Dallaula tradizionale allaula/ambiente di apprendimento: la prima scuola in Sicilia, lIC Cassarà-Guida di Partinico, che ha completato il percorso di riconoscimento per il modello DADA

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All’interno delle nostre classi, come è noto, esiste sempre una eterogeneità di studenti, di volti, di storie vissute, ma noi veramente rivolgiamo il nostro sguardo e la dovuta attenzione ai bisogni formativi di ciascuno di loro? Ogni studente è una persona a sé, con un proprio retroterra culturale e sociale. È evidente che ogni tipo di esperienza pregressa ci forma e ci informa su quali siano le primarie necessità o i bisogni di ogni singolo individuo. A tal proposito i bisogni dei nostri ragazzi, oggetto di attenzione da parte dell’agenzia educativa quale è la scuola, sono tanti e sono stati studiati da diverse prospettive.

Il progetto DADA nasce in quest’ottica, come proposta tra i possibili scenari ipotizzati per la creazione di nuovi stimoli educativi che partano da una diversa impostazione degli ambienti di apprendimento. Alla base c’è la precisa idea di valorizzare il buono del nostro sistema educativodi migliorare ed incrementare il successo scolastico di ciascuno studente. Ciò favorisce, infatti, dinamiche motivazionali e di apprendimento efficaci per l’acquisizione delle abilità di studio proprie del Lifelong Learning. In Sicilia, e nello specifico nel territorio partinicese, l’Istituto Comprensivo “Cassarà-Guida”, sotto la guida del Dirigente Scolastico prof. Salvatore Ciravolo, lo scorso 1 dicembre 2023 si è concluso il percorso che ha condotto la scuola di Partinico al prestigioso traguardo: la Didattica in Ambienti Di Apprendimento è diventata realtà riconosciuta a livello nazionale per aver superato il visiting del cofondatore del progetto e che si aggiunge alle altre 150 scuole italiane. Questo dignifica che è sparita l’aula concepita come spazio omologato, sempre uguale nel corso dell’anno e per tutte le materie, in cui gli studenti entrano la mattina ed escono alla fine delle ore di lezione. L’aula si è trasformata in un ambiente preparato ad hoc dal docente per ogni specifica disciplina scolastica ed è diventata il setting pedagogico, lo spazio educativo, quell’ambiente sociale nel quale le «tendenze» dell’educando sono accolte e «sostenute» grazie allo stabilirsi di «una connessione attiva tra il bambino e un adulto», come già Dewey nel 1916 aveva auspicato e con forza sostenuto. L’audit finale si è svolto dopo l’intensa attività formativa svoltasi nello scorso anno scolastico a cura della Dirigente Scolastica prof.ssa Lidia Cangemi del Liceo Kennedy di Roma e cofondatrice della rete e visiting presso le scuole DADA Nettuno IV e San Nilo di Grottaferrata nel Lazio e la produttiva implementazione del modello. Il Dirigente Scolastico prof. Ottavio Fattorini, altro cofondatore del modello e già Dirigente Tecnico del MIM, che ha curato la verifica conclusiva, ha visitato i plessi della scuola dichiarandosi profondamente colpito dalle strutture e dalla qualità degli insegnamenti successivamente incontrati in una sessione di formazione collegiale.

L’I.C. “Cassarà Guida” ha dimostrato di applicare con fedeltà e creatività il manifesto delle scuole DADA, dall’attenzione alle aule laboratori disciplinari al coinvolgimento di tutte le componenti della comunità educante, dalla valorizzazione del movimento e dell’attività fisica come elemento funzionale alla riattivazione didattica all’edificio apprenditivo come terzo fuoco del processo di insegnamento/apprendimento, dalla valorizzazione degli insegnanti come persone educanti alla partecipazione degli studenti alla progettazione e alla gestione della vita scolastica. “Essere la prima scuola DADA della Sicilia ci riempie d’orgoglio e ci carica di responsabilità”, dichiara il Dirigente Scolastico prof. Salvatore Ciravolo, “abbiamo intrapreso un percorso virtuoso che coinvolge ogni aspetto della vita scolastica e gli studenti sono protagonisti della loro giornata, che li vede spostarsi al cambio dell’ora, socializzare nei corridoi e negli spazi connettivi, vivere l’edificio scolastico nella sua interezza, partecipare alla raccolta differenziata, al riassetto e alla pulizia dei locali scolastici”.

In tale prospettiva e secondo le indicazioni specifiche di tale modello pedagogico, cosa dovrebbe realmente promuovere, in genere, un ambiente di apprendimento nella didattica?

