di Alessandra Arachi Il leader di Azione ha inviato al segretario dem un documento dove chiede risposte urgenti ai punti del suo programma con +Europa di Emma Bonino, mettendo paletti decisi: no ai collegi per Di Maio, Fratoianni, Bonelli. Ha scritto i tweet di prima mattina per mettere solidi paletti sulla strada di Enrico Letta: no alla candidatura di Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Luigi Di Maio nei collegi. Poi, in serata, ha avuto un’accesa riunione con il partito con cui è federato, +Europa. Alla fine ieri sera il leader di Azione Carlo Calenda non ha ufficializzato la rottura della trattativa per un’alleanza con il Pd, ma le maglie per portarla avanti, quella trattativa, sembrano diventare sempre più strette. Calenda freme. È convinto che se decide di non allearsi con il Pd la sua campagna elettorale potrà essere una corsa sempre più in ascesa. Ecco perché la tentazione forte è di rendersi protagonista di un terzo polo centrista per correre alle elezioni del prossimo 25 settembre. Matteo Renzi, leader di Italia viva, ieri si è reso più che disponibile a parteciparvi. Ma nella riunione con + Europa è stata Emma Bonino a frenare gli entusiasmi ed evitare una rottura immediata con il Pd. Per questo ha chiesto a Calenda di organizzare un altro incontro con Letta prima di prendere decisioni. È convinta Bonino: correre da soli vorrebbe dire fare un favore alle destre. Le stesse parole usate da Enrico Letta dal palco della Festa del Pd di Reggio Emilia. Ha detto il leader dem: «Mi sento di fare un appello accorato a tutti coloro che in queste ore hanno dubbi sul fatto di creare una larga, importante e convinta alleanza che sia in grado di battere le destre». Letta non ha nominato esplicitamente Calenda, ma non ce ne era bisogno, le sue parole sono state decisamente chiare: «Mi rivolgo a coloro che pensano che fare un terzo polo che si mette in mezzo sia conveniente o possa essere più utile. Un terzo polo in questo momento è il modo migliore per aiutare le destre, che non hanno bisogno di ulteriori aiuti». Alla fine non c’è stata una rottura con il Pd: quello che è venuto fuori dalla riunione è un documento da sottoporre al segretario dem con richiesta di chiarimenti sui collegi uninominali e sull’omogeneità politica delle alleanze. Già, l’omogenietà. È per questo che il sentiero verso il Pd è sempre più stretto, lastricato di ostacoli. Calenda ha passato la giornata a tirare su muretti, per questo. Proprio ieri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (oggi leader di Insieme per il futuro) ha annunciato la formazione di un nuovo progetto politico: Impegno civico, in tandem con Bruno Tabacci. «Un progetto che rappresenta quel principio di responsabilità civica evocato da Papa Francesco», ha detto Di Maio, cercando una sponda centrista. Inutile cercarla con Calenda. Poi ha chiarito che ancora nulla è stato deciso sulla corsa nel seggio uninominale di Modena: «Entro il 14 agosto bisogna presentare simboli e coalizione, poi le liste. Ma se non esiste una coalizione come si fa a trattare per i collegi». La critica a Di Maio del leader di Azione è stata più che decisa. Proprio come quella ai leader di Sinistra italiana Fratoianni e di Europa Verde Angelo Bonelli. Dai quali anche Renzi ieri ha preso le distanze, annunciando che piuttosto corre da solo. Il leader di Italia viva dice di aver fatto i conti: «Io non sto con Salvini e Meloni, e non sto con Fratoianni e Di Maio — dice intervistato da Lucia Annunziata a In Mezz’ora in più —. Se gli schieramenti sono questi corro da solo e posso prendere il 5%». Tranne poi aggiungere subito dopo: «Dopodiché se al centro , come spero, ci saranno anche altri a cominciare da Azione… Carlo Calenda ci sta pensando a correre da solo». 1 agosto 2022 (modifica il 1 agosto 2022 | 00:08) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-31 22:08:00, Il leader di Azione ha inviato al segretario dem un documento dove chiede risposte urgenti ai punti del suo programma con +Europa di Emma Bonino, mettendo paletti decisi: no ai collegi per Di Maio, Fratoianni, Bonelli., Alessandra Arachi