Filippi, lo storico anti bufale sul fascismo: «Orsini? Con Mussolini non avrebbe avuto libertà di parola»

di Claudio BozzaL’autore di «Mussolini ha fatto anche cose buone» e le frasi del docente di Sociologia del terrorismo: «Illiberale l’Italia prima del Duce? Allora perché Mussolini ne distrusse l’impianto?» «Il professor Alessandro Orsini (chi è) ? Gode di una libertà, quella di parola, che avrebbe avuto nell’Italia liberale, ma di certo non in quella fascista». Francesco Filippi, storico, ha scritto Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo, libro dal titolo ironico che ripercorre e smonta (con strumenti storiografici) tutte le bufale che continuano a circolare sul fascismo e commenta così le affermazioni del docente di Sociologia del terrorismo . Filippi, il professor Orsini commentando l’evoluzione della guerra in Ucraina, ha innescato l’ennesima bufera in tv, affermando: «L’Italia fino al 1945 non è stata mai una democrazia liberale e mio nonno ha avuto un’infanzia felice». Da storico che ne pensa? «Per quanto riguarda la prima parte delle affermazioni di Orsini, è bene ricordare che l’Italia ha avuto il suffragio universale maschile nel 1912, le garanzie dello Statuto Albertino restano tali fino al 1922 ed erano in linea con le allora espressioni democratiche più avanzate in Europa: da lì si arriverà poi al progresso e a un mondo assai più libero. Tanto è vero che la prima cosa fatta dal regime fascista fu appunto reprimere direttamente di queste libertà: quella di stampa, la possibilità di sciopero, di assembrarsi e di creare partiti politici. Se, come Orsini afferma, l’Italia non fosse stata una democrazia liberale, non si capisce perché il fascismo si impegnò a distruggere tutto. Non commettiamo anacronismi». E la seconda parte della frase, quella sul «nonno felice durante il fascismo»? «Non conosco la parabola del nonno di Orsini. Le testimonianze dirette di quel periodo sono soltanto una delle tante fonti. Inoltre: estendere l’esperienza di singoli e farne una lettura analitica e complessiva di intere fasi storiche mi sembra quantomeno miope, per non usare altri termini. Orsini, insomma, gode di una libertà, quella di parola, che avrebbe avuto nell’Italia liberale ma non in quella fascista». Il professore si è poi affrettato a rimarcare:«Io sono un antifascista radicale». Ritiene razionale affermare le due frasi precedenti e poi questa? «Dipende molto da cosa Orsini intende con “antifascista radicale”. L’antifascismo è il rifiuto della dittatura e del totalitarismo. Non so in cosa consista il suo “radicale”. A me pare un antifascismo all’acqua di rose: trovo difficile incastrare in maniera diretta queste affermazione, non c’è il filo logico che ci si aspetta da un discorso». Perché dopo 77 anni si continua a evocare così frequentemente il fascismo come termine di paragone? «Nel caso italiano ci sono fondamentalmente due motivi per questo richiamo. Il fascismo è stato un racconto potentissimo, che non è stato contrastato con un contro racconto altrettanto forte dopo la fine della guerra. Il secondo motivo: tra le tante definizioni che possiamo dare, il richiamo al fascismo è anche un sinonimo per spiegare la crisi di questa democrazia. Mi riferisco al ritorno dell’uomo forte, un richiamo apprezzato da più settori di questo Paese». Ma Orsini è di destra o di sinistra? «Non saprei. Non sono francamente interessato alla vicenda. Figure come quella del professore, visibili oggi nel panorama dell’informazione, sono il prodotto di una distorsione mediatica: c’è necessità di creare l’effetto tifoseria. Ma non si può dividere tutto tra bianco e nero». 20 aprile 2022 (modifica il 20 aprile 2022 | 19:24) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-20 18:57:00, L’autore di «Mussolini ha fatto anche cose buone» e le frasi del docente di Sociologia del terrorismo: «Illiberale l’Italia prima del Duce? Allora perché Mussolini ne distrusse l’impianto?», Claudio Bozza

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