Frana di Sarno, dopo 24 anni la Cassazione condanna il Comune: «Risarcisca le 137 vittime»

di Alessandro Fulloni

L’ordinanza della Suprema Corte depositata martedì, ribalta i due gradi precedenti, imputando all’amministrazione il mancato ordine di evacuazione: «La responsabilità diretta della PA sussiste anche in caso di condotta omissiva». L’ex sindaco era stato condannato penalmente a 5 anni. Le implicazioni per Ischia

Era la notte tra il 5 e il 6 maggio 1998. Una gigantesca frana a Sarno, nel Salernitano, provocò la morte di 137 persone travolte dalla colata di fango. Adesso, a circa 24 anni e sei mesi da quella catastrofe, una sentenza della Corte di Cassazione depositata ieri (29 novembre) stabilisce che il Comune campano debba risarcire le vittime. Si tratta di una vera e propria rivalsa dello Stato — che ha dunque visto accolto il ricorso incidentale della Presidenza del Consiglio e del Ministero dell’Interno — nei confronti dello stesso Comune per quanto pagato a titolo di risarcimento alle parti civili, anche in assenza di atti autoritativi del primo cittadino. Una sentenza a suo modo storica, che cade nei giorni della frana di Ischia e che ora apre orizzonti nuovi.

Seconda la Suprema corte infatti la responsabilità diretta della PA «scatta anche per il fatto, penalmente illecito, commesso dal sindaco non attraverso un atto autoritativo ma con una omissione»: nel caso di Sarno il mancato ordine di evacuazione disposto dall’allora sindaco, Gerardo Basile, ingegnere, condannato nel 2013 a dopo cinque processi e un iter durato quasi tre lustri, con sentenza definitiva a cinque anni per disastro colposo (nei giorni scorsi, dopo la frana di Ischia, è scoppiata una polemica per le parole dell’attuale ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che ha invocato il carcere per i sindaci). In sostanza, dopo la condanna penale, lo Stato che aveva pagato i risarcimenti, si era rivalso contro il Comune. Nelle due precedenti sentenze, i giudici avevano sempre respinto. Ora la Corte ribalta tutto: è responsabilità diretta della pa anche l’omissione, in questo caso il mancato ordine di evacuazione.

Sia il Tribunale che la Corte di Appello, in precedenza, avevano negato l’azione di regresso nei confronti del Comune affermando che Basile era l’unico responsabile diretto dell’accaduto. Il Comune, in estrema sintesi, non c’entrava nulla con gli indennizzi. Ma tutto questo è stato bocciato dalla Terza sezione civile, secondo cui l’attività colposa che è stata contestata al sindaco «non è meramente materiale ed estranea ai compiti istituzionali, tale da essere legata da un nesso di occasionalità necessaria con le funzioni o poteri esercitati, ma è istituzionale nel senso di estrinsecazione di pubblicistiche e istituzionali potestà». In altre parole: la condotta omissiva del sindaco investe anche il Comune. Chiamato dunque al risarcimento.

30 novembre 2022 (modifica il 30 novembre 2022 | 11:29)

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, 2022-11-30 11:44:00, L’ordinanza della Suprema Corte depositata martedì, ribalta i due gradi precedenti, imputando all’amministrazione il mancato ordine di evacuazione: «La responsabilità diretta della PA sussiste anche in caso di condotta omissiva». L’ex sindaco era stato condannato penalmente a 5 anni. Le implicazioni per Ischia, Alessandro Fulloni

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