Elezioni, il politologo: «Una campagna elettorale disconnessa dalla realtà»

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verso il voto 24 settembre 2022 – 08:05 Il politologo Valbruzzi: «Irreale più che surreale. L’elettorato del centrosinistra è disorientato» di Mauro Bonciani È arrivata alla sua conclusione la più anomala delle campagne elettorali, corta e balneare. A quattro anni dall’ultimo voto per le Politiche, lo scenario è totalmente cambiato, la Toscana è diventata contendibile, il centrosinistra è guidato ancora da un toscano, allora era Matteo Renzi oggi è Enrico Letta, a destra è Fratelli d’Italia che traina la coalizione e i riflettori sono puntati anche su Dario Nardella, che non è candidato ma è dato in lizza per la segreteria Pd, in un congresso che un risultato negativo potrebbe essere anticipato a dicembre. «È stata una campagna elettorale totalmente disconnessa dalla realtà: irreale più che surreale. Di fronte alle grandi emergenze del nostro tempo, sanitaria, economica, internazionale, i partiti hanno preferito parlare d’altro: flat tax, presidenzialismo, rischio fascismo, diritto al non-aborto e cosi via… — spiega il politologo Marco Valbruzzi — E dopo il bipolarismo e il “tripolarismo”, siamo piombati in una strana forma di unipolarismo. Di fronte a un polo di centrodestra, esiste dall’altra parte solo una frammentazione di proposte e di sigle che riuscirà ad essere competitiva soltanto nel 15-20% dei seggi uninominali. Avremmo potuto assistere a una competizione molto diversa». Si va al voto con un sistema misto, collegi uninominali e listini proporzionali, dopo un significativo taglio dei parlamentari e un ridisegno dei collegi. «Il taglio dei parlamentari, anche per il modo in cui è stato approvato, indebolisce la democrazia — critica Valbruzzi — e la qualità della nostra rappresentanza, sfilacciando ancora di più il legame tra parlamentari e territorio, spesso a discapito delle aree interne o marginali che già soffrono di un deficit di rappresentanza». La grande incognita è quella dell’affluenza: «È prevedibile un aumento dell’astensione. L’assenza di una competizione reale, che rendesse meno certa una vittoria del centrodestra, ha prodotto un effetto di smobilitazione nel centrosinistra». Ma chi sarà favorito nel caso che l’astensionismo sia più alto di quello del 2018? «Solitamente nelle elezioni locali la crescita dell’astensionismo favorisce il centrosinistra. Stavolta andrà diversamente perché l’elettorato di centrosinistra è disorientato dalle scelte dei suoi partiti». La Toscana è sotto i riflettori: la regione non è più rossa, ma il Pd punta a fare qui il suo miglior risultato. «La Toscana, assieme alle altre ex “regioni rosse”, è diventata una delle più contendibili — riflette Valbruzzi — Le rendite di posizione sono finite ed è molto probabile che la destra ottenga più voti degli altri schieramenti. Mi stupirebbe il contrario». I voti della destra saranno la base per costruire l’assalto alla Regione, nel 2025. Ma prima si voterà per Palazzo Vecchio: Firenze resterà una roccaforte Pd? «Le “regioni rosse” sono state sostituite dalle “città rosse” e, soprattutto, dai loro centri storici, compresa Firenze. Il voto al Pd si è fortemente metropolitanizzato, e ciò ha trasformato anche il suo profilo elettorale. Di questa nuova rappresentanza urbana fa certo parte il sindaco Dario Nardella e dopo il voto potrebbe venire da qui, magari in un asse con Bonaccini, il nuovo corso del Pd». La newsletter Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Firenze iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Fiorentino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 24 settembre 2022 | 08:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-24 06:06:00, Il politologo Valbruzzi: «Irreale più che surreale. L’elettorato del centrosinistra è disorientato»,

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