Draghi all’Ocse: «Sbloccare il grano fermo nei porti. Serve un fondo Sure per l’energia»

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di Monica Guerzoni, inviata a ParigiDraghi: c’è il rischio di una catastrofe umanitaria. La mediazione dell’Onu è l’unica possibile . La crisi non sia la scusa per tradire gli obiettivi climatici PARIGI – Dai giardini del Chateau de la Muette, sede parigina dell’Ocse, Mario Draghi fila via con il sorriso. Il punto stampa salta e il presidente del Consiglio concede ai giornalisti italiani una parola di numero. Com’è andata la cena con Emmanuel Macron? «Benissimo!». Nel chiuso dell’Eliseo, davanti alla tavola imbandita per due, il capo del governo italiano e quello francese hanno rinsaldato i rapporti bilaterali e stretto un accordo per attraversare insieme le tante porte di fuoco della guerra in Ucraina. Per l’ex presidente della Bce la priorità è scongiurare una catastrofe alimentare e, al tempo stesso, ridurre i sacrifici per famiglie e le imprese italiane. Parlando alla cerimonia di apertura del consiglio dell’Ocse, con il presidente ucraino Zelensky in collegamento, Draghi conferma la battaglia per convincere l’Europa a «replicare alcuni degli strumenti congiunti che ci hanno aiutato a riprenderci rapidamente dalla pandemia». In asse con Macron, il premier spera di superare le resistenze dei «falchi» del Nord Europa per varare un fondo«simile» a SURE , il «supporto temporaneo» che ha fornito agli Stati membri «prestiti economici e stabili in modo che potessero salvare posti di lavoro e sostenere i redditi». Questa volta gli aiuti sarebbero indirizzati al settore dell’energia, così da «garantire ai paesi vulnerabili più spazio per aiutare i propri cittadini in un momento di crisi». E qui .Draghi lancia un messaggio ai partiti e ai sindacati italiani, osservando come il nuovo Recovery di guerra potrebbe aumentare il sostegno popolare nei confronti delle sanzioni alla Russia e «contribuirebbe a preservare la stabilità finanziaria in tutta la zona euro». L’invasione russa dell’Ucraina ha portato un «peggioramento significativo» dell’inflazione e delle prospettive di crescita economica. La crisi del grano e il rischio di una catastrofe umanitaria di proporzioni inimmaginabili impongono all’Europa di lottare unita e con determinazione per sbloccare milioni di tonnellate di cereali fermi nei porti dell’Ucraina. Una missione possibile solo se il Cremlino farà tacere le armi: «Dobbiamo offrire al presidente Zelensky le assicurazioni di cui ha bisogno che i porti non saranno attaccati”. Sulla fine a breve termine della guerra il presidente non sembra coltivare illusioni. Il vertice di Ankara può dirsi fallito, tanto che Draghi vede «passi significativi» solo dalla mediazione delle Nazioni Unite: «L’unica possibile». Richiama gli alleati interni ed esteri alla massima unità («Responsabilità e solidarietà devono andare mano nella mano, a livello nazionale e a livello europeo») e, sempre con l’obiettivo di aiutare famiglie e imprese, rilancia l’esigenza di imporre un tetto al prezzo del gas importato dalla Russia. Un accordo a livello europeo per il price cap limiterebbe l’aumento dell’inflazione, ma a Bruxelles, ecco il timore del premier, «la strada potrebbe essere lunga». Al Consiglio europeo del 23 e 24 giugno l’ex banchiere europeo insisterà sull’urgenza di ridurre i prezzi dell’energia e offrire sostegno finanziario alle famiglie e alle imprese più bisognose. I salari devono recuperare il loro potere d’acquisto, ma senza creare una spirale prezzo-salario che comporterebbe, a sua volta, tassi di interesse ancora più elevati. Concludendo il suo discorso Draghi allunga lo sguardo oltre la guerra e lancia un avvertimento sul fronte delle politiche di lungo periodo, perché le generazioni future possano vivere in un mondo migliore. Questa nuova emergenza non deve essere «una scusa per tradire i nostri obiettivi climatici», ma una molla che spinga a «raddoppiare gli sforzi» verso la transizione ecologica. 9 giugno 2022 (modifica il 9 giugno 2022 | 13:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-09 11:46:00, Draghi: c’è il rischio di una catastrofe umanitaria. La mediazione dell’Onu è l’unica possibile . La crisi non sia la scusa per tradire gli obiettivi climatici, Monica Guerzoni, inviata a Parigi

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