De Luca contro tutti: attacchi al San Carlo e al Comune

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la città Mezzogiorno, 20 maggio 2022 – 07:27 L’accusa: «Gestione da bottega privata». Lissner: «Qui si segue soltanto la legge». Sugli stipendi aumentati: «Lo sta facendo anche la nuova amministrazione? Da lapidare» di Simona Brandolini Sarà che ormai ha abituato l’uditorio a sfuriate e intemerate, ma a mettere in fila ciò che riesce a dire in un’ora si ha l’idea che senza un nemico da attaccare non ci sappia proprio stare. E così Vincenzo De Luca scatena la polemica in un «uno contro tutti» che lascerà tracce. Sicuramente è andato in frantumi il rapporto sin qui collaudato con Mara Carfagna. Dopodiché se la prende, ancora una volta, con il sovrintendente del San Carlo Stéphane Lissner, con il direttore del teatro Emmanuela Spedaliere, con Palazzo San Giacomo, passato e presente. E la premessa è una promessa al vetriolo: «Continuerò a esprimere le mie opinioni senza chiedere il permesso a nessuno». Palazzo Santa Lucia, sala giunta gremita. Si presenta l’attesa piattaforma di streaming del Massimo napoletano, «On». Per la prima volta dopo la guerra aperta, checché ne dica, dal presidente campano ai vertici del San Carlo, comprensiva di un taglio di fondi di 3 milioni e 700 mila euro, De Luca e Lissner sono uno accanto all’altro. Tutto il teatro è al fianco del sovrintendente, quasi in attesa dell’irreparabile. Ebbene la tregua armata di De Luca dura lo spazio, appunto, della conferenza stampa. Perché negli «a margine», quando Lissner non c’è, ritorna a sparare ad alzo zero. Il tono, infatti, si fa via via più minaccioso. «Nel corso degli anni è prevalsa la linea Troisi — dice alla domanda della cronista —: c’è chi paga e chi decide, c’è una legge che prevede che i presidenti delle fondazioni siano i sindaci, un’anomalia. Non potevamo far morire il San Carlo, abbiamo sostenuto e sosterremo anche da soli il teatro. Detto questo il Comune deve ancora 1 milione e 200 mila euro, mi indigno (sono due annualità non versate dall’amministrazione de Magistris). I revisori dei conti del San Carlo che facevano? E l’opinione pubblica dinanzi a elementi scandalosi che faceva? Narcotizzati. Ne ho parlato col sindaco subentrato, quindi ci muoviamo per un riequilibrio dal momento che il Comune ha avuto il sostegno dal governo, niente di più niente di meno». Ma De Luca ha parlato di una gestione «da bottega privata», di stipendi aumentati, attaccando come illegittima la nomina di Spedaliere. Non certo «babbarie», cioé cose inutili per citarlo. L’attacco a ManfrediE qui attacca pure il Comune e l’attuale giunta Manfredi. «Le critiche su chi si alza lo stipendio ora valgono per tutti, non so chi lo sta facendo. Anche l’amministrazione comunale nuova è una delle prime cose che ha fatto? Che sia lapidata». «L’unico che dovrebbe aumentarselo — prosegue — è il presidente della Regione per la verità, ma nessuno ci pensa perché siamo in un mondo di malviventi». Quanto a Spedaliere, e al cambio di funzione, per De luca «gli aumenti di stipendi sono sgradevoli, sbagliati e inaccettabili. La Regione ha espresso questa posizione mentre le altre istituzioni presenti nel cda non la hanno espressa. Ognuno si presenta con il suo volto e poi rimane il problema di fondo, noi siamo andati avanti per anni con una logica parassitaria, la Regione paga e gli altri parlano solo e così non va bene». E torna sempre sulla vicenda che la Scala di Milano percepisce dal Comune più risorse che dalla Regione. «Se qualcuno pensa di utilizzare in termini ricattatori i rapporti con varie istituzioni culturali a me non fa né caldo né freddo. Io faccio quello che ritengo giusto fare, non è che siccome parliamo del San Carlo bisogna accettare tutto, io accetto quello che è ragionevole». Sul difficile rapporto con il soprintendente Lissner, De Luca fa finta di niente, ribadendo però quanto ripete da tempo: «Non c’è nessuna pace da fare perché non c’è stata nessuna guerra. Ho detto semplicemente quello che penso per il passato come dirò quello che penso per il futuro e ho anche chiarito a tutti che nessuno si permetta di nascondersi dietro i simboli per fare quello che vuole. Con me questo metodo non funziona». La replica di LissnerLissner non usa il doppio registro deluchiano. E pur ringraziando la Regione per il supporto alla piattaforma, specifica un concetto: «Quando sono stato alla Scala di Milano per 10 anni lo Stato italiano faceva una contribuzione di 35 milioni, la città di Milano 2 milioni. Però il sindaco di Milano era il presidente della Fondazione. È una legge italiana che lo prevede, non c’entra niente con chi dà più o meno. È una legge che si applica». E poi aggiunge: «Sono venuto qui su suo invito per presentare una piattaforma. Ho sentito delle parole molto positive sul progetto, per me basta». Tenendosi lontano dalle polemiche. Bastano quelle di De Luca. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 20 maggio 2022 | 07:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-20 16:10:00, L’accusa: «Gestione da bottega privata». Lissner: «Qui si segue soltanto la legge». Sugli stipendi aumentati: «Lo sta facendo anche la nuova amministrazione? Da lapidare»,

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