di Silvia Morosi
Senza api è a rischio il 75% delle colture alimentari mondiali. Tra i pericoli maggiori gli effetti combinati del cambiamento climatico, dell’agricoltura intensiva, della perdita di biodiversità e anche dei fungicidi
Oltre il 75% delle colture alimentari mondiali dipende dall’impollinazione. La scomparsa delle api e degli altri impollinatori eliminerebbe ad esempio la produzione di caffè, mele, mandorle, pomodori e cacao. Un dato che ben rappresenta il valore inestimabile di questi insetti — minacciati dagli effetti del cambiamento climatico, dell’agricoltura intensiva, dei pesticidi, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento — per la sopravvivenza del Pianeta. Per ricordarlo, il 20 maggio si celebra — dal 2017 — la Giornata mondiale delle api (il World Bee Day): istituita dall’Onu in onore di Anton Jansa (allevatore e pittore sloveno del XVIII secolo, pioniere delle tecniche di apicoltura moderne), la ricorrenza ha l’obiettivo di informare e sensibilizzare i cittadini sul ruolo di questi preziosi impollinatori appartenenti alla famiglia degli imenotteri (qui la recensione del libro «Non solo miele», di Markus Imhoof e Claus-Peter Lieckfeld). La specie di ape più conosciuta è l’Apis Mellifera — ovvero l’ape da miele — ma esistono tante altre che contribuiscono alla vita del nostro Pianeta, come le osmie (o api muratrici) che utilizzano il fango per chiudere le pareti di casa. Di tutte le 20mila specie esistenti, circa il 25% è in notevole diminuzione dagli anni Novanta come rivela una ricerca pubblicata sulla rivista One Earth nel 2021.
Il fenomeno dello spopolamento degli alveari
Come se non bastasse, secondo i dati forniti dagli apicoltori lombardi, anche quest’anno si verifica il terribile fenomeno degli spopolamenti degli alveari che, oltre alle api mellifere, riguarda in maniera diversa tutti gli insetti impollinatori. Nella sola Lombardia, nel 2022 sono circa 650 gli alveari interessati dal fenomeno e monitorati dai Tecnici di Apilombardia nelle province di Cremona, Mantova, Lodi, Pavia, Bergamo, Milano e Monza-Brianza. La punta dell’iceberg, perché «si stima una perdita di oltre 12 milioni di api sparite nel nulla. Api che hanno lasciato i loro alveari in cerca di polline e nettare per la sussistenza della colonia e la produzione di miele, ma che non vi hanno fatto più ritorno. A ucciderle sono stati i pesticidi usati nell’agricoltura intensiva», come spiega Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. Gli apiari coinvolti negli spopolamenti si trovano in aree caratterizzate da coltura intensiva di mais, in gran parte destinato a diventare mangime per gli allevamenti intensivi. Queste zone sono state oggetto di un’intensa attività agricola, spesso con interventi di diserbo chimico in pre-semina, in una situazione meteorologica caratterizzata da temperature sopra le medie stagionali, vento e clima secco. I diserbanti chimici impiegati finiscono spesso per depositarsi anche sulla vegetazione circostante, dove gli impollinatori vanno in cerca di cibo e acqua. Le api si trovano, ad esempio, a dover fare i conti con il glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo, «per il quale quest’anno si dovrà decidere se rinnovare o meno l’autorizzazione al suo impiego nell’Unione europea», aggiunge Ferrario. «Occorre avviare una rapida transizione della nostra agricoltura, a cominciare dal Green Deal europeo, non solo per proteggere le api, ma anche gli agricoltori stessi e tutti noi».
