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Inviato al ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara il progetto elaborato dalla rete nazionale. Si punta sul via libera alla sperimentazione
di Nino Amadore
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Si chiama Liceo del gusto e e delle Scienze enogastronomiche ed è il progetto di un nuovo percorso didattico inviato nei giorni scorsi al ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara da Pietro Rapisarda dirigente scolastico dell’istituto professionale gastronomico J.B. Beccari di Torino e presidente della rete che da due anni lavora alla preparazione del documento.
L’obiettivo è di arrivare a un percorso liceale all’interno di una sperimentazione ministeriale così come previsto dall’articolo 11 del Dpr 275/99: il progetto presentato contempla non solo la struttura del corso, ma anche le linee guida e una disponibilità già acquisita di istituti secondari, disseminati praticamente in tutte le regioni Italiane, al fine di valutare il processo su tutto il territorio Italiano.
Una risposta a nuovi bisogni formativi
Un progetto, quello del Liceo del gusto, che prova a dare risposte a un mondo, quello dell’alimentazione, «che si evolve con rapidità nell’offerta, nella programmazione, nello sviluppo tecnologico, tanto da generare nuovi corsi di laurea in molte Università italiane, nuove aziende e nuove modalità di offerte e proposte «mentre il mondo della scuola secondaria superiore non si è adeguato, a nostro parere, in maniera opportuna». In questo momento la sola proposta in ambito gastronomico è quella degli Istituti Professionali per l’enogastronomia che punta a formare personale dedito alla preparazione degli alimenti ma manca, secondo i promotori, una formazione indirizzata alla preparazione specifica per i corsi universitari, in crescita ed in evoluzione. Manca soprattutto «una formazione per la “comunicazione del gusto”, per strutturare la rappresentazione dell’offerta e della proposta gastronomica di enti, consorzi, aziende grandi e piccole, che sappia valutare la trasmissione di concetti legati al gusto in modi coerenti con l’evoluzione del mercato,
che sappia valutare la tutela del Made in Italy, che significa anche efficace contrasto al deleterio fenomeno dei prodotti fintamente italiani, noti come Italian sounding e che vada, in definitiva, a colmare una lacuna importante in questo segmento formativo».
Le parole chiave: comunicazione e gusto
Le parole chiave di questo nuovo percorso formativo sono dunque “Comunicazione” e “Gusto”: un percorso pensato e costruito in modo tale che la figura in uscita abbia le competenze tipiche liceali, incrementate da tecniche giornalistiche, fotografiche e competenze nei social media ma con un occhio di riguardo, determinato dal percorso seguito nel quinquennio, per il “Gusto” ossia per i valori fondamentali della gastronomia ed enologia Italiana ed estera.
Il contributo dell’università al progetto
Diversi docenti universitari che hanno collaborato alla realizzazione di percorsi formativi, che andranno misurati in fase di sperimentazione, frutto dell’esperienza e della competenza sviluppate in ambito universitario. Contributi sono arrivati in particolare da Franco Tagliapietra docente presso l’Università di Padova (President of the Science and Culture of Gastronomy Course, e vice-presidente del Cosga – Coordinamento corsi di studio in Scienze gastronomiche); da Gianfranco Marrone, professore ordinario di Semiotica nell’Università di Palermo, saggista e scrittore, che lavora sui
linguaggi e i discorsi della contemporaneità, già collaboratore nella realizzazione del percorso del “Liceo del Gusto” dell’istituto “Ignazio e Vincenzo Florio” di Erice (Tp); da Erminio Monteleone, professore ordinario di Scienze e tecnologie alimentari presso all’Università di Firenze, ex presidente e componente del comitato consultivo della Società italiana di Scienze sensoriali.
, 2022-11-18 11:04:00, Inviato al ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara il progetto elaborato dalla rete nazionale. Si punta sul via libera alla sperimentazione, di Nino Amadore