Dopo l’uscita di Draghi affidiamoci ai sindaci

Spread the love

lo dico al corriere Mezzogiorno, 23 luglio 2022 – 08:31 Le lettere al Corrmezz, risponde il direttore Enzo d’Errico Caro direttore, e ora? Come faremo senza Mario Draghi, su quale interlocutore potrà contare il sindaco Manfredi a livello nazionale? E quali saranno i nomi sui quali dovremo esprimere il consenso elettorale? Va bene che il premier non era espressione di un voto ma continuo a pensare che la sua permanenza sarebbe stata un bene per il Paese e per il Sud. Dario Ariemma Caro signor Ariemma, aggiungere altre parole alle tante pronunciate in queste ore risulta davvero difficile. Siamo davanti alla peggiore classe dirigente che questo Paese abbia avuto dal secondo dopoguerra ad oggi, una combriccola di sciamannati che ha a cuore esclusivamente gli interessi di parte e spesso, addirittura, quelli privati. Gli effetti devastanti di questo gioco al massacro, naturalmente, saranno pagati dai cittadini, temo molto presto. Il Mezzogiorno, poi, rischia di tornare in soffitta a marcire: i partiti che hanno defenestrato Draghi – ossia Lega, Forza Italia e Cinque Stelle – sono certamente quelli che hanno meno a cuore le sorti del Sud, i primi due perché hanno una base elettorale concentrata soprattutto nelle regioni settentrionali e anche se qui hanno rappresentanze si tratta di insediamenti la cui natura è prevalentemente clientelare; il Mo-vimento di Conte, invece, finora ha saputo fornire alla «questione meridionale» una sola risposta, ossia il reddito di cittadinanza, misura senza dubbio importante per contrastare l’impoverimento della popolazione ma sprovvista dei necessari controlli e di tutta quella parte che riguardava l’avviamento al lavoro. E’ chiaro che, in tali condizioni, il lavoro del sindaco sarà ancora più ricco di ostacoli e difficoltà. Tuttavia possiamo contare sulla determinazione di Manfredi che, diciamo la verità, fino a oggi non è stato supportato da molta fortuna, considerati i mille inconvenienti (di ogni tipo) che ha incontrato lungo i nove mesi di cammino. Essere ottimisti dinanzi allo sfascio politico e culturale che sta piegando l’Italia, quindi, è un’impresa titanica. Mancano strategie di ampio respiro e il livello dei protagonisti è sconfortante. Forse conviene davvero aggrapparci ai sindaci, che sono figli di un sistema elettorale capace di garantire stabilità. Spero che la loro voce conti più di quanto abbia contato finora. Ma ho paura che anche questa sia un’illusione. Enzo d’Errico 23 luglio 2022 | 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-23 06:32:00, Le lettere al Corrmezz, risponde il direttore Enzo d’Errico,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.