Gavosto: Creatività, socialità e flessibilità a scuola. Ecco come possiamo difenderci dallintelligenza artificiale

Sull’intelligenza artificiale si è aperto un dibattito da mesi, che ha coinvolto anche la scuola. Al Museo Egizio di Torino ne hanno discusso il rettore del Politecnico, Guido Saracco, e il presidente della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto. 

Quest’ultimo punta l’attenzione sul fatto che in futuro “Il possesso delle nozioni di per sé diventerà sempre meno importante“, riporta La Stampa.

Secondo il numero uno di Fondazione Agnelli, la scuola “non sa creare ponti, fare passaggi tra saperi diversi che è propedeutico alla creatività. Attualmente la scuola non è portata particolarmente a fare questi percorsi multidisciplinari“.

L’importanza di questo aspetto, secondo Gavosto, risiede nel fatto che “le pre-conoscenze siano fondamentali e quindi si devono avere le basi, è essenziale sviluppare analisi che non siano limitate alla singola materia“.

Sia Gavosto sia Saracco ammettono che “la scuola primaria questo lavoro lo fa, dalle medie in poi no. E anche all’università bisognerebbe cogliere le zone di intersezione tra le discipline“.

Il rettore del Politecnico punta proprio su questo aspetto della creatività anche per gli studi universitari: “L’ingegnere ha bisogno di umanesimo per essere un tecnico migliore. Anche perché è un creativo: qualsiasi tecnologia viene creata per risolvere un problema”.

Mentre in passato “alla crescita di complessità del mondo abbiamo risposto creando molte lauree e sfaccettature diverse con specializzazioni sempre più profonde, ora stiamo introducendo multidisciplinarità perché la creatività non si insegna ma si stimola“.

Come rispondere all’intelligenza artificiale? Secondo Andrea Gavosto uno elemento è proprio “la capacità di socializzazione, la seconda è la capacità di prendere decisioni sulla base di pochissime informazioni e la terza è proprio la creatività, comunque la si voglia definire”.

ChatGpt è tutto tranne che creativa, osserva Gavosto.

Durante l’incontro anche uno studente ha preso la parola, evidenziando come non ci sia in questo momento una flessibilità nell’impianto scolastico: “Sono all’ultimo anno del liceo scientifico, devo fare l’esame di maturità. Ma mi sono accorto solo nel tempo che questo non è il percorso che avrei voluto fare. Scegliere così presto ti impedisce di capire chi sei. Non si potrebbe avere percorsi più flessibili?”

Un’osservazione raccolta positivamente dal presidente della Fondazione Agnelli: “Si dovrebbe poter scegliere materie opzionali e invece abbiamo materie bloccate. Questo lo si fa per garantirsi lo stesso numero di cattedre. Ma se vogliamo mettere lo studente al centro bisognerebbe considerare gli insegnamenti opzionali”.

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