Ferragni: «Pensavo di non meritare il successo. Il 90% della mia vita è privato»

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di Giulia Cimpanelli

L’imprenditrice digitale dichiara di volersi concentrare sull’empowerment femminile. E consiglia alle giovani di essere consapevoli del proprio valore, riconoscersi dei meriti, darsi una pacca sulla spalla e dirsi: «Hai raggiunto degli obiettivi, devi esserne fiera»

Difficile crederlo, ma anche lei ha vissuto la sindrome dell’impostore: «Quando ho iniziato ad avere successo ed ero ancora una ragazzina, in tanti mi attaccavano. Molte persone più adulte di me mi criticavano. Così sentivo di non meritare quello che mi stava succedendo. Ascoltando chi invece mi seguiva e mi sosteneva mi ripetevo: “Perché mai dovrebbero credere in me?”». Da quel momento Chiara Ferragni ha fatto tanta strada e oggi, a 36 anni compiuti lo scorso 7 maggio, con i suoi 27 milioni di follower è una delle più importanti e seguite influencer del mondo e un’imprenditrice digitale di successo.

Con l’aumentare della popolarità, le persone che la criticano e gli «hater» certamente non diminuiscono. Come ha «allenato» la fiducia in se stessa? Come ha coltivato autostima e autodeterminazione?

«Cerco di affrontare con ironia opinioni negative e offese. Quando avevo 22 anni l’accanimento nei miei confronti era scioccante, soprattutto perché le persone che mi muovevano critiche erano molto più grandi di me. A causa loro, mi è capitato di non godermi del tutto i momenti belli. Poi, di colpo, ho avuto un’illuminazione. Mi sono detta: “Sto facendo una cosa innovativa, ho un team bellissimo: io so quanto valgo”. È fondamentale avere la consapevolezza del proprio valore. Oggi, quando mi capita di dimenticarmene, rileggo il taccuino in cui scrivo ogni caratteristica, obiettivo raggiunto, esperienza portata a termine che mi rendono fiera di me. È importante riconoscerci dei meriti, darci una pacca sulla spalla e dire: hai raggiunto degli obiettivi, devi esserne fiera. Bisogna fermarsi più spesso per apprezzare quanto di buono si è fatto. Siamo portati a notare i successi e le capacità altrui e spesso siamo severi con noi stessi. Piuttosto, la chiave è trasformare i nostri difetti in punti di forza».

Che cos’è per Chiara Ferragni l’innovazione? In cosa pensa di essere stata innovativa?

«L’innovazione per me è aver fatto qualcosa che non aveva mai fatto nessun altro. Aver creduto nei social network dall’inizio, quando ancora in pochi li ritenevano un media. Ho compreso sin da subito il potenziale del mondo digitale (dei blog prima e dei social network poi, ndr), e ho deciso di coltivarlo».

Se avesse iniziato oggi, con l’attuale e diffuso utilizzo dei social, cosa sarebbe cambiato? Sarebbe stato più difficile?

«Iniziare in passato ha avuto i suoi vantaggi, non tanto per il ruolo dei social in quel momento storico, ma perché io ero molto giovane e questo mi ha consentito di masticare il nuovo linguaggio “digitale” fin da ragazzina, di farlo mio in modo naturale».

Oggi le professioni digitali sono evolute: qual è il futuro?

«Come speravo già dieci anni fa, finalmente molte più persone possono lavorare con i social. Quando ho iniziato sembrava quasi di doversi vergognare. I social network sono il media del presente e del futuro: i brand lavoreranno solo sui social, gli unici che consentono di veicolari messaggi autentici. Per questo servono creator diversi: esperti di Instagram, TikTok, Youtube…».

A chi si ispira? Chi sono i suoi mentori?

«Mi ispiro a imprenditori come Diego Della Valle (patron del gruppo Tod’s ndr) che ha fatto la storia dell’imprenditoria italiana restando se stesso, rappresentando l’italianità, portando la nostra tradizione nel mondo (Ferragni è dal 2021 nel consiglio di amministrazione della stessa Tod’s, ndr). Ma anche a Maria Grazia Chiuri (direttore creativo di Dior, ndr), che da sempre porta avanti temi femministi difendendo i diritti delle donne e con la quale ho costruito una bella amicizia. Poi sono ispirata da altre persone, influencer che sui social network si mostrano esattamente come sono nella vita. Perché i social sono spesso forieri di ispirazioni costruttive».

La parte più intima della sua vita è una componente fondamentale del suo lavoro. Esiste un lato privato che non vediamo?

«Non mi sono mai prefissata cosa voglio o non voglio condividere. Faccio ciò che sento. Certo, ci sono contenuti che evito di postare per rispettare la privacy altrui. Ma non esiste qualcosa di non detto, di cui sono certa che non parlerò. Nella vita, e dunque sui social, è cruciale riconoscere e mostrare anche le proprie debolezze, l’importanza di parlarne, di lavorarci con esperti e psicologi. Lavoro per rompere questo tabù. I social non devono essere solamente la vetrina di una vita perfetta, che non esiste. Le nuove generazioni, finalmente, sono pronte a condividere la vita vera, con le sue luci e le sue ombre. Detto questo, ciò che sottolineo sempre è che, per quanto online sia più attiva della media, il 90% della mia vita non è condivisa sui social».

Un’idea che non ha ancora realizzato? E i prossimi progetti?

«Vorrei concentrarmi di più sull’empowerment delle donne, sui temi dell’imprenditoria femminile non soltanto facendo da esempio ma aiutando concretamente altre donne. Di nuovi progetti imprenditoriali ne ho diversi, ma sono ancora top secret».

Che consiglio darebbe a un’imprenditrice digitale?

«Avere ben chiaro l’obiettivo, creare qualcosa di innovativo, qualcosa che non esiste ancora e che risponde a un bisogno. Lavorare ogni giorno per raggiungere il proprio scopo ed essere pronto ad assumersi i rischi. Fare l’imprenditore è una montagna russa tra successi e momenti difficili».

31 maggio 2022 (modifica il 31 maggio 2022 | 10:02)

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, 2022-05-31 12:26:00, L’imprenditrice digitale dichiara di volersi concentrare sull’empowerment femminile. E consiglia alle giovani di essere consapevoli del proprio valore, riconoscersi dei meriti, darsi una pacca sulla spalla e dirsi: «Hai raggiunto degli obiettivi, devi esserne fiera» , Giulia Cimpanelli

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