Galeazzo Bignami, viceministro del governo Meloni, e la vecchia foto in camicia nera con il simbolo nazista. «Provo profonda vergogna per quelle immagini»

di Marco BrunaIl numero due di Matteo Salvini alle Infrastrutture e quello scatto del 2005. Al «Corriere» disse: «Per me il nazismo è il male assoluto» Galeazzo Bignami sarà viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti nel governo di Giorgia Meloni, ovvero il numero due di Matteo Salvini. Forse il suo nome non è familiare ai più ma una sua foto ha già fatto il giro di internet e dei social network, provocando sdegno. L’immagine risale al 2005. Era stata scattata durante una festa di addio al nubilato: si vede Bignami vestito con una camicia nera, al braccio una fascia con il simbolo della svastica nazista. Bignami, 46 anni, bolognese, avvocato, nel 2018 è stato eletto alla Camera con Forza Italia. L’anno successivo sarebbe passato a Fratelli d’Italia. Nella scorsa tornata elettorale è stato confermato con il partito di Giorgia Meloni. In passato aveva avuto anche un’esperienza in An. In anni recenti ha fatto il pieno di preferenze sia alle comunali che alle regionali. In un’intervista rilasciata al «Corriere» subito dopo il voto del 25 settembre, alla domanda se si aspettasse un ruolo nel governo Meloni, Bignami aveva risposto: «Ci conosciamo da 30 anni e sappiamo cosa è bene fare senza bisogno di concordarlo». Tra i risultato di cui si è detto più fiero c’è «l’aver superato il Pd in alcune sezioni a Bologna, in zone che quando ero piccolo conoscevo attraverso l’attività politica di mio padre ed erano considerate quasi off limits per la destra. Vedere che oggi la maggioranza delle persone premia proprio Fratelli d’Italia, ci dà la misura del cambiamento». Il padre di Bignami, Marcello, era una colonna della destra bolognese. Della fiamma del Movimento sociale italiano (Msi) dice che ha un significato «affettivo»: «Con il mio papà non l’abbiamo mai caricata di significati ideologici o addirittura come qualcuno che, con ignoranza, la attribuiva al periodo del fascismo. Era il simbolo di una comunità di persone che lavoravano per degli ideali. Io quella fiamma l’ho sempre vista quando accompagnavo mio padre in giro ed è stata quella la mia prima palestra, ascoltavo, osservavo e lì ho imparato il rapporto umano con le persone». «Trovo perfino umiliante dovere rispondere a qualcosa che ovviamente non è così: per me il nazismo è il male assoluto», disse rispondendo al Corriere. Il neo viceministro torna a parlare in serata: «La mia ferma condanna per qualsiasi forma di totalitarismo, per qualsiasi espressione liberticida e antidemocratica, ancor più riferita al male assoluto quale fu il nazismo così come qualsiasi movimento ad esso accostabile, è totale e incondizionata. Trovo assurda la riproposizione ciclica, a distanza di quasi venti anni, di una foto scattata in un contesto privato e per la quale mi sono già scusato più volte per essermi prestato ad essere raffigurato in quel modo che non mi appartiene. Sfido chiunque a trovare, in 25 anni di attività istituzionale e politica, un mio qualsiasi atto che possa prestarsi a interpretazioni differenti o anche solo connotate da qualche ambiguità rispetto alla ferma e totale condanna all’antisemitismo che fin da Fiuggi, congresso a cui partecipai, fu convinta e totale». Bignami sottolinea che «in tutta la mia attività politica e istituzionale ho sempre espresso vicinanza, stima, sostegno al popolo ebraico e a Israele, svolgendo, fin dal mio primo incarico istituzionale, attività inequivocabile a riguardo. Consegnare di me una rappresentazione grottesca, denigratoria, vergognosa è solo frutto di una strumentalizzazione politica che non accetto. Questo ancor più se si considera che quando quelle foto vennero pubblicate militavo in FI e la polemica che ne conseguì, benché ricoprissi ruoli istituzionali ed elettivi, si sopì dopo che rappresentai il contesto in cui esse furono scattate e ritenni, comunque, di scusarmi per essermi prestato a immagini inaccettabili riferite ad una delle pagine più buie dell’umanità». «Provo profonda vergogna per quelle immagini e, comprendendone da tempo la gravità, non posso che rinnovare quelle scuse. Da quando mi trovo in Fratelli d’Italia, vengono rinfocolate quelle polemiche che generano il dubbio che esse siano sollevate non per biasimare una condotta individuale, ma per colpire il partito a cui oggi aderisco». 31 ottobre 2022 (modifica il 31 ottobre 2022 | 22:35) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-31 21:36:00, Il numero due di Matteo Salvini alle Infrastrutture e quello scatto del 2005. Al «Corriere» disse: «Per me il nazismo è il male assoluto», Marco Bruna

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