Escludere i bulli dalle gite scolastiche: uno strumento sanzionatorio aggiuntivo, ma attenzione al quadro normativo

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In risposta all’aumento di casi di bullismo in ambito scolastico, le scuole si adoperano per minimizzare i rischi associati alle gite. Queste attività esterne, che rappresentano un aspetto cruciale della programmazione educativa, vengono ora messe sotto esame, soprattutto quando riguardano studenti con comportamenti scorretti.

Come segnala Italia Oggi, l’autonomia concessa alle scuole circa l’organizzazione di tali uscite, nonostante il Regolamento sull’autonomia scolastica e le norme sull’organizzazione amministrativa scolastica, ha portato a decisioni collegiali che talvolta escludono gli studenti indisciplinati da queste attività.

Le scuole, ora più che mai, sono autonome nell’organizzazione di uscite, visite guidate e viaggi di istruzione, compresa la gestione dei pagamenti dei docenti attraverso il Fondo di Istituto (Fis). Tuttavia, l’assenza di una normativa specifica che regola l’esclusione degli studenti sanzionati rende la situazione complessa. Queste decisioni, spesso comunicate a studenti e famiglie all’inizio o nel corso dell’anno scolastico, vengono delegate ai Consigli di Classe, basandosi sulle sanzioni disciplinari o le sospensioni.

L’esclusione dalle gite si sta trasformando in uno strumento sanzionatorio aggiuntivo contro i bulli. Tuttavia, per garantire la conformità con il quadro normativo, non basta una semplice delibera collegiale. È necessario che le scuole aggiornino il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), il regolamento di istituto e il patto educativo di corresponsabilità, evitando possibili collisioni con lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, che garantisce il diritto alla difesa.

Gli esempi tratti da diverse scuole rivelano prassi differenti. Ad esempio, al Liceo Classico Berchet di Milano, si promuove la partecipazione completa delle classi ai viaggi, senza prevedere esclusioni. D’altro canto, in altre istituzioni come l’I.C. Fabrizio De André di Rho e l’Istituto di Istruzione Superiore Giovanni Plana di Torino, comportamenti irresponsabili o sanzioni disciplinari possono determinare l’esclusione dalle attività esterne.

Le scuole sono chiamate a non chiudere gli occhi di fronte ai casi più gravi, cercando soluzioni che riflettano un approccio disciplinare correttivo piuttosto che puramente punitivo, in linea con un impegno concreto verso una educazione inclusiva e responsabile.

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