Ferrari, perché ha perso velocità: al Gp Olanda superata dalla Mercedes

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di Daniele Sparisci, inviato a Zandvoort

La Ferrari è ormai la terza forza del Mondiale: c’entra la norma anti-porpoising pensata per aiutare la Mercedes? Forse in parte sì, ma non solo. La frenata è iniziata in Ungheria

Occhi lucidi, appoggiata alle transenne, Sophie Kumpen osserva la sua meravigliosa creatura, Max Verstappen, che ha iniziato a correre quando non era ancora nato. Nella pancia della mamma, campionessa di kart. Guarda dov’è adesso. Solleva sul podio la coppa intarsiata di graffiti, opera dell’artista del Limburgo Pablo Lucker. Dietro c’è l’altra figlia, Victoria, commossa anche lei. È arrivato pure Jos, il papà al quale il campione del mondo ha dedicato il casco. Guarito dal Covid giusto in tempo per godersi lo show ammazza-Mondiale.

Quarta vittoria di fila, decima della stagione in 15 Gp, trentesima in carriera, seconda di fila in Olanda, 109 punti di vantaggio su Leclerc, terzo e depresso. Padrone di casa, domina a 24 anni con un appetito che ricorda il miglior Schumacher quando chiudeva i campionati ad agosto. Ha un mezzo fenomenale, la gara di ieri, eppure movimentata, è servita semplicemente a decidere chi finisse dietro di lui. Eclissi di rosso sul pianeta arancione. Doveva essere la riscossa del Belgio, i 21 millesimi di distacco fra Max e Charles in qualifica avevano illuso. È arrivata un’altra paga, aggravata dall’ennesima figuraccia con il pit-stop di Carlos Sainz. Inaccettabile per una squadra che non vede un titolo dal 2008 (costruttori) e che aveva puntato tutto sul 2022 sacrificando il biennio precedente: Carlos era partito terzo e ha chiuso ottavo, penalizzato.

Che cosa resta della Rossa splendente di primavera-estate, che anche quando non vinceva (4 centri quest’anno) dava comunque segnali di forza? Granelli di sabbia, come quelli di queste spiagge in cui Leclerc e Sainz si sono impantanati. Cavallino terza forza, questo dice la sconfitta nel regno di Verstappen. Anche la Mercedes adesso è davanti, quella di Russell, perché Hamilton è stato vittima di strategie suicide del suo muretto — nella girandola di safety car nel finale si è rinunciato alla sosta nella speranza di vincere — e l’ha presa malissimo: «Mi sembrava di rivivere Abu Dhabi.». Charles ha la faccia di uno che riceve il premio di consolazione alla lotteria: «Il terzo posto era il massimo possibile. Max era troppo veloce e le Mercedes andavano fortissimo con le gomme dure».

Succede da tre gare, su piste completamente diverse, la frenata è cominciata in Ungheria, a Spa c’è stato il tonfo, e qui il declino è proseguito alimentando il mistero sulle prestazioni scomparse. C’entra la direttiva contro i saltelli aerodinamici (porpoising), ispirata dalle manovre politiche della Mercedes nel tentativo di rallentare gli avversari, entrata in vigore in Belgio? Alla Red Bull ha fatto il solletico, la Ferrari sembra averne patito più di quanto dica Binotto:«Dobbiamo capire se questi problemi di bilanciamento sono frutto di scelte sugli assetti, o se sono il risultato degli ultimi sviluppi. Non è la direttiva in sé che ci mette in difficoltà, i suoi effetti sono trascurabili, qui abbiamo vissuto una situazione molto simile a quella di Budapest dove questa norma non c’era. Indipendentemente dalle gomme che utilizzavamo non eravamo rapidi».

Ed eccolo il punto fra le righe, nella sfida degli aggiornamenti la Red Bull è sbocciata e la Ferrari si è appassita. Magari per delle valutazioni sbagliate, per la convinzione che certe soluzioni avrebbero potuto funzionare: le famose correlazioni, che tante volte negli anni scorsi hanno colpito a Maranello. L’ultimo pacchetto significativo è stato introdotto in Francia (nuovo fondo), gara che Leclerc stava vincendo e che ha buttato via con un testacoda. Dietro a quell’errore inatteso si nascondevano i segnali di questa crisi? Magari imputabili a una vettura diventata più nervosa, meno facile da mettere a punto? Non lo sapremo mai con esattezza, ma da quel giorno ha sempre vinto Verstappen, la Mercedes è cresciuta e la Ferrari è diventata una macchina mangia-gomme. Un’altra ipotesi è legata all’affidabilità: per evitare altre rotture sarebbe state utilizzate mappature e soluzioni (in atteso del rimedio definitivo pronto per la vettura 2023) più prudenti con ripercussioni sull’equilibrio generale della F1-75.

Nel caso di Sainz, lo spagnolo è stato anche rallentato dagli effetti del contatto al primo giro con Hamilton che ha creato danni al pavimento. Per lui Monza parte in salita, sconterà una penalità per l’impiego di un nuovo motore: «Cercheremo di limitare al minimo il numero delle penalità» ha ammesso Binotto. Che significa montare magari una parte sola della power unit, l’ibrido di ultima generazione che consentirà anche un risparmio di un paio di chili. Ma Monza, domenica, in queste condizioni fa paura: pista di efficienza aerodinamica e di cavalli, la Red Bull è nettamente favorita. E occhio alla Mercedes che punta al secondo posto costruttori (la Rossa è avanti di 30 punti), essere terza forza in casa sarebbe un grave passo indietro.

5 settembre 2022 (modifica il 5 settembre 2022 | 07:24)

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, 2022-09-05 05:38:00, La Ferrari è ormai la terza forza del Mondiale: c’entra la norma anti-porpoising pensata per aiutare la Mercedes? Forse in parte sì, ma non solo. La frenata è iniziata in Ungheria, Daniele Sparisci, inviato a Zandvoort

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