Miele etichettato
Senza api non c’è futuro, e non c’è miele. In Italia — ricorda la Coldiretti — ci sono 1,5 milioni di alveari curati da circa 73mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l’autoconsumo. Nel nostro Paese esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Il raccolto di miele made in Italy è stimato al di sotto dei 12,5 milioni di chili, mentre le importazioni di prodotto dall’estero nel 2021 avevano raggiunto il valore di 24 milioni di chili. In altre parole, quasi due vasi di miele su tre venduti in Italia vengono dall’estero. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura obbligatoria, introdotta in Europa il primo gennaio 2021 (che deve indicare con precisione l’origine del miele commerciale e, in caso di miscela, la percentuale di prodotto proveniente dai vari Paesi indicata in maniera decrescente). «Il mondo delle api e del miele si trova ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici con eventi estremi sempre più frequenti e violenti sbalzi di temperatura, dal gelo al caldo torrido, che mettono a rischio le produzioni Made in Italy lasciando spazio a importazioni dall’estero, magari da Paesi che hanno standard più bassi dei nostri in materia di qualità e salubrità del cibo», spiega al Corriere della Sera il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «a rischio è anche lo straordinario lavoro di impollinazione svolto dalle api a beneficio dell’agricoltura italiana».
I (nuovi) pericoli
Al pari di inquinamento, insetticidi e malattie, una ricerca internazionale pubblicata su Journal of Applied Ecology — coordinata dal Dipartimento Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano, a cui hanno partecipato sette differenti istituzioni italiane, tedesche e brasiliane — ha messo in luce come anche i fungicidi minacciano la sopravvivenza delle api e il ruolo che giocano all’interno dell’ecosistema. La ricerca ha evidenziato che fungicidi come il fenbuconazolo, un anticrittogamico utilizzato in agricoltura e al momento revocato dal ministero della Salute, seppure in basse dosi, abbiano effetti negativi legati agli aspetti comportamentali delle api in accoppiamento e, quindi, sulla crescita della loro popolazione. Uno studio del 2022 pubblicato su Science of the Total Environment spiega anche come l’incremento dell’urbanizzazione sia tra i fenomeni che più minacciano la biodiversità nel suo complesso, nello specifico per api e altri impollinatori.
Dalla tutela all’adozione degli alveari
Per sensibilizzare sull’importanza delle api, nel 2021 Coop ha lanciato la campagna triennale «Ogni ape conta»: complessivamente un miliardo e 200 milioni api saranno tutelate dal 2021 e 140 nidi con 131mila bozzoli già installati nelle Oasi urbane realizzate da Coop e nei campi delle sue filiere di ortofrutta nel 2022. Un’attenzione rivolta non solo verso le consuete api mellifere, ma anche verso le meno note api osmie, insetti solitari fondamentali per l’impollinazione e per la biodiversità. Un tema che assomiglia ogni anno di più ad un’emergenza: basti pensare che dal 2006 a oggi c’è stato un aumento di mortalità di api mellifere spesso superiore al 30%. E, per sensibilizzare anche i più piccoli, 3Bee — la startup leader in Italia nata nel 2017 con l’obiettivo di proteggere le api con la tecnologia — ha lanciato «3Bee education», un programma di abilitazione delle scuole d’infanzia e primarie all’insegnamento della sostenibilità, rinnovando l’invito ad adottare o regalare un alveare a distanza attraverso un semplice click. A riflettere su questa «estinzione silenziosa» che mette a rischio la biodiversità globale, anche il Wwf che promuove il progetto «Diamo una casa alle api», realizzato grazie alla campagna di raccolta fondi sulla piattaforma ForFunding di Intesa Sanpaolo, con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sull’importanza degli impollinatori e il loro valore per il nostro capitale naturale, dalla produzione di cibo al valore per le nostre economie. Il progetto mira, ad esempio, alla realizzazione e gestione nelle 20 Oasi dell’associazione su tutto il territorio nazionale di aree per facilitare la vita a questi importantissimi insetti. E ancora, Mulino Bianco (Gruppo Barilla) ha annunciato il lancio dei «Rigoli special edition» – gli iconici biscotti ideati nel 1976 e realizzati con miele Millefiori 100% italiano – in una speciale confezione con api e fiori, per celebrare la Giornata Mondiale della Biodiversità (22 maggio).
20 maggio 2022 (modifica il 20 maggio 2022 | 14:32)
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, 2022-05-20 12:32:00, Senza api è a rischio il 75% delle colture alimentari mondiali. Tra i pericoli maggiori gli effetti combinati del cambiamento climatico, dell’agricoltura intensiva, della perdita di biodiversità e anche dei fungicidi, Silvia Morosi