Come possiamo ricordare, già lo stesso Jonassen aveva già delineato una serie di raccomandazioni fondamentali che un ambiente di apprendimento di questo tipo avrebbe dovuto promuovere e cioè:

  • porre enfasi sulla costruzione della conoscenza e non solo sulla sua riproduzione;
  • evitare eccessive semplificazioni nel rappresentare la complessità delle situazioni reali;
  • presentare compiti autentici (contestualizzare piuttosto che astrarre);
  • offrire ambienti di apprendimento derivati dal mondo reale, basati su casi, piuttosto che sequenze istruttive predeterminate;
  • offrire rappresentazioni multiple della realtà;
  • favorire la riflessione e il ragionamento;
  • permettere costruzioni di conoscenze dipendenti dal contesto e dal contenuto;
  • favorire la costruzione cooperativa della conoscenza, attraverso la collaborazione con gli altri.

Diviene, dunque, fondamentale porre molta cura affinché il contesto formativo sia predisposto in modo tale da poter offrire una varietà di stimoli e percorsi personalizzati di accesso ai contenuti. Lo scambio e la negoziazione tra i discenti devono diventare forieri di fruttuosi stimoli, dal momento che spingono a esplicitare le argomentazioni sottese all’apprendimento e accolgono punti di vista diversi. Si deve permettere allo studente di attivare un’esplorazione attiva, consona con i propri interessi e/o motivazioni all’apprendimento di nuove conoscenze. Tutto ciò non significa che si promuove un processo di autoapprendimento, ma che è la stessa struttura dei materiali offerti e delle attività didattiche promosse che innesca un processo conoscitivo rilevante per lo stesso soggetto: l’esperienza di apprendimento si basa su di un processo di riadattamento flessibile della conoscenza preesistente in funzione dei bisogni posti dalla nuova situazione formativa.

In quest’ottica, lo studio dei casi, il problem-solving e le simulazioni risultano delle ottime strategie didattiche: non essendo finalizzate alla memorizzazione di numerose definizioni, riescono a fare interiorizzare un concetto applicandolo in un’attività pratica.

Presentare più fattori significativi in una situazione problematica sviluppa nel discente un’attività di indagine funzionale alla produzione di decisioni efficaci; rielaborare le conoscenze possedute in funzione di esigenze nuove promuove un pensiero creativo. In un gruppo di lavoro e/o di apprendimento cooperativo il fatto di poter scambiarsi nuove idee e opinioni, attraverso la condivisione di competenze diversificate, aumenta la capacità di trovare soluzioni ottimali nel minor tempo possibile. La progettazione didattica deve, quindi, connotarsi come operazione aperta e flessibile di adattamento alle necessità emergenti.

Cosa si chiede di fare al personale docente in servizio nella scuola italiana affinché la sua azione didattica risulti efficace ed efficiente e in grado di portare l’alunno, attraverso il modello DADA, verso il successo formativo?

La scuola è in movimento e l’entusiasmo di tutte le componenti in essa presenti ed operanti testimonia la validità della scelta di tale modello: dotare il soggetto di una metodologia conoscitiva che sviluppa progressivamente capacità metacognitive e un pensiero critico diviene oggi un’arma vincente per combattere la sfida alla competitività crescente. L’idea, infatti, è quella di proporre il progetto DADA come un modello paradigmatico sia dal punto di vista metodologico che organizzativo, che si ponga come eccellenza delle buone pratiche della scuola italiana. In tal modo nella didattica quotidiana si favorirà la diffusione, di approcci operativi che tengono conto della “piramide dell’apprendimento” in cui il “fare” garantisce una migliore sedimentazione delle conoscenze oltre che  l’acquisizione di abilità e competenze in grado di portare l’alunno a “saper essere”. Agenti di tale processo saranno la modalità di organizzazione dell’ambiente di apprendimento, la gestione della mediazione tra soggetto/oggetto di apprendimento, l’osservazione del ruolo dello studente nel processo di insegnamento/apprendimento, la messa a fuoco del patrimonio culturale da trasmettere alle nuove generazioni, la strutturazione della comunicazione educativa tra docente e discente, lo studio del processo di apprendimento, la ricerca sull’insegnamento, la riflessione sulle intenzionalità formative, fino ad includere l’analisi del comportamento dell’insegnante. Si realizzerà così il successo formativo, compito essenziale di un’azione didattica che voglia definirsi inclusiva e innovativa.

E in questa prospettiva l’Istituto Comprensivo “Cassarà – Guida” di Partinico (PA) è già pioniere nella nostra Isola.

, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.orizzontescuola.it/dallaula-tradizionale-allaula-ambiente-di-apprendimento-la-prima-scuola-in-sicilia-lic-cassara-guida-di-partinico-che-ha-completato-il-percorso-di-ricon/, Cronaca, https://www.orizzontescuola.it/feed/, Tony Caronna, Autore dell’articolo

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