Guido Galli, chi è il magistrato ucciso da Prima Linea il 19 marzo 1980 all’Università Statale di Milano

di Federico Berni

L’omicidio 42 anni fa. Guido Galli, giudice istruttore e docente della Facoltà di Giurisprudenza, viene ucciso dai terroristi rossi alle 16.50 del 19 marzo 1980. «Magistrato esemplare, per competenza e professionalità»

È il 19 marzo 1980, le ore 16.50 di un’Italia insanguinata dal terrorismo politico rosso, tre magistrati uccisi in quattro giorni. Guido Galli, giudice istruttore e docente della Facoltà di Giurisprudenza all’Università Statale, deve tenere una lezione di criminologia nell’aula 309 e in quella classe non arriverà mai: viene freddato da un commando di «Prima Linea» davanti all’aula 305. Gli sparano mentre sta leggendo il codice seduto su una panca in corridoio. Tre colpi di P38. Galli «paga» il rinvio a giudizio di esponenti di spicco di «Prima Linea» in fondo alla prima maxi inchiesta sul terrorismo iniziata nel settembre 1978 dopo l’arresto di Corrado Alunni e sulla base dei documenti trovati nel covo milanese di via Negroli. Quel giorno, in Statale, c’è anche Alessandra Galli, studentessa di Legge, che trova il corpo del papà coperto da un lenzuolo bianco. Dalla lapide posta accanto alla porta del suo ufficio, al secondo piano del Palazzo di Giustizia di Milano, i familiari del magistrato si rivolgono direttamente agli assassini: «Avete fatto di Guido un eroe e lui non avrebbe mai voluto esserlo…». Un eroe assassinato a 47 anni.

La storia di Guido Galli

Nato a Bergamo il 28 giugno 1932, laureato proprio nell’Università degli Studi in via Festa del Perdono, a Milano, studioso di procedura penale e criminologia e, soprattutto, «un magistrato esemplare, per competenza e professionalità», ha sottolineato il rettore Elio Franzini. Sposato con Bianca, cinque figli: Alessandra, Carla, Giuseppe, Paolo e Riccardo. Come ricorda il Consiglio superiore della magistratura, Galli è stato ucciso «perché faceva bene il suo lavoro». È Sergio Segio l’autore materiale dell’attentato e nel gruppo di fuoco di fuoco ci anche Michele Viscardi (che lancia il fumogeno e urla «la bomba»), Maurice Bignami e Franco Albesano. La rivendicazione appare come un elogio del giudice istruttore, il volantino sembra sottolinearne il senso del dovere, la correttezza, l’equilibrio: «Oggi 19 marzo 1980, alle ore 16 e 50 un gruppo di fuoco della organizzazione comunista Prima Linea ha giustiziato con tre colpi calibro 38 SPL il giudice Guido Galli dell’ufficio istruzione del tribunale di Milano…. Galli appartiene alla frazione riformista e garantista della magistratura, impegnato in prima persona nella battaglia per ricostruire l’ufficio istruzione di Milano come un centro di lavoro giudiziario efficiente, adeguato alle necessità di ristrutturazione, di nuova divisione del lavoro dell’apparato giudiziario, alla necessità di far fronte alle contraddizioni crescenti del lavoro dei magistrati di fronte all’allargamento dei terreni d’intervento, di fronte alla contemporanea crescente paralisi del lavoro di produzione legislativa delle camere…».

La famiglia di Galli

La risposta della famiglia, all’indomani della rivendicazione, arriva con una lettera affidata agli organi di stampa e indirizzata «a quelli che hanno ucciso mio marito e nostro padre». Parte di quel messaggio è oggi inciso sulla targa a Palazzo di Giustizia: «Abbiamo letto il vostro volantino: non l’abbiamo capito. Sentiamo ugualmente il dovere di scrivere queste righe, anche perché altri possano leggerle. Capiamo solo che il 19 marzo avete fatto di Guido un eroe e lui non avrebbe mai voluto esserlo, in alcun modo: voleva solo continuare a lavorare nell’anonimato, umilmente e onestamente come sempre ha fatto. Avete semplicemente annientato il suo corpo, ma non riuscirete mai a distruggere quello che ha oramai dato per il lavoro, la famiglia, la società. La luce del suo spirito brillerà sempre annientando le tenebre nelle quali vi dibattete».

La ricorrenza

Sabato 19 marzo 2022 l’Associazione Nazionale Magistrati incontra gli studenti nella scuola intitolata al giudice in viale Romagna 16: intervengono Gianni Canzio, Armando Spataro, Carla e Alessandra Galli, le figlie del magistrato. Lucio Nardi leggerà un passo da «Morte di un uomo felice» di Giorgio Fontana. La memoria di Guido Galli è viva.

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18 marzo 2022 (modifica il 18 marzo 2022 | 16:28)

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, 2022-03-18 15:28:00, L’omicidio 42 anni fa. Guido Galli, giudice istruttore e docente della Facoltà di Giurisprudenza, viene ucciso dai terroristi rossi alle 16.50 del 19 marzo 1980. «Magistrato esemplare, per competenza e professionalità» , Federico Berni

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