Cristiana Capotondi: «Le fate ignoranti, tradimenti e dolori. Sono una donna borghese che cambierà»

di Valerio Cappelli

La serie Disney 20 anni dopo il film cult. L’attrice nel ruolo che fu di Margherita Buy: «Se oggi siamo più o meno liberi? La sacrosanta ricerca di una tutela per tutti ha limitato alcune libertà. Ma è una fase di passaggio. L’infedeltà è una forma di fragilità»

Cristiana Capotondi entra nella «famiglia» di Ferzan Özpetek, nella sua cinetribù. Le fate ignoranti, il suo film cult del 2001, diventa la serie Disney+ in otto episodi prodotti da Tilde Corsi e disponibili dal 13 aprile, 4 girati da Özpetek (cosceneggiatore con Gianni Romoli) e 4 dal suo storico aiuto regista Gianluca Mazzella. Luca Argentero è il marito di Cristiana che muore, Eduardo Scarpetta è l’amante di lui. Cristiana è ignara dell’altra vita del marito: dopo il dolore, imparerà ad allargare il suo campo visivo, la percezione della vita.

Cristiana, cosa ricorda del film?
«Mi diede un senso di libertà nei costumi che all’epoca riguardava solo lo star system, Bowie, Freddie Mercury… Ferzan raccontava la realtà di anime che cercano la loro identità costruendo relazioni profonde. E la libertà apparteneva a tutti».

Eredita il ruolo di Margherita Buy.
«Le ho scritto un messaggio. È una interprete in grado di combinare commedia e dramma. Vent’anni dopo, dovevamo costruire un percorso diverso, aggiornato anche socialmente. Lì c’era la scoperta di un mondo da parte di una donna borghese, ora ci sono più punti di vista, è la storia di un gruppo. Il mio personaggio, Antonia, ha una leggerezza e una fluidità diversa, più moderna. Ferzan, col suo sorriso malandrino, ha la capacità di non giudicare, di abbracciare l’umanità in tutte le sue forme. Nel 2022 colpisce meno il tema del tradimento».

È meno centrale?
«Non voglio dire questo. Nella serie suo marito Massimo ha un’altra vita, fuori dalla famiglia tradizionale, ed è pieno di amici. Antonia dopo la sua morte un Massimo che non conosceva, è questo che la fa soffrire, si sente sola davanti al plotone delle fate ignoranti, ma condividerà il suo dolore, trova porte aperte rispetto al mondo borghese da cui proviene, col suo sistema di regole, le sue porte chiuse. Nella serie, rispetto al film, Antonia è più disposta al cambiamento, ha una bella leggerezza esistenziale».

Il Me Too,il politicamente corretto: oggi siamo più liberi o meno liberi?
«La sacrosanta ricerca di una tutela per tutti ha limitato alcune libertà, ma credo sia una fase di passaggio».

Lei e il tradimento?
«A me non piace, è una forma di fragilità, a meno che non porti alla separazione e a un altro incontro. Mi è capitato in passato di tradire e di essere tradita, ho fatto mea culpa, ho sofferto molto».

Ferzan dovette modificare qualcosa perché Margherita Buy era incinta. Lei non ha figli: esiste un ricatto biologico?
«Molti ritengono che il compimento dell’esistenza sia nei figli e lo proiettano sugli altri, trasferiscono questo senso di urgenza. Ti fa capire quanto sia sentita la maternità, ma il senso di obbligo rischia di allontanare le donne da questo tema, e diventa l’antitesi dell’atto naturale di diventare madri. Come lo vivo? Ho ancora un’età tale per cui è un argomento aperto. L’istinto materno è un modo femminile di amare che prescinde dal diventare madri. Io lo esprimo nei progetti di vita».

La memoria della sofferenza può essere più forte di una sofferenza attuale?
«Ci sono dolori profondi da cui non è detto che ti liberi e faranno sempre parte di te. Il dolore configura il carattere. Antonia scoprirà la sua prima grande sofferenza».

Ferzan dice che se le chiedeva di buttarsi dal secondo piano, lei l’avrebbe fatto.
«Per fortuna non me l’ha chiesto. Sono un soldatino».

L’omosessualità prima al cinema era caricaturale, goffa…
«È vero, Ferzan ha costruito la felicità di amare che va al di là dei sessi e avvicina due mondi, etero e omosessuale. C’è una libertà a prescindere dall’orientamento sessuale. Lui non esclude: accoglie».

Lei non è solo attrice ma attivista per i diritti civili.
«Sono curiosa, voglio conoscere il mio tempo, è il mio modo di stare al mondo. Avendo interpretato Lucia Annibali, il mio impegno è sulle molestie e violenze sui luoghi di lavoro, ora mi sto occupando delle donne ucraine. Mi concentro sui diritti femminili».

Dovremo arrivare a una riconciliazione fra i sessi…
«Lo dice l’allenatrice di calcio Milena Bertolini con cui lavoro: bambini e bambine dovrebbero giocare insieme per costruire un tessuto sociale comune e non percepire l’altro da sé. Fare le cose insieme è fondamentale. L’uomo cresce col vecchio modello materno, poi incontra una donna in carriera e riceve messaggi antitetici. C’è una immagine femminile che non corrisponde alla realtà».

«Notte prima degli esami» e Nicolas Vaporidis?
«Un film pazzesco. Uno straordinario lavoro di gruppo. Io mi ero appena laureata. Nicolas all’Isola dei famosi? Io mi tuffo nell’informazione di L 7 e nei film sulle piattaforme».

Vive a Milano da anni.
«Spero di restituire la metà di ciò che ho avuto. Mi ha insegnato il rispetto delle regole, ti obbliga a far parte della comunità, a occuparti degli altri. Ti trasferisce una identità anche se non sei nata lì. Di Roma mi mancano i colori, l’incanto. Ma ci vado spesso».

Ha passato il giro di boa dei 40 anni.
«Sono contenta ma anche disperata, ho capito alcune cose, per esempio che quando gioco a calcetto la mattina dopo mi sveglio strisciandomi giù dal letto».

9 aprile 2022 (modifica il 9 aprile 2022 | 07:15)

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, 2022-04-09 06:09:00, La serie Disney 20 anni dopo il film cult. L’attrice nel ruolo che fu di Margherita Buy: «Se oggi siamo più o meno liberi? La sacrosanta ricerca di una tutela per tutti ha limitato alcune libertà. Ma è una fase di passaggio. L’infedeltà è una forma di fragilità» , Valerio Cappelli

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