Così Letta sgombra il campo:niente inciuci, governa chi vince

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di Alessandra ArachiIl leader pd spegne le polemiche. Meloni: mai soluzioni arcobaleno. Renzi: ho scritto a Giorgia, ogni 2 anni facciamo cadere un governo A due settimane dal voto c’è il salto in avanti della campagna elettorale. Adesso si parla del governo che verrà. Di come sarà fatto il governo che verrà. O, meglio, di come non sarà fatto: «Non ci saranno le larghe intese, niente inciuci», garantisce Enrico Letta , segretario dem. «Mai e poi mai un governo arcobaleno» ribadisce con forza la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Sul duello a distanza tra Letta e Meloni non incombono più i numeri dei sondaggi, non incombono più su nessun candidato: sono vietati tutti in ogni forma fino al 25 settembre. Però non si può impedire a Carlo Calenda di esternare le percentuali dei suoi desiderata. Il leader di Azione, che in questa tornata elettorale corre insieme al leader di Italia viva Matteo Renzi, ha un obiettivo: «Raggiungere il 10-12 per cento ci può far bloccare la destra, ma noi puntiamo ad ottenere di più». Anche Carlo Calenda ha un suo piano di governo, antitetico a quello di Meloni e Letta: «Andare avanti con la larga coalizione del governo Draghi». Ovviamente Renzi concorda con il suo alleato, auspicando il ritorno di Draghi. Ma intanto mette le mani avanti: «Ho mandato un messaggio alla Meloni: “guarda Giorgia, non so se vinci, ma sappi che ogni due anni faccio cadere un governo”». Non incombono più i numeri dei sondaggi, ma in questa campagna elettorale girano voci insistenti. Letta le raccoglie e le mette a tacere: «Non facciamoci prendere la mano da voci che dicono “vincerà la destra, ma tanto poi litigheranno e allora si farà un governo tutti insieme”. Non è così». Ha un punto cardine il segretario dem mentre parla in un comizio a Torino: «Con la destra non governeremo, l’esperienza del governo di larghe intese è stata unica, eccezionale e irripetibile, l’idea che si possa ripetere ciò che è successo in questa legislatura è assurda». Ancora molto lontana, ma chissà se poi invece così tanto assurda, l’ipotesi che in un futuro il Movimento Cinque Stelle possa rientrare all’interno del perimetro del centrosinistra. Il leader dei pentastellati Giuseppe Conte ha fatto un ragionamento articolato in proposito ieri a margine di un comizio che ha tenuto a Coltano, frazione di Pisa. I cronisti chiedevano a Conte cosa intendesse fare alle Amministrative della prossima primavera, quando si rinnoveranno città toscane come Pisa, Siena e Massa Carrara. «Laddove governiamo le città insieme al Pd manterremo l’impegno preso con gli elettori, ma per il futuro ci penseremo bene, non una ma tante volte, e soprattutto mai con questi vertici nazionali». Non è una porta sbarrata, anche se per adesso è certamente ben chiusa. Pure a giudicare dalla guerriglia che il M5S e il Pd stanno combattendo in questa campagna elettorale. È successo a Torino, per il comizio di Letta. Il consigliere comunale del M5S Andrea Russi ha denunciato al Comune che l’area scelta non era autorizzata e aveva l’esenzione per l’uso del suolo pubblico. Denuncia accolta: al comizio del Pd è stato intimato il trasloco. 10 settembre 2022 (modifica il 10 settembre 2022 | 23:16) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-10 20:35:00, Il leader pd spegne le polemiche. Meloni: mai soluzioni arcobaleno. Renzi: ho scritto a Giorgia, ogni 2 anni facciamo cadere un governo, Alessandra Arachi

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