Dopo l’ispezione dell’Fbi, Trump accelera per fare campagna elettorale da vittima. Ma potrà correre?

di Giuseppe Sarcina

Se condannato per aver occultato o distrutto documenti classificati andrà fino alla Corte Suprema

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON
Donald Trump stava progettando un «evento speciale» per annunciare la sua candidatura per le presidenziali del 2024. Qualcosa di simile alla discesa dalla scala mobile nella Trump Tower, il 16 giugno del 2015, il giorno in cui il costruttore diventò un protagonista assoluto della politica americana.

L’operazione dell’Fbi, con tutta probabilità, cambierà il programma. Ancora il 25 luglio, Mark Meadows, ex capo dello Staff della Casa Bianca trumpiana, spiegava al Corriere che Trump «stava ancora decidendo con i suoi consiglieri se annunciare la candidatura prima o dopo le elezioni di midterm», in calendario l’8 novembre prossimo. Nei giorni successivi si è capito quale fosse l’obiettivo del leader: compattare il più possibile il partito repubblicano, stroncando le ambizioni o le velleità dei possibili outsider. Non sappiamo se il dipartimento di Giustizia, alla fine, arriverà davvero a incriminare l’ex presidente. Per ora, a giudicare dai segnali visti ieri, gli ha dato un’ulteriore spinta. A questo punto si pensa che Trump accelererà i piani, presentandosi come la vittima di «un complotto politico-giudiziario» e appellandosi direttamente agli elettori.

D’altra parte dal campo conservatore si levano solo voci di sostegno, di appoggio a Trump. Il leader della minoranza alla Camera, Kevin McCarty ha addirittura avvertito il ministro della Giustizia, Merrick Garland: «Non prendere impegni e prepara le carte». Come dire: appena riconquisteremo la Camera ti metteremo noi sotto inchiesta. Stasera una delegazione di parlamentari andrà a trovare «il leader perseguitato» nel golf club di Bedminster, nel New Jersey. Appuntamento già previsto, ma subito rilanciato con un tono di sfida nei confronti del sistema giudiziario, «telecomandato» dai «democratici radicali». Persino l’unico avversario potenzialmente insidioso, il governatore della Florida Ron DeSantis, ha ripreso la tesi dei trumpiani: «La perquisizione dell’Fbi è un’altra escalation nella strumentalizzazione delle istituzioni federali contro gli oppositori politici del Regime». Proprio così: «Regime» con la lettera maiuscola. E a metà mattina si è accodato anche l’ex vice presidente Mike Pence: «Per anni l’Fbi ha agito in maniera politicamente faziosa. Il ministero della Giustizia dovrà spiegare la motivazione di un’iniziativa che non ha precedenti».

Certo, questo non significa che Trump potrà contare davvero su un fronte solidale a oltranza. I veri avversari interni per ora hanno scelto di tacere. Il leader dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, ha scelto l’immersione rapida, come fa spesso nei momenti più complicati.

Tra i consiglieri dell’ex presidente c’è preoccupazione per tutte queste mine vaganti. Sempre a margine del seminario organizzato due settimane fa dal centro studi «American First Policy Institute» a Washington, Kellyanne Conway ci illustrava lo scenario: «Se si trovano dei responsabili per l’assalto a Capitol Hill, è giusto che siano puniti, ma non penso che Donald Trump verrà incriminato». I trumpiani, in realtà, si stanno preparando anche a una lunga battaglia giudiziaria, perché non basterà agitare la piazza con una serie di comizi «selvaggi».

Il team legale di «The Donald» ha preso in considerazione anche l’ipotesi peggiore per l’ex costruttore: un’incriminazione penale per aver occultato o distrutto documenti classificati. La legge, la «Presidential Records Act», prevede in caso di condanna l’esclusione dai pubblici uffici. Trump, quindi, non si potrebbe ricandidare. Ma gli avvocati trumpiani sono convinti di poter impugnare l’eventuale verdetto, fino ad arrivare, se sarà necessario, alla Corte Suprema degli Stati Uniti. La tesi: spetta solo alla Costituzione stabilire quali siano i requisiti necessari per candidarsi alla Casa Bianca (cittadinanza statunitense; età minima 35 anni). Una legge ordinaria del 1978 non può aggiungere altri paletti. Concetti quasi sicuramente condivisi dal blocco conservatore che domina la Corte Suprema, ispirandosi a un’interpretazione letterale, «originalista», della Carta costituzionale.

9 agosto 2022 (modifica il 9 agosto 2022 | 23:30)

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, 2022-08-09 22:34:00, Se condannato per aver occultato o distrutto documenti classificati andrà fino alla Corte Suprema, Giuseppe Sarcina

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