Daniel Maldini vicino al Verona: il Milan, dalla scivolata su Seedorf al gol in A al prestito

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di Simone Golia, Redazione Di Marzio

Il figlio di Paolo, che esordì in serie A proprio contro i veneti, è vicino al trasferimento in prestito alla squadra di Cioffi. Dalla scivolata su Seedorf allo scudetto di Reggio Emilia: la sua storia rossonera

A Reggio Emilia, quando durante la premiazione ha sentito lo speaker che annunciava il numero 25 – cioè FlorenziPaolo Maldini ha realizzato che da lì a poco sarebbe toccato a suo figlio Daniel . Poi l’ha visto venirgli incontro con gli occhi bassi. Non l’ha sorpreso, a casa fa sempre così, non guarda mai dritto. Da lì un cinque un po’ sfuggevole, prima di rivedersi il giorno dopo in salotto: «Oh Dani, complimenti, sei campione d’Italia».

I due lo scudetto l’hanno festeggiato così, con la pacatezza tipica della casa. Papà Paolo è andato un po’ oltre solo lo scorso 25 settembre, contro lo Spezia al primo e unico gol del figlio con la maglia del Milan, alla prima partita giocata da titolare: cross di Kalulu e colpo di testa vincente di Daniel, con il padre che scatta in piedi, abbraccia Massara e applaude orgoglioso. Emozioni, come il 2 febbraio del 2020. A San Siro c’è il Verona di Juric e in pieno recupero Pioli concede un minuto al terzo Maldini della storia rossonera, facendolo entrare al posto di Castillejo.

Già, il Verona. La squadra che, due anni dopo, lo potrebbe portare lontano da San Siro. Il nuovo allenatore Cioffi deve rifare la trequarti, visto che Caprari e Barak potrebbero fare e valigie. E da quelle parti la parola d’ordine è sempre una, gioventù. 20 anni e uno scudetto in bacheca: il curriculum di Daniel Maldini è perfetto.

Quella scivolata su Seedorf…

I due club stanno trattando, con il Verona che presto potrebbe raggiungere l’intesa definitiva sulla base di un prestito con diritto di riscatto e un contro-riscatto in favore del Milan. Il futuro di Daniel è quindi tutto da scrivere, potrebbe essere per sempre lontano da San Siro così come solo temporaneamente. Ma vedere un Maldini che lascia la maglia rossonera fa sempre un certo effetto. Papà Paolo l’ha indossata ininterrottamente dal 1978 (anno del primo provino) fino alla novecentoduesima e ultima presenza nel 2009 a Firenze. Il nonno, Cesare, di squadre invece ne ha cambiate tre: i primi anni con la Triestina, i dodici al Milan e infine il ritiro con il Torino prima di tornare a San Siro da allenatore. E anche se Daniel di anni ne ha solo 20, la sua storia milanista è iniziata prestissimo. Già nel 2007, durante i festeggiamenti allo stadio per la vittoria della Champions. Inzaghi ad Atene si prende la rivincita sul Liverpool, il piccolo Maldini lascia la mano del padre e si diverte con Seedorf, senza farsi troppi problemi nell’entrargli in scivolata per rubargli la palla. Sorrisi, pacche sulle spalle, più di qualcuno che penserà: «Presto in difesa ci sarà un altro Maldini». E invece no, perché nelle vene di Daniel domina il sangue sudamericano di Adriana, moglie venezuelana di Paolo. La scelta quindi è presto fatta: «Farò il trequartista».

L’amore per Dinho e la prima con Giampaolo

Scelta azzeccata, perché i piedi sono buoni tanto quanto la visione di gioco. Il nonno Cesare, che morirà nel 2016, lo nota subito durante le sue tante giornate in tribuna al Vismara nel guardare le partite dell’altro nipote, Christian, più grande di cinque anni: «Le’ propri brao, picinin ma brao, diverso ma brao’. Dagli un occhio». Si raccomanda un giorno – è il 2008 – a Mauro Bianchessi, ex responsabile del settore giovanile del Milan. Quest’ultimo lo ascolta e convoca subito il ragazzino, che giocava nella Lombardia 1. Al provino Daniel si presenta accompagnato dalla madre e viene subito messo davanti ad avversari più grandi. Di età e di fisico, considerando che lui invece era decisamente mingherlino. Ma il talento appare subito evidente, tanto è che viene inserito nelle squadre giovanili. Da lì i momenti difficili all’età di 14 anni, quando fisicamente era sempre indietro. Poi la reazione e la vittoria del campionato U16. Daniel decolla dunque. Lo fa in America, a Kansas City nell’estate del 2019. Il padre è rimasto a Milano per sbloccare un mercato difficile, in tournèe si fa male Suso e quindi Giampaolo lo schiera titolare nella prima partita di International Champions Cup contro il Bayern Monaco. Un anno dopo, a settembre, segnerà i primo gol in amichevole contro il Monza, 12 anni, 5 mesi e 6 giorni dopo l’ultimo segnato da Paolo. Studiava Joao Felix e ha sempre amato Ronaldinho. Ora potrebbe consacrarsi a Verona, che fu fatal al nonno e al padre ma che adesso è pronta ad abbracciarlo.

9 luglio 2022 (modifica il 9 luglio 2022 | 22:32)

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, 2022-07-09 20:35:00, Il figlio di Paolo, che esordì in serie A proprio contro i veneti, è vicino al trasferimento in prestito alla squadra di Cioffi. Dalla scivolata su Seedorf allo scudetto di Reggio Emilia: la sua storia rossonera, Simone Golia, Redazione Di Marzio

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