scoprire che queste pratiche di valutazione meno stressanti hanno valore per la vita, per le procedure concorsuali, per la selezione dei futuri leader.

Serve un nostro impegno forte, deciso, chiaro, oggi, qui, per iniziare.

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Autore dell’articolo Antonio Fundarò

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