Da Emiliano a Boccia e Orlando: chi rimpiange l’asse con i 5 Stelle (e lo vuole rifare)

di Michelangelo BorrilloIl campo largo è rimasto nei cuori di molti esponenti del Pd: tra i più strenui difensori dell’alleanza c’è Emiliano, presidente della Regione Puglia che guida proprio con i pentastellati. Come nel Lazio avviene con Zingaretti. I rimpianti di Cuperlo e Provenzano C’è chi lo dice apertamente: l’alleanza tra Pd e M5S va ricostruita. C’è chi mostra nostalgia per quello che è stato e che adesso non è più. E c’è chi dichiara che in fondo quell’asse c’è ancora: se non a livello nazionale, in tante altre realtà territoriali. Di certo, nel Pd, tra i più strenui difensori dell’alleanza c’è Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia che guida proprio con i pentastellati. «Io ho da sempre lavorato a questa alleanza — ha detto due giorni fa a Ceglie Messapica intervenendo all’appuntamento politico di Affaritaliani.it — e con me i 5 Stelle stanno lavorando bene. Per questo continuerò a far di tutto perché l’intesa possa tornare anche a livello nazionale, con il cruccio di non poterlo fare per le prossime elezioni in cui credo che in Puglia avremmo vinto in tutti i collegi». Su quello stesso palco gli ha fatto eco Francesco Boccia, uomo di Enrico Letta e già ministro di Giuseppe Conte, per il quale separarsi dal M5S «è stato un errore, perché dopo aver superato insieme 99 cancelli ci siamo fermati al centesimo, quello della prossima legge di Bilancio. Lì abbiamo diviso le nostre strade e adesso non ci resta che marciare divisi per colpire uniti». Contro il centrodestra che parla già da coalizione vittoriosa (nonostante frizioni interne sulla leadership), I nostalgici del campo largo, però, non sono solo in Puglia: tra gli esponenti del Partito democratico rimasti spiazzati e certamente delusi dalla scelta anti Draghi di Conte si possono annoverare anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando — che fino all’ultimo momento utile ha provato a sottolineare l’importanza dell’alleanza con i 5Stelle per poter provare a battere nelle urne il centrodestra — e Gianni Cuperlo che pur considerando «gravissima» la responsabilità del M5S nella caduta del governo Draghi, non ha mai nascosto di aver apprezzato — sono le sue parole — «l’evoluzione che il M5S ha avuto in questa legislatura». Considerazioni che fanno trapelare il pensiero che in futuro, forse all’opposizione, i due partiti possano riprendere il discorso interrotto. Goffredo Bettini lo ha detto ancora più chiaramente, proprio al Corriere: «Insieme al M5S abbiamo salvato l’Italia, ottenuto miliardi preziosi dall’Europa e affrontato con dignità ed efficacia la pandemia: dopo il 25 settembre si vedrà». E poi c’è chi, come Emiliano, con i pentastellati governa una Regione: per il governatore del Lazio Nicola Zingaretti «la crisi nazionale non può intaccare il buon lavoro fatto sui territori». Infine, c’è chi avrebbe voluto che le orme dei due governatori potessero essere ripercorse anche in Sicilia: il vice segretario del Pd Giuseppe Provenzano. Così tanto che, per dirla con le parole di Emiliano, il futuro dei due partiti sembra tracciato: «Siamo destinati a provarci di nuovo». 30 agosto 2022 (modifica il 30 agosto 2022 | 18:48) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-30 16:49:00, Il campo largo è rimasto nei cuori di molti esponenti del Pd: tra i più strenui difensori dell’alleanza c’è Emiliano, presidente della Regione Puglia che guida proprio con i pentastellati. Come nel Lazio avviene con Zingaretti. I rimpianti di Cuperlo e Provenzano, Michelangelo Borrillo

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