Draghi, telefonata con Zelensky. L’Italia tra gli Stati garanti di Kiev

di Marco GalluzzoIl possibile ruolo di Roma in eventuali colloqui di pace per garantire la sicurezza e la neutralità dell’Ucraina Il ringraziamento del presidente «per l’aiuto» Si fa sempre più concreta l’ipotesi che l’Italia possa essere tra quei Paesi chiamati a garantire sia la sicurezza che la neutralità dell’Ucraina nell’eventualità che i colloqui di pace fra Kiev e Mosca siano produttivi. Anche in questa cornice ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi ha chiamato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky: oltre a ribadire il fermo sostegno del governo italiano alle autorità e al popolo ucraini, ha assicurato «la piena disponibilità dell’Italia a contribuire all’azione internazionale per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina». Una «soluzione durevole», fuori dal gergo diplomatico, significa proprio far parte di una rete di Stati che si faccia garante di eventuali accordi di pace, sia verso Mosca che verso Kiev. Il presidente ucraino Zelensky, dopo la conversazione telefonica con Draghi, su Twitter ha ringraziato per «la disponibilità dell’Italia di unirsi alla creazione di un sistema per le garanzie di sicurezza a sostegno dell’Ucraina». Zelensky ha espresso gratitudine anche per l’aiuto umanitario e in termini di difesa dato dall’Italia al popolo ucraino. Ha fornito dettagli in più delle garanzie che a Kiev stanno cercando, attraverso il tavolo negoziale, anche l’ambasciatore ucraino in Italia: «Il nostro presidente ha lanciato l’iniziativa U24, United for peace, per creare un gruppo di Paesi capace di dare una risposta entro 24 ore in caso di aggressione. Secondo il nostro presidente, di questo gruppo dovrebbero far parte i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, più la Germania, il Canada, la Turchia e anche l’Italia. E sono contento di vedere l’Italia in questo elenco», ha dichiarato Yaroslav Melnyk. Sono in corso intanto i contatti diplomatici tra Roma e Mosca per stabilire la data di un colloquio telefonico fra Draghi e il presidente russo Vladimir Putin. Il confronto dovrebbe tenersi questa settimana e dovrebbe avere fra i punti in agenda proprio le condizioni reciproche che i due Stati in guerra rivendicano per arrivare a una serie di garanzie internazionali che possano accompagnare un processo di pace. Draghi non ha avuto contatti diretti con Putin dall’inizio della guerra. Pochi giorni prima dell’invasione russa era atteso a Mosca per un incontro che poi è saltato. È stato lo stesso Draghi, venerdì scorso, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio europeo, a Bruxelles, ad annunciare che presto dovrebbe avere un colloquio diretto con Putin, «come stanno facendo sia la Francia e la Germania». Anche il presidente francese Macron dovrebbe avere un colloquio nelle prossime ore con il capo del Cremlino, soprattutto per discutere dei corridoi umanitari. Oggi alle 12, nel corso di una visita a Napoli incentrata sui fondi del Recovery Plan dedicati alla città, il capo del governo incontrerà i profughi ucraini accolti dai volontari della Fondazione di Comunità San Gennaro. Sarà presente il console ucraino, Kavalenko Maksym. 28 marzo 2022 (modifica il 28 marzo 2022 | 22:06) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-28 20:10:00, Il possibile ruolo di Roma in eventuali colloqui di pace per garantire la sicurezza e la neutralità dell’Ucraina Il ringraziamento del presidente «per l’aiuto», Marco Galluzzo

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