Halloween avrebbe origini calabresi: a Serra San Bruno vive da secoli la tradizione del “Coccalu di muortu”

Halloween è una tradizione italiana. Non è una presa in giro, ma la tesi che Luigi Maria Lombardi Satriani, antropologo calabrese nato a Briatico (VV) e professore all’università Sapienza di Roma, scomparso a 86 anni il 30 maggio scorso, sostiene nel suo libro “Il Ponte di San Gacomo”, in cui analizza i luoghi del mondo contadino dove si rifugia e si affronta la morte. In un capitolo del libro Lombardi Satriani, infatti, ipotizza che la popolare festa degli orrori statunitense non sia altro che la contaminazione di una tradizione popolare tutta italiana ed in particolare calabrese. A Serra San Bruno, paese in provincia di Vibo Valentia, in Calabria, da secoli per la ricorrenza dei morti i bambini svuotano grosse zucche gialle, danno loro l’aspetto macabro e spaventoso di un teschio e vanno in giro per il paese chiedendo un’offerta. È la tradizione – spiegava Maria Luigi Lombardi Satriani nel libro – del ”Coccalu di muortu”, teschio di morto in dialetto serrese, di cui l’antropologo ha trovato traccia in Calabria molto prima che negli Stati Uniti iniziasse la tetra messa in scena di Halloween. L’usanza di svuotare una zucca, ricavarne tratti di un viso umano e porvi dentro una candela risalirebbe quindi alla migrazione delle popolazioni meridionali in America che avrebbero portato con loro e continuato a praticare una tradizione dal significato antropologico ben preciso, ovvero stabilire un contatto con i propri cari defunti. In Italia e in Calabria Halloween sarebbe, dunque, una “festa di ritorno”. L’usanza di svuotare una zucca, ricavarne tratti di un viso umano e porvi dentro una candela risalirebbe alla migrazione delle popolazioni meridionali italiane in America. La tradizione è ancora molto viva in paese. Tutti i bambini a partire dal 31 ottobre cominciano a svuotare la zucca gialla vi intagliano, occhi, naso e bocca per dare le sembianze di un teschio e cominciano a fare il giro del paese chiedendo un’offerta. Si è sempre fatto. Una tradizione esportata e rientrata nel Bel Paese con nuove usanze e nuovi riti. I gruppi di bambini che fanno il giro del paese con la zucca chiedendo un’offerta sarebbero la versione più antica e popolare del “dolcetto o scherzetto”. Proprio come i loro coetanei americani, i bambini di Serra San Bruno, infatti, bussano alle porte o più semplicemente fermano la gente per strada chiedendo: “Mi lu pagati lu coccalu?” (Mi pagate il teschio di morto?), un modo diretto per dire “guardate che bel lavoro che ho fatto per i nostri defunti, volete darmi un premio”. E il premio è quasi sempre una piccola somma di denaro che alla fine del giro i bambini dividono tra di loro per andare a comprare qualche leccornia. Nonostante negli ultimi anni le celebrazioni di Halloween siano entrate nel giro della globalizzazione, la tradizione del “coccalu di muortu” a Serra San Bruno ha conservato il sapore antico della tradizione. , 2022-10-31 15:16:00, Halloween è una tradizione italiana. Non è una presa in giro, ma la tesi che Luigi Maria Lombardi Satriani, antropologo calabrese nato a Briatico (VV) e professore all’università Sapienza di Roma, scomparso a 86 anni il 30 maggio scorso, sostiene nel suo libro “Il Ponte di San Gacomo”, in cui analizza i luoghi del mondo […]
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