Davanti al gip l’omicida di Alika «ha chiesto scusa. Nessuna motivazione razziale»

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di Riccardo Bruno, Fabrizio Caccia

Convalidato l’arresto di Ferlazzo. La famiglia del nigeriano ucciso a Civitanova: «L’omicida aveva un tutor, perché non era vigilato?». Gara di solidarietà per la vedova del nigeriano

Convalidato l’arresto di Filippo Ferlazzo. Davanti al gip di Macerata Claudio Bonifazi, nell’udienza di convalida che si è tenuta nel carcere anconetano di Montacuto, l’operaio di 32 anni che venerdì scorso ha pestato a morte l’ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu in strada, assistito dall’avvocato Roberta Bizzarri, ha «collaborato, ha chiesto scusa e ha chiarito che non c’è stata alcuna motivazione di tipo razziale».

Il legale della famiglia di Alika Ogorchukwu si opporrà con forza alla richiesta del difensore d’ufficio di Ferlazzo , di una perizia psichiatrica per il proprio assistito. «Qualora si adombrasse l’incapacità di intendere e di volere — ragiona Mantella — allora andrebbe chiarito se è stato fatto tutto il possibile per evitare quello che è poi accaduto. Mi chiedo: se la madre che era l’amministratrice di sostengo di Ferlazzo viveva a Salerno, come poteva controllarlo quotidianamente, avendo poi il dovere di riferirne al Tribunale? Bisognerà accertare tutte le responsabilità».

Domani l’autopsia

L’autopsia sul corpo dell’ambulante nigeriano verrà eseguita domani all’ospedale di Civitanova e dovrà chiarire cosa ne ha causato la morte, se i colpi inferti da Ferlazzo con la stampella dopo avergliela strappata di mano, oppure le botte ricevute a mani nude. Una reazione brutale e spropositata, soltanto perché Alika aveva chiesto forse con troppa insistenza di vendergli qualcosa. Intanto, per sgombrare il campo dalle polemiche sulla presunta indifferenza, Civitanova si mobilita per mostrare in pieno il suo volto solidale. Venerdì pomeriggio, mentre si consumava il massacro su Corso Umberto I, è vero che il killer poteva essere fermato, ma ad assistere all’aggressione c’erano solo quattro persone, non una folla. Tra loro una ragazza moldava di 28 anni che ha ripreso tutto col telefonino e gli investigatori l’hanno già ringraziato per il contributo alla ricostruzione della dinamica. E gli altri tre, due anziani e un impiegato dell’ufficio dogane, chiamavano aiuto e gridavano «Fermati» a Ferlazzo.

La raccolta fondi a sostegno della famiglia di Alika

Così ieri la Giunta comunale, presieduta dal sindaco Fabrizio Ciarapica, ha stanziato un fondo di 15 mila euro a sostegno della famiglia di Alika. Germano Ercoli, imprenditore locale nel settore delle calzature, donerà 10 mila euro, mentre una raccolta fondi che confluisce direttamente sul conto della vedova è stata promossa dall’avvocato Mantella. Sabato prossimo, infine, è in programma una nuova manifestazione in città, primo appuntamento del neonato «Comitato 29 luglio» nato per condannare la violenza e il razzismo. I promotori hanno chiesto al Comune di offrire un lavoro stabile alla vedova di Alika.

1 agosto 2022 (modifica il 1 agosto 2022 | 12:07)

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, 2022-08-01 13:22:00, Convalidato l’arresto di Ferlazzo. La famiglia del nigeriano ucciso a Civitanova: «L’omicida aveva un tutor, perché non era vigilato?». Gara di solidarietà per la vedova del nigeriano, Riccardo Bruno, Fabrizio Caccia

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